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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Ci furono ripercussioni da parte sovietica. «Il fatto che avessimo un MIG all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> fece<br />

andare i russi su tutte le furie» spiega Barnes. «Per ritorsione mandarono ulteriori satelliti<br />

spia sulla base, talvolta uno ogni quarantacinque minuti.» A quel punto i russi avevano<br />

preso l’abitudine di monitorare l’attività di routine della base, la quale consisteva<br />

soprattutto di decolli e atterraggi di Oxcart e di qualche drone. Ma quando arrivò il MIG,<br />

sulla scena comparve anche la Foreign Technology Division dell’aeronautica militare, e<br />

con loro vari modelli di sistemi radar di fabbricazione sovietica prelevati in Medio Oriente.<br />

E allorché i russi scoprirono che gli ingegneri del Groom <strong>La</strong>ke stavano testando quei<br />

sistemi radar, decisero nuovamente di monitorare più da vicino la situazione usando i<br />

satelliti.<br />

I sistemi radar sovietici appena arrivati iniziarono a spuntare come funghi attorno ai<br />

margini occidentali del letto asciutto del Groom <strong>La</strong>ke e anche attorno allo Slater <strong>La</strong>ke,<br />

che si trovava circa un chilometro e mezzo a nordovest degli hangar principali. <strong>La</strong><br />

valutazione tecnica del radar fu affidata a Barnes, il quale chiese un missile Nike e rimase<br />

stupefatto dalla velocità con cui la sua richiesta fu esaudita. «Credo che la CIA sia andata<br />

a prendere un missile Nike alla mia vecchia base, Fort Bliss, esattamente il giorno dopo»<br />

dice Barnes. Con i radar sparsi per tutto il sito, incluso un radar per l’acquisizione dati che<br />

ruotava e cercava i bersagli in arrivo, uno smanettone come Barnes aveva di che tenersi<br />

impegnato. «Usavamo il Nike per tracciare i MIG e altri aerei in modo da analizzare come<br />

si comportava il loro ECM contro i radar funzionanti in banda X.» Quello che Barnes non<br />

sapeva era che quei sistemi radar erano stati acquisiti per l’imminente analisi della<br />

sezione equivalente radar di un aereo dell’aeronautica in fase di progettazione. Neppure i<br />

russi avevano idea di ciò che bolliva in pentola, ma erano comunque prevedibilmente<br />

contrariati a causa dei radar che erano stati loro sottratti e che adesso si trovavano sulle<br />

colline attorno al Groom <strong>La</strong>ke.<br />

«Eravamo inchiodati» dice Barnes. Per settimane il gruppo degli Special Projects non<br />

poté mettere in funzione neppure un radar; i russi monitoravano costantemente l’area.<br />

Barnes e il suo gruppo passavano il tempo a giocare d’astuzia con i sovietici. Dipinsero<br />

strane forme sull’asfalto della pista, «aerei improbabili dall’aspetto bizzarro», che poi<br />

riscaldavano con stufette portatili per ingannare i russi che scattavano foto a infrarossi<br />

delle attività in corso all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. «Ci divertivamo a immaginare che cosa pensassero i<br />

russi dei nostri nuovi aeroplani» racconta Barnes. Costretti a rimanere con le mani in<br />

mano, Barnes e il suo gruppo di ventitré specialisti in elettronica iniziarono a cercare altri<br />

modi per ammazzare il tempo. Escogitavano indovinelli. Facevano scommesse. Giocavano<br />

con miscele chimiche che facevano brillare nel buio le loro scarpe da tennis. Modificarono<br />

l’impianto elettrico del motore dell’auto di servizio dello Special Projects Group in modo<br />

che il primo che l’avesse guidata si sarebbe preso una serie di scosse a basso voltaggio.<br />

Montarono un’antenna tv altissima sui loro alloggiamenti sperando di prendere le<br />

trasmissioni di <strong>La</strong>s Vegas, ma incapparono invece in un canale internazionale spagnolo.<br />

«Per mesi non facemmo altro che guardare corride a Madrid» ricorda Barnes.<br />

Si trattava di un gruppo di specialisti messi assieme per lavorare su tecnologie radar<br />

pionieristiche, sicché quando finalmente si stancarono degli scherzi e dei combattimenti<br />

di tori, ricominciarono a dedicarsi alla soluzione dei problemi. All’inizio si tennero occupati

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