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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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erano stati messi fuori legge in tutto il mondo, merita un’unica riga 24 nel rapporto finale<br />

della commissione consistente in ben 937 pagine zeppe di altri test che hanno implicato<br />

“rilasci intenzionali” vicino a insediamenti umani. «Ai poligoni dell’AEC in Nevada e Idaho,<br />

materiali radioattivi furono rilasciati nel corso di test sulla sicurezza di bombe, reattori<br />

nucleari, e prototipi di razzi e aeroplani nucleari» sono le parole inoffensive del rapporto.<br />

Se l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> ebbe un doppio al poligono nucleare, dovrebbe essere l’<strong>Area</strong> 25, che si<br />

estende su 580 chilometri quadrati. L’area desertica piatta e sabbiosa deve il suo nome ai<br />

tempi della corsa all’oro, quando i minatori avevano l’abitudine di legare i loro asini ***<br />

agli alberi della pianura mentre cercavano il prezioso metallo nelle montagne circostanti.<br />

Come l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, le Jackass Flats sono circondate da catene di montagne su tre dei quattro<br />

lati, cosa che le rende entrambe luoghi nascosti all’interno di una zona controllata dal<br />

governo. A differenza dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, la quale tecnicamente non esiste, nel corso degli anni<br />

Cinquanta e Sessanta le Jackass Flats mantennero un’irrepresensibile facciata pubblica.<br />

Quando il presidente Kennedy visitò il Nevada Test Site nel 1962, si recò alle Jackass<br />

Flats per promuovere i programmi dei viaggi nello spazio in corso nell’area. Ma come<br />

accadeva per la maggior parte dei progetti nucleari dell’epoca, all’opinione pubblica<br />

veniva raccontata solo una parte della storia. Alle Jackass Flats venivano condotti progetti<br />

segreti, e sotterranei, di cui i cittadini non sapevano nulla.<br />

All’inizio l’<strong>Area</strong> 25 era il posto perfetto per lanciare una nave spaziale a propulsione<br />

nucleare che avrebbe portato l’uomo su Marte e ritorno in soli 124 giorni. <strong>La</strong> nave<br />

spaziale sarebbe stata gigantesca, alta sedici piani e pilotata da un equipaggio di 150<br />

uomini 25 . Il progetto Orion sembrava un veicolo spaziale uscito dritto da un romanzo di<br />

fantascienza, solo che era vero. Era l’idea di un ex progettista di armi di Los Alamos di<br />

nome Theodore Taylor, un uomo che considerava lo spazio come l’ultima “nuova<br />

frontiera”.<br />

Per molto tempo, a partire dall’inizio degli anni Cinquanta, Taylor progettò bombe<br />

nucleari per il Pentagono finché non cominciò a nutrire dubbi sulle motivazioni del<br />

dipartimento della Difesa. <strong>La</strong>sciò l’impiego governativo, almeno ufficialmente, e andò a<br />

lavorare per la General Atomics a San Diego, la divisione nucleare del contractor della<br />

difesa General Electric, dove iniziò a progettare navi spaziali a propulsione atomica. Ma<br />

per costruire un veicolo capace di raggiungere Marte erano necessari fondi federali e nel<br />

1958 la General Atomics sottopose l’idea al nuovo gruppo di ricerca per la scienza e la<br />

tecnologia del presidente Eisenhower, l’Advanced Research Project Agency ( ARPA, Agenzia<br />

per i progetti di ricerca avanzata). Oggi l’agenzia è conosciuta come DARPA, dove la D sta<br />

per “difesa”.<br />

All’epoca sviluppare tecnologia di volo spaziale avanzata significava avvalersi di<br />

scienziati come Wernher von Braun per progettare razzi a propulsione chimica in grado di<br />

portare l’uomo sulla Luna in una capsula delle dimensioni di un’automobile. Poi arrivò<br />

Taylor con la proposta di costruire una nave spaziale per andare su Marte grande come<br />

un palazzo di uffici, grazie all’energia nucleare. Per il capo dell’ARPA Roy Johnson, l’idea di<br />

Taylor fu amore a prima vista. «Sembra che tutti quanti facciano piani 26 per stoccare<br />

carburante, carburante e ancora carburante allo scopo di mandare in orbita un pisello, ma

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