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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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a causa della sua presa di posizione. Secondo Al O’Donnell, l’ingegnere esperto in<br />

armamenti della EG&G che cablò molte delle superbombe di Teller nelle isole Marshall, ciò<br />

che era successo a Oppenheimer mandava un messaggio forte 27 a tutti quelli che erano<br />

coinvolti nel progetto: «Se vuoi tenerti il lavoro, non opporti alle decisioni» sulla base di<br />

principi morali. Alla fine, il partito di Teller vinse, e la prima bomba termonucleare del<br />

mondo andò avanti come previsto.<br />

I droni servivano per fare misurazioni dello spostamento d’aria e delle correnti<br />

all’interno dei funghi termonucleari 28 , e per raccogliere campioni dei frammenti<br />

radioattivi. Durante la serie di test Greenhouse, che non incendiò il pianeta, il primo<br />

drone andò fuori controllo e si schiantò in mare ancor prima di aver raggiunto il gambo<br />

del fungo atomico. Altre due missioni furono cancellate perché gli aerei non rispondevano<br />

ai comandi e un quarto velivolo riportò danni così gravi a causa dell’onda d’urto che<br />

precipitò sull’isola deserta di Bogallua 29 , dove si incendiò ed esplose. Al termine<br />

dell’operazione Greenhouse, l’aeronautica giunse definitivamente alla conclusione che i<br />

droni erano inaffidabili. «In seguito all’operazione Greenhouse, l’aeronautica militare e<br />

l’Atomic Energy Commission guardarono con più favore agli aerei con pilota per<br />

raccogliere campioni» scrisse nel 1963 uno storico della Defense Nuclear Agency.<br />

«Greenhouse fu l’ultima serie di test atomici nei quali furono usati droni a questo scopo.»<br />

Di conseguenza, quando si trattò di far esplodere il primo ordigno termonucleare in scala<br />

reale del mondo – una bomba dalla mostruosa potenza di 10,4 megatoni denominata in<br />

codice Mike – nella successiva serie di test dell’autunno 1952, l’operazione Ivy, si decise<br />

che sei piloti umani, tutti volontari, avrebbero volato dritto nel cuore del fungo<br />

radioattivo. A un altro gruppo di piloti fu assegnato il compito di dirigersi verso i margini<br />

più esterni delle zone in cui era previsto il fallout. Di questo gruppo faceva parte Hervey<br />

Stockman 30 il quale, quattro anni dopo, sarebbe stato il primo pilota della CIA a sorvolare<br />

l’Unione Sovietica a bordo di un U-2.<br />

In previsione delle missioni di raccolta di campioni della bomba Mike, i piloti fecero<br />

pratica all’aeroporto di Indian Springs, una cinquantina di chilometri a sud dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>.<br />

Gli uomini, tra cui Hervey Stockman, compirono missioni di volo 31 con le bombe nucleari<br />

fatte esplodere al Nevada Test Site per l’operazione Tumbler-Snapper della primavera del<br />

1952. «Fino a quel momento» spiega Stockman «gli scienziati avevano messo delle<br />

scimmie nelle cabine di pilotaggio 32 di droni controllati in remoto e poi li avevano fatti<br />

volare attraverso i funghi atomici. Poi iniziarono a interessarsi degli effetti delle radiazioni<br />

sugli esseri umani e si resero conto che, con le dovute cautele, avrebbero potuto usare<br />

degli uomini per quel genere di missioni.»<br />

L’aeronautica fece molti sforzi per cambiare la percezione che i piloti avevano di sé<br />

come cavie, almeno per la documentazione storica. Secondo una storia del programma<br />

destinato a raccogliere campioni dai funghi atomici, declassificata nel 1985, quando<br />

Stockman e i suoi colleghi partirono da Indian Springs diretti nelle Marshall per eseguire<br />

missioni riguardanti i funghi atomici delle bombe termonucleari, gli uomini avevano<br />

accettato «di star facendo qualcosa di utile […] non di fungere da cavie 33 com’erano<br />

convinti quando gli era stato chiesto per la prima volta di raccogliere i campioni».

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