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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Nel gennaio del 2002, nell’ambito del Nevada Environmental Restoration Project<br />

(Progetto per il recupero ambientale del Nevada), la National Nuclear Security<br />

Administration ha condotto uno studio relativo alla proposta di decontaminazione<br />

dell’<strong>Area</strong> 25. Il rapporto ha rivelato che all’epoca erano ancora presenti i seguenti<br />

elementi radioattivi 53 : «cobalto-60 (Co-60); stronzio-90 (Sr-90); ittrio-90 (Y-90); niobio-<br />

94 (Nb-94); cesio-137 (Cs-137); bario-137m (Ba-137m); europio-152, 154 e 155 (Eu-152,<br />

Eu-154 ed Eu-155); uranio-234, 235, 238 (U-234, U-235, U-238); plutonio-239/240 (Pu-<br />

239/240) e americio-241 (Am-241)» e che la contaminazione «può essere percolata nel<br />

suolo sottostante» 54 .<br />

A ventotto anni di distanza dalla controversa conclusione di NERVA alle Jackass Flats,<br />

poco dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre, il terreno radioattivo dell’<strong>Area</strong> 25 è<br />

stato impiegato a un nuovo scopo 55 quando il dipartimento della Sicurezza interna e<br />

l’esercito hanno cominciato a tenervi esercitazioni di addestramento, incluse quelle su<br />

come affrontare una decontaminazione in seguito a un attacco terroristico con un’arma<br />

nucleare. T.D. Barnes ha fatto da consulente per parecchie di queste iniziative.<br />

Il portavoce della NNSA Darwin Morgan ha discusso l’addestramento riguardante le armi<br />

di distruzione di massa in corso al poligono in un video governativo che si può vedere<br />

all’Atomic Testing Museum di <strong>La</strong>s Vegas. «È un’esperienza di altissimo livello per le<br />

squadre di primo soccorso» 56 ha detto Morgan «perché nell’area c’è vera radioattività che<br />

non si può trovare da nessun’altra parte.» Eppure la National Nuclear Security<br />

Administration si rifiuta di dare dettagli più precisi su come, esattamente, si sia giunti ad<br />

avere questa “vera radioattività”.<br />

Forse, all’inizio degli anni Settanta, l’Atomic Energy Commission pensava che, un<br />

giorno, in un’installazione nucleare di una città americana, si sarebbe potuta benissimo<br />

verificare una fusione del nocciolo 57 . Se fosse accaduto, sarebbe stato un bene sapere<br />

che cosa aspettarsi. Nel 1972 l’industria dell’energia nucleare aveva conosciuto cinque<br />

“anni di boom” 58 , secondo gli archivi dell’AEC. In mancanza di qualunque quadro<br />

normativo, la commissione aveva promosso e sviluppato “unità” di reattori nucleari 59 , nel<br />

cui nucleo si trova il combustibile che fornisce energia alle centrali nucleari. Alla fine del<br />

1967 la commissione aveva dislocato 30 unità in tutto il paese. L’anno successivo quel<br />

numero salì a 91 ed entro il 1972 i reattori nucleari nelle centrali di cui l’AEC era<br />

responsabile erano diventati 160.<br />

Sei anni dopo la conclusione del programma NERVA alle Jackass Flats, il 28 marzo 1979,<br />

all’impianto nucleare di Three Mile Island per poco non si fuse il nocciolo. Il nucleo del<br />

reattore nucleare si fuse parzialmente a causa della mancanza di refrigerante. A quanto<br />

pare gli addetti furono incapaci di reagire. «Le persone sembravano confuse da una<br />

situazione che non era spiegata nei manuali, divisi tra logica e procedure operative<br />

standard, indecisi in mancanza di un forte potere esecutivo» si legge in un rapporto del<br />

1980 sul disastro, preparato dal gruppo speciale d’indagine della neonata Nuclear<br />

Regulatory Commission (Commissione normativa in materia nucleare). Anche se all’<strong>Area</strong><br />

25 erano stati condotti test che ricreavano incidenti analoghi, il “potere esecutivo”,<br />

ovvero l’Atomic Energy Commission, evidentemente non aveva condiviso le informazioni

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