Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen
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assegnata al pilota della CIA Mele Vojvodich, il quale decollò alle undici ora locale nel<br />
mezzo di un diluvio: il primo vero volo dell’Oxcart sotto la pioggia. Nei poco più di nove<br />
minuti che Vojvodich passò sopra il Vietnam del Nord, alla velocità di Mach 3,1 e a una<br />
quota di oltre 24.000 metri, l’Oxcart fotografò 70 delle 190 sospette basi di missili terraaria.<br />
Né i cinesi né i nordvietnamiti si accorsero di essere stati spiati.<br />
Dopo che la prima missione fu portata a termine, la pellicola venne mandata a un<br />
centro speciale per lo sviluppo nell’impianto Eastman Kodak di Rochester, New York. Ma<br />
quando l’intelligence fotografica arrivò 11 ai comandanti sul campo in Vietnam, le<br />
informazioni erano già vecchie di parecchi giorni. I nordvietnamiti spostavano le basi di<br />
lancio dei missili – sia quelle vere sia quelle finte – così velocemente che nessuno riusciva<br />
a stargli dietro. <strong>La</strong> CIA si rese conto che era necessario accelerare drasticamente il<br />
processo e allestì in tutta fretta un centro di sviluppo fotografico sulla terraferma<br />
giapponese. Ben presto i comandanti sul terreno ebbero in mano le informazioni<br />
ventiquattr’ore dopo le missioni Oxcart sul Vietnam del Nord.<br />
Eppure questo non impedì che i nordvietnamiti continuassero a spostare i missili e a<br />
evitare i raid di bombardamento. Erano aiutati dall’Unione Sovietica. «Ecco la ragione<br />
della pre<strong>senza</strong> di quel peschereccio nel porto vicino alla base di Kadena. Qualcuno<br />
osservava e prendeva nota ogni volta che ci alzavamo in volo» racconta Roger Andersen,<br />
il quale era stato assegnato alla postazione di comando della base con l’incarico di<br />
renderla operativa.<br />
A Kadena, gli addetti alle operazioni cercavano di ingannare le spie russe sul<br />
peschereccio volando di notte, e tuttavia delle prime sette missioni Black Shield, quattro<br />
furono «individuate e seguite» 12 . I nordvietnamiti riuscivano a prevedere l’arrivo degli<br />
Oxcart sulla base dell’ora in cui decollavano dalla base. Con quell’informazione passata<br />
loro dai russi, il sistema di guida radar Fan Song riusciva ad agganciare il radioricevitore<br />
dell’A-12. Il primo tentativo di abbattimento 13 si verificò durante la sedicesima missione<br />
dell’operazione Black Shield: nelle fotografie scattate dall’Oxcart si possono vedere le scie<br />
di condensazione di missili terra-aria sotto l’aereo. Fortunatamente per i piloti, i missili<br />
non riuscivano ad arrivare alla quota a cui volava l’Oxcart. Nel nuovissimo gioco del gatto<br />
con il topo l’aereo era in vantaggio: era veloce, alto e invisibile, e non poteva essere<br />
abbattuto. Ma il nemico sapeva della pre<strong>senza</strong> dell’aeroplano, il che significava che era<br />
ben lontano dall’essere invisibile come avevano previsto Richard Bissell e il presidente<br />
Eisenhower.<br />
Per i piloti americani che volavano sopra il Vietnam del Nord, il vero pericolo rimaneva<br />
in basso, a circa 14.000 metri, la quota a cui i missili terra-aria e i MIG stavano<br />
abbattendo gli aerei statunitensi al terrificante ritmo di nove contro uno. Ken Collins<br />
ricorda com’era la situazione all’epoca: «Durante Black Shield, noi eravamo relativamente<br />
al sicuro a 26.000 metri. Erano i piloti che volavano più bassi a rischiare davvero. Si<br />
trattava dei ragazzi con cui la maggior parte di noi era stata nell’aeronautica prima che ci<br />
dessero una ripulita e ci prendessero a lavorare per la CIA».<br />
Piloti straordinari come Hervey Stockman. Stockman era stato il primo uomo a<br />
sorvolare l’Unione Sovietica a bordo di un U-2, il 4 luglio 1956. Undici anni dopo, l’11<br />
giugno 1967, Stockman era sopra il Vietnam del Nord in cerca di informazioni sui depositi