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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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nello stesso momento. Dopo questa modifica, i piloti venivano avvisati dell’“unstart” da<br />

un acuto cicalino posto nella cabina. Fu così che poterono cancellare dall’elenco delle loro<br />

preoccupazioni l’eventualità di essere tramortiti a 3.200 chilometri orari.<br />

In aggiunta a queste difficoltà, c’era la questione delle contromisure elettroniche, o ECM.<br />

I rapporti analizzati a <strong>La</strong>ngley dicevano che se l’operazione Skylark fosse stata eseguita<br />

sopra Cuba, la velocità di crociera avrebbe dovuto essere di minimo Mach 2,8 perché<br />

c’era la concreta possibilità che i sistemi radar sovietici sull’isola riuscissero a individuare<br />

l’Oxcart e forse addirittura ad abbatterlo. Mentre gli uomini del progetto Palladium<br />

continuavano a lavorare sui metodi di interferenza, l’Office of Special Activities al<br />

Pentagono decise che la soluzione stava nel migliorare l’invisibilità. <strong>La</strong> sezione<br />

equivalente radar straordinariamente bassa dell’Oxcart doveva essere ulteriormente<br />

ridotta. Di conseguenza, Ed Lovick e la sua squadra furono richiamati all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>.<br />

In un hangar nelle vicinanze del radar, Edward Lovick si mise a lavorare su un modello<br />

in scala uno a otto dell’Oxcart. In quello che sarebbe diventato noto come progetto<br />

Kempster-<strong>La</strong>croix, Lovick progettò un sistema che sembrava uscire dritto da Star Trek o<br />

d a 007. «Sui fianchi dell’aereo dovevano essere montati due giganteschi cannoni<br />

elettronici» racconta Lovick. I cannoni avrebbero «sparato una nube ionizzata larga sette<br />

metri e mezzo di particelle a elevata carica elettrica davanti al muso dell’aereo mentre<br />

sorvolava il territorio nemico». <strong>La</strong> nube gassosa, stabilì Lovick, avrebbe assorbito<br />

ulteriormente le onde elettromagnetiche provenienti dalle istallazioni di rilevamento<br />

radar al suolo.<br />

Servendosi del modellino, gli scienziati furono in grado di dimostrare che l’idea<br />

funzionava e a quel punto fu necessario costruire un modello in scala reale del Kempster-<br />

<strong>La</strong>croix. Collaudando il sistema su un aereo vero, gli scienziati scoprirono che la<br />

radiazione emessa dai cannoni elettronici sarebbe stata troppo pericolosa per i piloti. Così<br />

un’altra squadra di ingegneri mise a punto una protezione che gli uomini avrebbero<br />

potuto indossare sopra la tuta pressurizzata. Quando un pilota fece un volo di prova,<br />

disse che lo spessore dello schermo rendeva impossibile usarlo quando si era ai comandi<br />

di un aereo che andava a Mach 3. Poi, mentre Lovick stava cercando una soluzione,<br />

l’aeronautica militare cambiò idea. L’Oxcart era abbastanza invisibile, disse il Pentagono,<br />

e il progetto Kempster-<strong>La</strong>croix 23 fu abbandonato.<br />

Era perlomeno ironico. Non che l’aeronautica continuasse a cambiare idea, ma che ci si<br />

preoccupasse delle radiazioni. Nel 1964 il governo aveva fatto esplodere 286 bombe<br />

atomiche 24 nei pressi dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. Un anno prima gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica<br />

avevano firmato il trattato sul bando parziale dei test nucleari che vietava i test in<br />

atmosfera, terrestri e sottomarini. L’iniziativa era in discussione da anni, ma i negoziati<br />

erano ripetutamente falliti. Adesso che era finalmente entrato in vigore, i test erano stati<br />

spostati nel sottosuolo. E comunque le due superpotenze non si fidarono a lungo del fatto<br />

che la controparte avrebbe rispettato l’accordo, e così dopo il trattato il numero di test<br />

mensili era in realtà aumentato; l’idea era di stare con le armi pronte nel caso una delle<br />

parti fosse venuta meno ai patti. Tra il settembre 1961 e il dicembre 1964 al Nevada Test<br />

Site fu fatto esplodere il numero record di 162 bombe all’interno di gallerie sotterranee e<br />

di pozzi. Quasi la metà di questi test provocarono il “rilascio accidentale di radioattività”

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