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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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<strong>La</strong> mattina dell’incidente, un pilota dell’aeronautica e il suo equipaggio di sei uomini<br />

erano impegnati in un’esercitazione facente parte di Chrome Dome, un’operazione del SAC<br />

iniziata alla fine degli anni Cinquanta. In una dimostrazione di forza caratteristica della<br />

dottrina militare dell’epoca – una teoria denominata “Distruzione Mutua Assicurata” (MAD,<br />

Mutual Assured Destruction) – gli aerei se ne andavano in giro regolarmente per il<br />

pianeta trasportando bombe termonucleari. L’idea che stava dietro a tale dottrina era che<br />

se l’Unione Sovietica avesse attaccato a sorpresa gli Stati Uniti, i bombardieri del SAC<br />

sarebbero già stati in volo 4 per reagire colpendo Mosca con bombe atomiche, assicurando<br />

così la distruzione reciproca di entrambi i contendenti.<br />

Quella mattina, il bombardiere si allineò all’aerocisterna e aveva appena iniziato il<br />

rifornimento quando, nelle parole di <strong>La</strong>rry Messinger, «all’improvviso tutta quanta la<br />

dannata faccenda sembrò andare storta» 5 e i due aerei entrarono in collisione. Vi fu una<br />

gigantesca esplosione e gli uomini a bordo dell’aerocisterna furono inceneriti all’istante.<br />

In qualche modo Messinger, il suo copilota, il pilota istruttore e il navigatore riuscirono a<br />

eiettarsi dal bombardiere. I paracadute si aprirono e gli uomini scesero fluttuando,<br />

finendo in mare. Anche le quattro bombe nucleari, ciascuna abbastanza potente da<br />

radere al suolo Manhattan, erano dotate di paracadute, ma due non si aprirono. Una delle<br />

bombe con il paracadute atterrò nel letto di un fiume asciutto e in seguito fu recuperata<br />

relativamente intatta. Ma quando le due bombe <strong>senza</strong> paracadute toccarono il suolo, le<br />

loro cariche esplosive detonarono lasciando esposto il nucleo atomico. Il materiale<br />

radioattivo fu rilasciato sotto forma di plutonio in aerosol 6 il quale si sparse su un’area di<br />

260 ettari nella campagna attorno a Palomares, un dato coerente con la dispersione<br />

radioattiva del test del Progetto 57. <strong>La</strong> quarta bomba cadde in mare e non fu recuperata.<br />

All’epoca Palomares era una piccola comunità di pescatori e contadini in riva al<br />

Mediterraneo. Fortuna volle che il 17 gennaio fosse la festa di sant’Antonio, il patrono del<br />

villaggio, e così la maggior parte delle persone si trovava in chiesa invece che a lavorare<br />

nei campi.<br />

A ottomila chilometri di distanza, a Washington, il presidente Johnson seppe 7 del<br />

disastro mentre faceva colazione. Era nella sua camera da letto quando un membro dello<br />

staff della Situation Room della Casa Bianca bussò, entrò e lasciò una copia<br />

dell’informativa quotidiana di sicurezza. Sulla prima pagina, il presidente lesse gli<br />

aggiornamenti sulla Guerra del Vietnam; sulla seconda apprese dell’incidente di<br />

Palomares. L’informativa non faceva alcuna menzione della dispersione di plutonio né<br />

della bomba termonucleare persa, limitandosi a dire che «il 16 th Nuclear Disaster Team<br />

[(16 a squadra per i disastri nucleari)] era stato inviato sul posto». <strong>La</strong> denominazione della<br />

squadra inviata suonava molto ufficiale, ma negli archivi consultabili del dipartimento<br />

dell’Energia non è stato possibile trovare alcun documento che faccia riferimento alle<br />

altre quindici squadre che l’avevano preceduta o che esistevano contemporaneamente a<br />

essa. In realtà, il team era stato creato ad hoc, ovvero era stato messo assieme allo<br />

scopo di occuparsi dell’incidente di Palomares. Nel 1966 non esisteva alcuna squadra<br />

ufficiale d’intervento in caso di catastrofe nucleare 8 , e non ci sarebbe stata per altri nove<br />

anni, fino al 1975, quando il brigadier generale in pensione Mahlon E. Gates, allora

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