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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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nutriente, però bastava» dice. Ma la prova di sopravvivenza nel cuore del deserto all’<strong>Area</strong><br />

<strong>51</strong> era un’altra faccenda. A differenza delle altre, in questo caso c’era anche la guerra<br />

psicologica da parte di finti nemici cinesi.<br />

Collins strisciò sul terreno nelle tenebre, cercando di evitare il filo spinato e soppesando<br />

la mossa successiva. Tirò fuori la bussola dal kit di sopravvivenza in modo da tracciare un<br />

percorso. «Strisciai lentamente in mezzo ai rovi, agli insetti e al fango per circa mezz’ora,<br />

quando all’improvviso urtai del filo spinato e feci scattare un allarme. Si accese un<br />

riflettore e dieci uomini cinesi in uniforme mi afferrarono e mi trascinarono verso una<br />

delle loro jeep.» Collins venne ammanettato e portato in auto a un altro veicolo, quindi fu<br />

condotto al cosiddetto quartier generale cinese per l’interrogatorio. Lo spogliarono e lo<br />

perquisirono. «Un medico esaminò tutti gli orifizi del mio corpo, dalla testa ai piedi…<br />

letteralmente», cosa che, secondo Collins, «serviva più a umiliarmi e a spezzare le mie<br />

difese morali che ad altro.» Nudo, fu condotto lungo un corridoio male illuminato e<br />

gettato in una cella di cemento in cui c’era solo un tavolaccio di legno. «Non avevo<br />

coperte, ero nudo e faceva un freddo terribile. Mi consegnarono un secchio che dovevo<br />

usare solo quando me lo dicevano loro.»<br />

Per giorni Collins fu sottoposto a torture simulate tra cui deprivazione del sonno,<br />

umiliazioni, escursioni termiche estreme e fame, sempre nudo, al freddo e sotto lo<br />

sguardo dei suoi carcerieri. Presto Collins cominciò ad avere le allucinazioni. Arrivava il<br />

momento dell’interrogatorio. Nudo, veniva condotto in una stanzetta da due guardie<br />

armate. Rimaneva in piedi di fronte agli aguzzini cinesi, che sedevano a una piccola<br />

scrivania. Quelli lo tormentavano con domande sul suo nome, sul grado e sul perché<br />

stesse spiando la Cina. Poi un giorno, invece di essere portato alla stanza degli<br />

interrogatori, gli dissero che era libero di andarsene.<br />

Ma il 1° novembre 1963 l’esperienza simulata vissuta da Collins succedesse davvero.<br />

Un pilota di U-2 della CIA di nome Yeh Changti 4 stava conducendo una missione di<br />

spionaggio sopra un’installazione nucleare in Cina quando venne abbattuto, preso<br />

prigioniero dal governo comunista e torturato. Yeh Changti faceva parte della 35 th Black<br />

Cat U-2 Squadron (35 a squadriglia U-2 Black Cat), un gruppo di piloti taiwanesi nazionalisti<br />

che conduceva missioni segrete di spionaggio per conto della CIA. Negli anni Sessanta i<br />

Black Cat eseguirono 5 quelle che si sarebbero dimostrate le missioni più letali dei<br />

cinquantacinque anni di storia dell’U-2, tutte partite da una base segreta denominata<br />

Taoyuan sull’isola di Taiwan. Quando nel 1998 la CIA declassificò la maggior parte del<br />

programma U-2, «non fu resa pubblica alcuna informazione su Yeh Changti 6 o i Black Cat»<br />

dice l’ex pilota Hsichun Hua. Nel 2011 il programma rimane interamente classificato.<br />

A differenza di quanto era successo con l’incidente di Gary Powers, la stampa<br />

americana rimase all’oscuro di queste missioni. Per la CIA ottenere informazioni sulle<br />

installazioni nucleari cinesi 7 era un’assoluta priorità di sicurezza nazionale. Il giorno in cui<br />

Yeh Changti fu abbattuto stava tornando da una missione di nove ore sulla terraferma,<br />

quando un missile terra-aria guidato agganciò il suo U-2. Il colonnello Slater era in<br />

collegamento radio con Yeh Changti proprio nel momento in cui era successo. «Gli stavo<br />

parlando quando lo sentii dire: “Sistema 12 attivo!”. Non udimmo altro.» Il missile colpì<br />

l’aereo e gli strappò via l’ala destra. Yeh Changti si eiettò dall’U-2 e il suo corpo fu colpito

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