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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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quando si dispiegava oltreoceano. Il tempo previsto era di ventun giorni; adesso Slater<br />

voleva che fosse ridotto di quasi il 30 per cento 13 .<br />

I sei velivoli che sarebbero stati usati per la missione furono sottoposti a una nuova<br />

batteria di test di simulazione di volo. Il comandante Slater teneva alto il morale dei piloti<br />

e a bada il dissenso del Pentagono. Persino i contractor esterni furono incoraggiati a stare<br />

al passo: Slater mise una squadra di operai a scavare un lago. Cinquant’anni dopo, il<br />

bacino artificiale del Groom <strong>La</strong>ke si chiama ancora Slater <strong>La</strong>ke. Adesso che gli aerei<br />

volavano alla velocità massima e alla quota più alta, era venuto il momento di battere i<br />

record. Nel dicembre del 1966 uno dei piloti stabilì un record di velocità che sarebbe<br />

rimasto imbattuto anche nel ventunesimo secolo. Bill Park percorse 16.312 chilometri in<br />

poco più di sei ore a una media record di 2.671,5 chilometri orari. Park aveva sorvolato i<br />

quattro angoli dell’America 14 ed era tornato alla base in meno tempo di quello che la<br />

maggior parte degli uomini trascorrevano in ufficio ogni giorno. I piloti del progetto che<br />

desideravano spasmodicamente una missione avevano la sensazione che sarebbero<br />

potuti partire in qualunque momento. E poi, nel gennaio del 1967, accadde la tragedia.<br />

Il pomeriggio del 5 gennaio 1967 Walt Ray stava pilotando un Oxcart per un breve volo<br />

di prova. Al Ranch nevicava. Walt Ray stava oltrepassando la cittadina di Farmington,<br />

New Mexico, esattamente alle 15.22 quando abbassò lo sguardo e vide che la lancetta<br />

nera dell’indicatore del carburante si stava improvvisamente muovendo 15 verso sinistra<br />

troppo in fretta.<br />

«Ho una perdita di carburante e non so che cosa sta succendo» disse al colonnello<br />

Slater nelle cuffie 16 , rompendo il silenzio radio per comunicare su una frequenza riservata<br />

alle emergenze. <strong>La</strong> trascrizione sarebbe rimasta classificata fino al 2007. «Credo di<br />

potercela fare» disse Ray. Era a 210 chilometri dalla pista dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> e volava a velocità<br />

subsonica per risparmiare carburante. Ma venti minuti dopo, sopra Hanksville, Utah, Ray<br />

dichiarò un’emergenza. Aveva portato l’aereo a 9.000 metri quando uno dei motori si era<br />

spento. L’aereo spia da 67 milioni di dollari era rimasto <strong>senza</strong> carburante.<br />

«Mi sto eiettando» 17 furono le ultime parole che Walt Ray disse al colonnello Slater.<br />

Quando Ray si eiettò, il seggiolino al quale era legato fu sparato via dall’aeroplano da<br />

un piccolo razzo. Le corde del paracadute si impigliarono nel poggiatesta e lui non riuscì a<br />

liberarsi del seggiolino 18 . Walt Ray cadde per 9.000 metri <strong>senza</strong> paracadute e si schiantò<br />

sul fianco di una montagna nei pressi di Leith, Nevada. Qualche secondo dopo l’ultima<br />

trasmissione del pilota, il comandante Slater diede ordine di far decollare tre aerei dalla<br />

base per andare a cercare Walt Ray e qualunque cosa fosse rimasta del suo aeroplano.<br />

Nessuno immaginava che il pilota di trent’anni fosse già morto. Oltre agli aerei di ricerca<br />

e salvataggio che si alzarono in volo dal Groom <strong>La</strong>ke, l’aeronautica mandò quattro velivoli<br />

e due elicotteri dalla base di Nellis. Il luogo dell’incidente doveva essere messo in<br />

sicurezza alla svelta, prima che qualunque civile arrivasse sul posto.<br />

Trascorsero ventitré ore <strong>senza</strong> che si trovasse traccia del pilota o dell’aereo. Fu fatto<br />

decollare un U-2 per fotografare la zona dove si credeva che Walt Ray si fosse lanciato.<br />

Mentre l’U-2 sfrecciava ad alta quota, Roger Andersen volava più basso, a bordo di un T-<br />

33 19 . Il terreno era accidentato ed era difficile vedere qualcosa. L’elicotterista Charlie

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