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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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egole cambiarono.» Trapp rimaneva in allerta nell’eventualità di un incidente, «il che<br />

significava andarmene in giro per l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> sull’unico golf cart della base». Il golf cart<br />

tornava utile di sera. «Facevamo un sacco di partite a poker all’House-Six» spiega Trapp.<br />

«Chi perdeva veniva spedito alla mensa a prendere i cheeseburger. Il tragitto era lungo<br />

ma con il golf cart andavi e venivi in cinque minuti.»<br />

Il passatempo preferito da tutti era però far volare modellini telecomandati. «C’erano<br />

due zone in cui era possibile far volare gli aeromodelli» dice Trapp. «Sull’erba del campo<br />

da golf e sull’asfalto della pista vicino al lago asciutto. Alcune volte i modellini si<br />

perdevano. Allora il tizio veniva da me e diceva: “Senti, Charlie, quando prendi l’elicottero<br />

non è che dai un’occhiata in giro se vedi il mio aeroplanino? Ha un’apertura alare di un<br />

metro e mezzo e le ali dipinte di giallo”. Trovavamo il modo di divertirci all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>.<br />

Eravamo costretti; non c’era l’ombra di una ragazza.»<br />

Frank Murray prendeva molto sul serio gli aeroplanini telecomandati. Era anche il pilota<br />

di caccia con più ore di volo del progetto Oxcart. «Frank era sempre seduto nella sua<br />

stanza a costruire modellini di aeroplano» ricorda il colonnello Slater. «Era il suo modo di<br />

divertirsi. O forse era l’unico uomo della base a non essere brillo alle undici di sera.» Ecco<br />

perché Murray aveva al proprio attivo tutte quelle ore di volo. «Se il figlio di qualcuno si<br />

faceva male nel bel mezzo della notte, il che accadeva più spesso di quanto si pensi, e a<br />

me serviva un pilota che decollasse dalla base in fretta, mi rivolgevo a Frank» spiega<br />

Murray. «Frank era sempre disponibile» aggiunge il colonnello Slater. «<strong>La</strong> maggior parte<br />

della gente ha bisogno di riposo tra un volo e l’altro. Frank no.»<br />

In qualità di pilota di caccia, Murray passava il tempo a seguire l’Oxcart con il suo F-<br />

101. Il Voodoo era un caccia supersonico biposto che l’aeronautica usava per<br />

accompagnare il decollo e l’atterraggio dell’Oxcart. «Volavamo insieme all’Oxcart nella<br />

zona delle operazioni speciali, o Yuletide, cioè lo spazio aereo a nord della base» spiega<br />

Murray. «L’agenzia ci faceva seguire l’Oxcart con il Voodoo finché non riuscivamo più a<br />

stargli dietro.» Il ruolo di Murray prevedeva un sacco di lavoro di routine e pochissima<br />

visibilità. «Ero un po’ invidioso dei piloti dell’Oxcart» confessa. «E come potrebbe essere<br />

altrimenti? Ma sul Voodoo ero felice. Per un ragazzo di campagna di San Diego, eseguire<br />

missioni di caccia per conto della 1.129 a era un’esperienza unica.»<br />

Murray pilotava l’F-101 facendo quasi tutto quello che era necessario fare in supporto<br />

alle operazioni Oxcart. I suoi compiti comprendevano volare contro i simulatori Red Dog,<br />

osservare le aerocisterne, supervisionare decollo e atterraggio e portare in giro i fotografi<br />

della Lockheed a scattare fotografie per la CIA. Ma le cose cambiarono in modo<br />

significativo quando il generale Ledford, capo dell’Office of Special Activities 27 al<br />

Pentagono, decise che voleva imparare a pilotare l’F-101 mentre supervisionava le attività<br />

alla base. «Il generale era stato un pilota di bombardieri durante la Seconda guerra<br />

mondiale ma non aveva mai pilotato un aereo come il Voodoo, che poteva raggiungere<br />

velocità comprese tra i 1.900 e i 2.000 chilometri orari. Quando si trattò di trovare un<br />

pilota istruttore, la scelta cadde su di me» racconta Murray.<br />

Adesso Murray doveva insegnare a pilotare un aereo supersonico a un leggendario eroe<br />

della Seconda guerra mondiale, un uomo che era anche il militare di grado più alto del<br />

programma Oxcart. «Al Ranch avevamo otto 101 e uno di essi era un biposto con due

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