Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

velivolo denominato Fox fu scagliato «duecento metri più in alto 22 rispetto alla sua rotta».
«I portelloni delle bombe si deformarono, l’intero rivestimento interno dell’aereo bruciò e
gli sportelli d’ispezione e le uscite d’emergenza furono strappati via.»
Durante la seconda serie di test atomici, denominata operazione Sandstone 23 , che fu
eseguito nell’aprile del 1948, i droni furono usati di nuovo per un compito ritenuto troppo
pericoloso per gli uomini. Nel corso di un’esplosione da 18 chilotoni chiamata Zebra,
tuttavia, un aereo con il pilota finì accidentalmente nel fungo atomico 24 e in seguito
l’aeronautica decise che, poiché il pilota e l’equipaggio non avevano riportato «alcuna
conseguenza negativa», al posto dei droni si sarebbero usati aerei pilotati da uomini 25 .
Non è mai stato fatto uno studio accurato sulle conseguenze dell’esposizione a dosi tanto
massicce di radiazioni durante l’esplosione di Zebra, né nel corso delle altre centinaia di
test atomici. La maggior parte dei documenti relativi alla quantità di radiazioni cui furono
esposti i piloti in quegli anni e a coloro che morirono di malattie legate alla radioattività
sono probabilmente andati distrutti o persi. Ma quando il pilota dell’aeronautica militare
finì per sbaglio nel fungo atomico di Zebra, l’incidente «diede avvio a una catena di eventi
che ebbe come conseguenza l’uso di aerei con uomini a bordo per raccogliere i
campioni».
«Gli aerei pilotati da uomini erano semplicemente più efficienti» scrisse il colonnello
Paul H. Fackler in uno studio storico declassificato nel 1986 riguardante la raccolta di
campioni dai funghi atomici fatta per il comando dell’aeronautica. In qualità di addetto
ufficiale alla sicurezza radioattiva, Fackler era in una posizione chiave. Anche il collega di
Fackler, il colonnello Cody, si schierò per gli aerei con il pilota contro i droni. Cody
sostenne che i campioni raccolti dai droni erano ottenuti a casaccio e «bisognava
accontentarsi». Invece un pilota umano avrebbe potuto manovrare l’aereo in modo da
«ottenere campioni delle parti più interessanti del fungo atomico». Qui la scelta delle
parole nasconde un insidia: “più interessanti” era un eufemismo per “più radioattive”. Gli
ufficiali dell’aeronautica decisero che per i test futuri la raccolta dei campioni sarebbe
stata fatta sia da aerei con pilota sia da droni.
Ci sarebbe stato bisogno di entrambi i tipi di aereo per un imminente test segretissimo
previsto sul Pacifico nel 1951. L’operazione Greenhouse coinvolgeva un nuovo genere di
arma nucleare, chiamata come “superbomba”. Si trattava di un ordigno termonucleare,
conosciuto anche come bomba all’idrogeno, il cui nucleo avrebbe liberato la stessa
energia sviluppata dal centro del Sole. Gli scienziati di Los Alamos spiegarono agli esperti
di armi che il potere distruttivo di quella nuova tecnologia, chiamata fusione nucleare, era
totalmente ignoto. La fusione prevede l’esplosione di una bomba nucleare all’interno di
un’altra bomba nucleare, e gli scienziati in privato espressero il timore che potesse
incendiarsi tutta l’atmosfera terrestre 26 . A quel punto la comunità dei fisici si divise tra
coloro che volevano comunque andare avanti e coloro che invece sostenevano la
necessità di fermarsi. La spinta alla creazione della bomba H era capeggiata dall’indomito
dottor Edward Teller e appoggiata dagli esperti di armi del dipartimento della Difesa.
L’opposizione era guidata da Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica e adesso
rivale di Teller. Oppenheimer, il quale era convinto che sviluppare un’arma in grado di
distruggere il mondo fosse immorale, si sarebbe visto togliere l’autorizzazione di sicurezza