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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Flats» dice Barnes. In alcune fotografie dell’AEC risalenti agli anni Sessanta si vedono dei<br />

binari che corrono lungo l’acquedotto di cemento e scompaiono in un’apertura sotto l’alta<br />

torre metallica. «Il convoglio ferroviario portava il reattore nucleare fino al banco di prova<br />

e lo sollevava in posizione per mezzo di bracci idraulici controllati a distanza» spiega<br />

Barnes. «Nel frattempo, noi stavamo tutti sottoterra a osservare il reattore attraverso<br />

speciali finestre rivestite di piombo, facendo misurazioni e rilevando dati mentre il motore<br />

funzionava.» L’installazione era seppellita all’interno della montagna non solo per evitare<br />

i satelliti spia sovietici 33 , ma anche per proteggere Barnes e i suoi colleghi dalle radiazioni<br />

emesse dal reattore NERVA. «Due metri di terra rappresentano un ottimo scudo contro<br />

l’avvelenamento radioattivo» dice Barnes.<br />

Quando era alla massima potenza, il motore nucleare funzionava a una temperatura di<br />

2.300 K 34 , ovvero 2.027 °C, il che significava che doveva essere continuamente<br />

raffreddato con l’idrogeno liquido. «Mentre il motore funzionava il canyon si trasformava<br />

in un inferno perché l’idrogeno caldo si incendiava immediatamente non appena entrava<br />

in contatto con l’aria» continua Barnes. Questi test di motori nucleari per i razzi rimasero<br />

segreti fino agli anni Novanta, quando un giornalista di nome Lee Davidson,<br />

caporedattore a Washington del «Deseret News» dello Utah, offrì al pubblico i primi<br />

dettagli. «Il Pentagono ha rilasciato le informazioni dopo che ho fatto una richiesta sulla<br />

base del Freedom of Information Act» 35 dice Davidson. A sua volta, Davidson informò i<br />

lettori di fatti in precedenza sconosciuti: «Inchiodato al suolo, il motore ruggiva […]<br />

scaricando verso l’alto un invisibile pennacchio di idrogeno che era appena stato fatto<br />

passare attraverso un reattore a fissione nucleare surriscaldato». Facendo ulteriori<br />

ricerche, scoprì che negli anni Sessanta, dopo che gli abitanti di Caliente, Nevada, si<br />

erano lamentati della pre<strong>senza</strong> di iodio 131 – uno degli isotopi radioattivi più pericolosi<br />

che si trovano nei prodotti della fissione nucleare – nell’acquedotto della loro città,<br />

funzionari dell’Atomic Energy avevano negato che fossero in corso test nucleari. Al<br />

contrario, avevano dato la colpa ai cinesi, sostenendo che «i prodotti della fissione<br />

provengono con ogni probabilità da un test atomico in atmosfera compiuto dalla Cina». In<br />

realtà, era stato condotto un test del motore NERVA all’<strong>Area</strong> 25 solo tre giorni prima che<br />

fossero eseguite le analisi dell’acqua.<br />

Se l’opinione pubblica avesse saputo dei test NERVA quando erano in corso,<br />

probabilmente li avrebbe percepiti come un’imminente catastrofe nucleare. Che è<br />

esattamente quello che successe. «Los Alamos voleva un reattore fuori controllo» 36 ha<br />

scritto Dewar, il quale oltre a essere uno scrittore è un funzionario di lunga data dell’ AEC,<br />

«un picco di potenza fino all’esplosione [del reattore].» Dewar ne spiega la ragione: «Se<br />

Los Alamos avesse avuto dati sull’incidente più devastante possibile 37 , avrebbe potuto<br />

calcolare con precisione altri scenari e prendere adeguate misure preventive». E così, il<br />

12 gennaio 1965, si lasciò che il motore nucleare denominato in codice Kiwi si<br />

surriscaldasse. Videocamere ad alta velocità registrarono l’evento. <strong>La</strong> temperatura salì<br />

«oltre i 4.000 °C finché [il reattore] esplose 38 , sparando in cielo carburante e<br />

illuminandosi di tutti i colori dell’arcobaleno» ha scritto Dewar. Frammenti di carburante<br />

con una radioattività letale e pesanti fino a 70 chilogrammi 39 schizzarono in aria come

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