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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Come nel gioco Acchiappa la talpa, non appena un elemento della teoria del complotto<br />

sembra essere stato sconfessato ne emerge subito un altro: dai nastri telemetrici<br />

mancanti al vero e proprio omicidio. <strong>La</strong> formidabile agenzia spaziale americana è stata<br />

provocata al punto che nel 2002 incaricò lo storico dei voli nello spazio Jim Oberg perché<br />

scrivesse un libro per ribattere punto per punto alle domande e ai dubbi dei teorici della<br />

cospirazione. Quando la notizia del progetto filtrò sui media, la NASA fu messa così sotto<br />

pressione che rinunciò al progetto 16 .<br />

L’idea che l’allunaggio fosse un falso nacque in un periodo di profonda sfiducia nei<br />

confronti del governo americano. Nel 1974 per la prima volta nella storia un presidente<br />

diede le dimissioni. Nel 1975 la CIA ammise di aver portato avanti programmi di controllo<br />

della mente 17 , parecchi dei quali avevano implicato esperimenti su esseri umani con<br />

pericolose droghe illegali. Poi, in aprile, cadde Saigon. Il generale sentimento di<br />

malcontento e di sfiducia fu esarcebato dal fatto che mentre il governo si era dimostrato<br />

capace di parecchie azioni scellerate non era tuttavia riuscito a vincere la guerra del<br />

Vietnam, nel corso della quale erano morti 58.193 americani 18 .<br />

Poco dopo la pubblicazione del libro di Kaysing (ristampato ancora oggi), uscì un film di<br />

Hollywood sullo stesso tema: Capricorn One di Peter Hyams raccontava la storia di un<br />

falso atterraggio della NASA su Marte. Ci si mise persino James Bond, facendo riferimento<br />

a un complotto lunare in Una cascata di diamanti. In seguito la teoria del falso allunaggio<br />

rimase per decenni una delle basi irrinunciabili per i sostenitori del complotto, ma con il<br />

diffondersi di internet negli anni Novanta la nozione di complotto lunare riemerse e alla<br />

fine arrivò anche ai media tradizionali. Nel febbraio del 2001, Fox Tv trasmise un<br />

programma di un’ora in stile documentaristico dal titolo Conspiracy Theory: Did We <strong>La</strong>nd<br />

on the Moon? (“Teoria del complotto: siamo andati sulla Luna?”) e il dibattito si riaccese<br />

in tutto il mondo, dando vita a una versione da ventunesimo secolo della burla lunare.<br />

Nel settembre del 2002 Buzz Aldrin, il secondo uomo sulla Luna 19 , accettò di essere<br />

intervistato da Far Eastern Tv, perché «sembravano veri giornalisti» spiega Aldrin. Buzz<br />

era la figura con il profilo più elevato tra i dodici astronauti dell’Apollo che camminarono<br />

sulla Luna e rilasciava regolarmente interviste. Ex pilota di caccia, aveva condotto 66<br />

missioni di combattimento e abbattuto due MIG-15 nella Guerra di Corea. Era anche un<br />

fisico laureato al MIT, cosa che gli consentiva di parlare con grande competenza dello<br />

spazio esterno. Seduto nella suite del Luxe Hotel di Berverly Hills, nell’autunno del 2002,<br />

non ci mise molto a capire che qualcosa non quadrava quando gli intervistatori della tv<br />

cominciarono a fargli domande sulla teoria del complotto. «Cercai di riportare il discorso a<br />

una legittima discussione sullo spazio» dice Aldrin. Invece gli uomini gli fecero vedere uno<br />

spezzone del documentario di Fox sul falso allunaggio. Aldrin è convinto che «le teorie del<br />

complotto sono uno spreco di tempo ed energia per tutti quanti», così si alzò per<br />

andarsene. «Mi sono occupato di scienza esatta, di rendez-vous nello spazio e di<br />

meccanica orbitale, sicché essere avvicinato da qualcuno che suggerisce seriamente che<br />

Neil, Mike e io non siamo mai andati davvero sulla Luna, ma che tutta la missione è stata<br />

recitata in uno studio da qualche parte, be’, è una delle cose più assurde che abbia mai<br />

sentito» dice Aldrin.<br />

Poi, nella hall dell’albergo, un omone sui trentacinque anni gli si avvicinò e cercò di

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