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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Appena prima che atterrassimo all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, sentii il pilota che diceva al copilota: “Hanno<br />

portato fuori la ciambella”. Quindi chiusero tutte le tendine dell’aereo, così quando<br />

atterrammo non riuscii a vedere nulla. Mi chiesi cosa fosse la ciambella. Non feci<br />

domande. Fui portato all’edificio Special Projects (Progetti speciali) della EG&G e<br />

presentato al gruppo. Il capo disse: “Qual è il tuo nome di battesimo?”. Io risposi: “T.D.”<br />

e lui: “Adesso non più. Qui ti chiami Thunder”.» Più tardi quello stesso giorno Barnes fu<br />

accompagnato all’interno di uno degli hangar della base. «Aprirono le porte. C’era un MIG<br />

russo. Dissero: “Ecco la ciambella”. Mi venne da ridere. I piloti che mi avevano portato<br />

alla base non avevano idea che la ragione per cui ero lì fosse proprio la ciambella.» Il MIG<br />

di Munir Redfa era stato soprannominato la ciambella perché il muso del caccia aveva<br />

un’apertura rotonda, proprio come una ciambella. Era il primo caccia sovietico avanzato a<br />

posare le ruote sul suolo americano.<br />

T.D. Barnes e gli ingegneri del gruppo Special Projects della EG&G iniziarono a smontare<br />

i l MIG del colonnello Redfa e poi a rimontarlo: ingegneria inversa 16 . Tutti i tecnici<br />

sapevano che era il modo migliore per capire com’era stato costruito qualcosa. Il gruppo<br />

d e l l a EG&G sembrava in possesso di un’esperienza all’avanguardia nel campo<br />

dell’ingegneria inversa di aeromobili. All’epoca nessuno ne conosceva il motivo e Barnes,<br />

appena arrivato, sapeva che era meglio non fare domande. Era entusiasta di quel lavoro.<br />

«Smontammo il MIG pezzo per pezzo. Parti della cabina di pilotaggio, giroscopi,<br />

oscillografo, indicatore del livello del carburante, radio… tutto quanto. Quindi lo<br />

rimontammo. Il MIG non aveva computer né fantastici sistemi di navigazione.» Barnes e la<br />

sua squadra erano <strong>senza</strong> parole. Com’era possibile che quel velivolo sovietico<br />

sconfiggesse i caccia americani più avanzati nei combattimenti aerei? Nessuno riusciva a<br />

spiegarselo. Così fu ideato un secondo progetto, la fase tattica Have Doughnut (“mangia<br />

la ciambella”). Durante Have Doughnut il MIG avrebbe condotto missioni tattiche contro<br />

aerei americani nei cieli sopra il Groom <strong>La</strong>ke. L’aeronautica disse di non essere<br />

interessata, ma la marina approfittò dell’occasione.<br />

«Smontarlo era stato il primo passo per capire come funzionava il MIG. Ma fu solo<br />

facendolo volare che riuscimmo davvero a comprendere come faceva a manovrare così<br />

veloce» dice Barnes. I piloti collaudatori eseguirono in totale 102 missioni con il MIG 17<br />

sopra il Groom <strong>La</strong>ke. I combattimenti simulati tra il MIG e i caccia americani furono<br />

all’ordine del giorno per un periodo di sei settimane nella primavera del 1968. Il<br />

programma (escluso il fatto che si svolse all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>) fu declassificato dalla Foreign<br />

Technology Division (Divisione di tecnologia straniera) dell’aeronautica militare<br />

nell’ottobre del 1997 e dalla Defense Intelligence Agency nel marzo del 2000. «Capimmo<br />

che bisognava attaccarlo immediatamente e abbatterlo prima che avesse la possibilità di<br />

manovrare. Ecco la chiave. Colpirlo alla prima occasione di farlo. Non c’erano seconde<br />

occasioni con un MIG» spiega Barnes. Le molte ore di volo mettono a dura prova<br />

qualunque velivolo, ma con un aereo nemico la cosa si complicava ulteriormente. «Dal<br />

momento che non avevamo pezzi di ricambio, le squadre di terra erano costrette a<br />

smontare i componenti e a fabbricarne di nuovi usando materie prime» dice Barnes. «Ma<br />

quando le due fasi, quella tecnica e quella tattica, giunsero al termine, avevamo svelato i<br />

segreti del MIG.»

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