Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

dell’Oxcart come «martelli infernali».
Nonostante giocasse un ruolo chiave nella pianificazione e nell’esecuzione di operazioni
coperte in Vietnam, Richard Helms non credeva che gli Stati Uniti sarebbero riusciti a
vincere la guerra, una posizione che lo metteva in disaccordo con le alte sfere del
Pentagono. Helms era convinto che il Vietnam stesse erodendo il consenso sulla
necessità di vincere la Guerra Fredda, che lui riteneva la battaglia più importante in quel
momento. Era un sostenitore dell’uso della tecnologia per sconfiggere i russi con lo
spionaggio dai cieli tramite satelliti e aerei spia: ecco perché l’Oxcart gli piaceva così
tanto. E a differenza dei funzionari del Pentagono e del dipartimento di stato, la maggior
parte dei quali aveva sconsigliato al presidente di mandare altri aerei spia sull’Unione
Sovietica, Helms, proprio come McCone, era convinto che il presidente dovesse fare
esattamente quello. «L’unico peccato nello spionaggio è farsi prendere» 5 disse Helms una
volta. Credeva che l’intelligence migliore fosse l’“intelligence obiettiva”. Le fotografie non
avevano un’opinione e non potevano mentire 6 .
Nel dicembre del 1965, mentre Richard Helms si trovava all’Area 51, l’Oxcart fu
finalmente dichiarato operativo. I festeggiamenti erano d’obbligo. Uno dei piloti si offrì di
andare con un C-130 Hercules a prendere del pesce alla base dell’aeronautica di
Westover 7 , in Massachusetts, dove Werner Weiss aveva frigoriferi pieni di aragoste,
ostriche e granchi pronti per essere portati all’Area 51. Le operazioni coperte con budget
favolosi prevedevano anche benefit culinari.
Dato che la base era segretissima e fortemente compartimentata, la mensa era l’unico
posto dove gli uomini stavano tutti assieme, senza distinzioni. Gli assistenti tecnici
sedevano gomito a gomito con i generali a tre e quattro stelle in visita all’Area 51, ma
alla fine del pasto, gli uomini si sarebbero nuovamente separati. Quelli dell’aeronautica
andavano all’House-Six a giocare a dadi, bersi un drink e raccontare storie di guerra.
Quando era alla base Richard Helms faceva una capatina al bar per un bicchiere. Era un
grande conversatore ma evitava quasi sempre di parlare di sé e di rado discuteva della
Seconda guerra mondiale. Nel 1945 era un giovane agente dell’OSS e lavorava nella
Berlino postbellica. Era uno degli uomini chiave dell’operazione Paperclip; Helms aveva il
compito di trovare un gruppo di ex scienziati nazisti e di offrire loro un posto in progetti
segreti negli Stati Uniti, i quali comprendevano armi biologiche, razzi e stealth. Anni dopo
avrebbe giustificato il proprio operato sostenendo che se gli scienziati non fossero andati
a lavorare in America, sarebbero andati a lavorare per “loro”. Helms sapeva cose che gli
altri non sapevano; all’agenzia era l’uomo che manteneva i segreti.
Nel 1975, quando trapelarono delle voci riguardo al fatto che la CIA aveva condotto un
programma denominato MKULTRA 8 – che implicava esperimenti di controllo mentale con
droghe come l’LSD – fu chiesto a Helms di testimoniare. In un’udienza davanti al
Congresso, Helms affermò che aveva dato ordine di distruggere tutta la documentazione
due anni prima, nel 1973.
Nell’organigramma labirintico dell’Area 51, che assegnava a ciascun uomo un posto
preciso, nessuno era più importante del comandante della base per i progressi del
progetto dell’aereo spia, un ruolo affidato a un ufficiale dell’aeronautica il cui stipendio