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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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ingegneri, gli operatori, gli scienziati e i soldati dell’aeronautica facevano tripli turni su<br />

ventiquattr’ore per preparare la missione dell’Oxcart. Erano gli uomini che costituivano e<br />

sostenevano il 1.129 th Special Activities Squadron al Groom <strong>La</strong>ke.<br />

C’era voluto un sacco di tempo per costruire i motori a reazione J-58 della Pratt &<br />

Whitney, ma adesso erano pronti a volare. Nel gennaio del 1963 furono finalmente<br />

mandati al Ranch 26 . Quando i motori vennero accesi per la prima volta sorse una nuova<br />

serie di problemi: in un caso, gli ingegneri sospettarono che ci fosse un oggetto estraneo<br />

nel cuore del motore, che stava danneggiando le parti interne. I raggi X rivelarono la<br />

silhouette di una penna 27 caduta nella gondola durante il montaggio finale a Burbank. Da<br />

quel momento gli operai della Lockheed indossarono tute prive di taschini. Poi ci furono<br />

altri problemi. I motori funzionavano come giganteschi aspirapolvere; quando venivano<br />

accesi sulla pista, aspiravano qualunque oggetto si trovasse nelle vicinanze, tra cui sassi<br />

e viti metalliche. Per rimediare, gli operai dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> si trasformarono in uomini delle<br />

pulizie, scopando e aspirando l’asfalto della pista prima di ogni volo. Un compito noioso<br />

ma necessario.<br />

L’obiettivo successivo era far volare l’aereo a Mach 3. Quella velocità, quasi cinque<br />

volte superiore a quella di qualunque velivolo di linea, era un’impresa aerodinamica mai<br />

compiuta in precedenza. Farlo accelerare passando per le velocità più basse era un<br />

processo laborioso e pericoloso: i valori di progetto furono raggiunti gradualmente,<br />

mentre ogni giorno sorgevano nuovi e inaspettati problemi 28 . Quando l’aereo raggiunse le<br />

velocità più elevate, le temperature superiori ai 260 °C fecero fondere i componenti<br />

elettrici, molti dei quali dovettero essere riprogettati e ricablati. Si attribuisce a Chuck<br />

Yeager lo sfondamento della barriera del suono nel 1947, ma tutte le volte che un nuovo<br />

aereo si muove a velocità supersonica sorgono complicazioni. Nel caso dell’Oxcart, l’onda<br />

d’urto sonica provocò inaspettatamente una deformazione della fusoliera tale da<br />

compromettere in modo irrimediabile numerose componenti strutturali che dovettero<br />

essere riprogettate e sostituite.<br />

Alcuni traguardi furono raggiunti con una rapidità sorprendente. Nel luglio del 1963 Lou<br />

Schalk volò brevemente a Mach 3, per la gioia dell’agenzia. Eppure mantenere quella<br />

velocità per dieci minuti richiese altri sette mesi di lavoro. Ogni volo era come una<br />

missione operativa, con i navigatori che studiavano una rotta e facevano mappe giorni<br />

prima mentre testavano il sistema di navigazione interno dell’Oxcart, o INS. «Quando si<br />

vola a quella quota e a quella velocità, si ha bisogno di grossi riferimenti per convalidare<br />

le informazioni provenienti dall’INS» ricorda il navigatore Sam Pizzo. «Tutti i tradizionali<br />

riferimenti geografici, come le montagne e i fiumi, non andavano bene. L’Oxcart era<br />

troppo veloce. I piloti avevano bisogno di punti di riferimento delle dimensioni del Grand<br />

Canyon o dei Grandi <strong>La</strong>ghi» aggiunge. «È impossibile immaginare che territorio<br />

inesplorato fosse per un navigatore. Per quanta esperienza potessi avere, nulla era<br />

sufficiente a prepararti a lavorare con un aereo che andava due o tre volte più veloce di<br />

qualunque cosa mai vista prima.»<br />

<strong>La</strong> caratteristica intrinseca dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> era che tutto ciò che vi accadeva, succedeva in<br />

grande. Dal momento che gli ordini provenivano direttamente dal presidente, e data la<br />

segretezza <strong>senza</strong> precedenti che circondava il progetto, tra gli uomini era diffuso il

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