Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

larghe sezioni erano finite sottoterra. Era importantissimo trovare tutti i pezzi della
fusoliera in titanio. Il metallo era raro e costoso, e il fatto che l’aereo spia dell’agenzia
fosse costruito a mano in titanio era un segreto custodito con cura. Se un giornalista o un
abitante del posto avessero trovato anche il più piccolo frammento dell’aereo, ciò
avrebbe fatto nascere delle domande sul materiale di cui era fatto che avrebbero potuto
mettere a rischio la copertura dell’intero progetto Oxcart. Altrettanto critico per la
sicurezza nazionale era assicurarsi che fosse mantenuto il segreto sui materiali radar
assorbenti, noti come “compositi”, che ricoprivano tutto il velivolo. Se un pezzo dell’aereo
fosse finito nelle mani sbagliate, le conseguenze sarebbero potute essere disastrose: i
russi avrebbero scoperto il segreto dell’invisibilità.
Per due giorni oltre cento uomini percorsero palmo a palmo il terreno, cercando i pezzi
dell’aereo, e le carte e le mappe che Collins aveva con sé. «Alla fine avevamo perlustrato
ogni centimetro della zona» ricorda Pizzo. Un enorme aereo da trasporto C-124 trasferì i
pezzi dell’Oxcart all’Area 51. In un hangar sotto stretta sorveglianza gli uomini cercarono
di rimettere insieme l’aereo pezzo per pezzo.
L’allontanamento di Richard Bissell un anno prima aveva lasciato un enorme vuoto di
potere alla base. Adesso gli uomini che lavoravano all’Area 51 avevano la sensazione che
quel vuoto fosse stato riempito dagli alti papaveri dell’aeronautica militare 13 . Era
perfettamente logico. Laddove l’U-2 in sostanza era stato un aliante a motore, l’A-12
Oxcart era l’aereo più sofisticato, avveniristico e veloce del mondo. Per uomini che si
erano consacrati alla potenza aerea – e ciò era vero per tutti coloro che appartenevano
all’aeronautica militare – l’Oxcart supersonico era il massimo. L’Area 51 era diventata il
fiore all’occhiello dell’aviazione, un luogo dove gli ufficiali potevano comandare la loro
“personale forza aerea”, come ebbe a dire una volta il generale Paul Bacalis. Il che
significava che i protetti del Pentagono, in genere eroi della Seconda guerra mondiale
sopravvissuti a missioni rischiose e potenzialmente letali, venivano ricompensati con ruoli
chiave alla base. Uomini come il colonnello Robert Holbury.
Il titolo ufficiale di Holbury era comandante dello Special Activities Squadron di Las
Vegas, la denominazione non classificata di Oxcart. Ex pilota di caccia durante il secondo
conflitto mondiale, Holbury aveva ricevuto una menzione speciale dal generale Patton 14
per aver compiuto un pericoloso volo di ricognizione a bassa quota sul fiume Saar, nella
Germania occidentale, al quale era sopravvissuto nonostante fosse finito sotto un pesante
fuoco nemico. Holbury era il comandante della base quando Collins distrusse il primo
Oxcart. Nell’ambiente dell’aviazione, quando un aereo precipita, qualcuno deve prendersi
la colpa. Spiega Collins: «Nella mentalità del SAC [Strategic Air Command], se si verifica
un incidente il comandante della squadriglia se ne assume le conseguenze». Secondo
Collins, invece, Holbury cercò di dare la colpa a lui. «Non voleva essere rimproverato;
voleva avere una stelletta. Voleva diventare generale e così cercò di addossarmi la
responsabilità. Dopo l’incidente, ancor prima dell’indagine, chiese che fossi licenziato.»
Collins non era disposto ad accettarlo. Per sua fortuna, il costruttore dell’aereo, cioè
Kelly Johnson, non era interessato a sapere di chi fosse la colpa, quanto piuttosto a
scoprire cos’era andato storto. Ascoltando Collins raccontare l’accaduto nella riunione
seguita all’incidente, non riuscì a capire quale fosse stata la causa del disastro. Si