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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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farfalla, cosa che consentiva ai piloti di portarlo tanto in alto. Viaggiare a Mach 2,5<br />

causava il surriscaldamento della cabina: era come stare dentro un forno caldissimo. Se<br />

Slater si fosse sfilato un guanto e avesse toccato il finestrino, si sarebbe procurato<br />

un’ustione di secondo grado. Accelerò per portare l’Oxcart a Mach 3 e a 27.000 metri di<br />

quota, coprendo i 1.120 chilometri che lo separavano da Billings, in Montana, in circa<br />

ventitré minuti.<br />

Si credeva erroneamente che a quella velocità e quell’altitudine il pilota potesse<br />

guardare fuori dal finestrino e dare un’occhiata. Sbagliato. Anche quando si raggiungeva<br />

la quota di crociera, bisognava tenere gli occhi fissi su ogni indicatore, oscillatore e<br />

strumento del quadro di comandi. Troppe cose potevano andare storte.<br />

Il colonnello Slater si diresse verso il confine canadese, dove fece una virata a sinistra e<br />

seguì il confine statunitense fino allo stato di Washington. Qui eseguì un’altra virata a<br />

sinistra e si diresse verso l’Oregon e la California. Infine portò l’aereo a 7.600 metri di<br />

quota e si preparò per il rifornimento previsto. Qualche minuto dopo incontrò il KC-135<br />

della 903 rd Air Refueling Squadron (903 a squadriglia di rifornimento in volo) che era<br />

decollato dalla base di Beale nella contea di Yuga, California.<br />

Il rifornimento in volo era una delle operazioni più pericolose per un pilota di Oxcart.<br />

Per collegare il tubo del carburante all’aerocisterna, l’aereo doveva volare a una velocità<br />

compresa tra 560 e 720 chilometri orari, così lento da riuscire a malapena a rimanere in<br />

aria. <strong>La</strong> questione della velocità era un problema anche per l’aerocisterna. Il KC-135 era<br />

costretto ad andare al massimo della sua potenza solo per riuscire a mantenersi in<br />

assetto con l’Oxcart. Era sempre un’operazione snervante, complicata dal fatto che il<br />

colonnello Slater ricevette una chiamata sulla frequenza d’emergenza esattamente in<br />

quel momento. Qualunque cosa fosse successa all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> per meritare quella chiamata<br />

d’emergenza, molto probabilmente non era una buona notizia.<br />

Slater rispose. Era il colonnello Paul Bacalis, l’uomo che aveva sostituito Ledford nel<br />

ruolo di direttore dell’Office of Special Activities della CIA. Bacalis disse a Slater che era<br />

arrivata una chiamata urgente per lui dal Pentagono e che doveva tornare<br />

immediatamente all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>.<br />

«Sto facendo rifornimento» disse.<br />

«<strong>La</strong>scia perdere» replicò Bacalis.<br />

«Non può aspettare?» chiese Slater.<br />

«No» rispose Bacalis. «Dove sei?»<br />

«Sopra la California» disse Slater.<br />

«Dirigiti in mare aperto, scarica il carburante e torna alla base» gli ordinò il colonnello<br />

Bacalis.<br />

Slater scaricò 18.000 litri di carburante e lo guardò evaporare nell’atmosfera. Era<br />

fondamentale che gliene rimanessero 38.000 litri per tornare a casa, non molti di più ma<br />

assolutamente non di meno. Poco carburante, e avrebbe fatto la fine di Walt Ray. Troppo,<br />

e l’aereo avrebbe potuto rompere i freni durante l’atterraggio e finire fuori pista. Adesso<br />

Slater doveva invertire la rotta e tornare alla base. Volando a una velocità pari a tre volte<br />

quella del suono, l’Oxcart aveva bisogno di 300 chilometri di spazio solo per virare. E così<br />

Slater fece fare una stretta virata all’aereo, dal largo della costa di Big Sur fino a Santa

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