Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

imettere in assetto l’A-12 Oxcart della CIA e l’aereo da milioni di dollari stava per
schiantarsi.
Collins non aveva idea della distanza dal suolo perché si trovava in un banco di nuvole,
senza visibilità. Non sapeva neppure se si trovasse sopra delle montagne, il che avrebbe
significato che aveva ancora meno tempo per eiettarsi. Abbassò la visiera e afferrò
l’anello per l’eiezione posizionato tra le sue gambe. Si appoggiò saldamente al
poggiatesta e tirò. Eiettarsi da un costosissimo e avveniristico aereo segreto non è una
cosa che si dimentica facilmente, e Collins ricorda ancora i dettagli di quello che successe.
«Il tettuccio dell’aereo volò via e scomparve, ma io ero ancora a testa in giù, con l’aereo
sopra di me» spiega. «Dato che avevo azionato l’uscita d’emergenza, il seggiolino scattò
all’indietro ed entrò in azione il sistema esplosivo, scagliandomi in avanti, lontano
dall’aereo.» Prima Collins si separò dall’Oxcart, poi dal suo seggiolino. Quindi cominciò a
cadere finché non si aprì un piccolo paracadute frenante. Durante tutta la sua lunga
carriera era la prima volta che gli capitava di doversi lanciare. Mentre scendeva verso
terra, cercò di capire in che stato si trovasse: era il Nevada o lo Utah? Il terreno
sottostante sembrava desertico, con basse colline ma niente montagne; era ancora
troppo in alto per distinguere la presenza di strade. In lontananza vide il pesante aereo
nero che precipitava fuori controllo, finché non scomparve. «Ricordo di aver visto una
grande colonna di fumo nero alzarsi dal suolo desertico e di aver pensato: “Quello è il mio
aeroplano”.» Solo che dell’Oxcart non rimaneva nient’altro che un ammasso di titanio
fumante.
All’improvviso Collins si accorse che il paracadute aveva ceduto e si ritrovò in caduta
libera. La sua fortuna era finita? si chiese. Era venuta la sua ora? Ma altrettanto
all’improvviso avvertì uno strattone e sopra di lui si allargò un altro paracadute, grande il
doppio del precedente. Iniziò a fluttuare lentamente verso il suolo. Nessuno gli aveva
detto che il sistema di eiezione dell’Oxcart prevedeva due paracadute separati. Il primo
era abbastanza piccolo da rallentare la caduta del pilota e portarlo a una quota di 4.600
metri. Poi il paracadute frenante si sarebbe staccato prima dell’apertura del secondo
paracadute, del tipo che era più familiare alla maggior parte dei piloti.
Adesso Collins riusciva a vedere delle strade e i cespugli di artemisia. Si chiese quanto
ci sarebbe voluto perché lo localizzassero; quando Jack Weeks era tornato indietro, pochi
minuti prima dell’incidente, l’Oxcart sembrava a posto, ma per via dei protocolli di
segretezza Collins non si era messo in contatto radio con la base prima di eiettarsi. Aveva
l’impressione di trovarsi da qualche parte a nord delle pianure salate del Salt Lake.
Quando stava per toccare terra si rannicchiò e poi rotolò su se stesso. La sua mente
correva avanti per stabilire quali fossero le prossime mosse.
Si liberò del paracadute e iniziò a raccogliere tutte le cose su cui riuscì a mettere le
mani. Sul deserto piovevano pagine del protocollo di volo e mappe di navigazione;
mentre lui si affannava a recuperare i documenti top-secret, udì il rumore del motore di
un’automobile. Alzò lo sguardo e vide un pickup che sobbalzava verso di lui su una pista
sterrata. «Mentre si avvicinava, notai che a bordo c’erano tre uomini» ricorda Collins. «Il
furgone si diresse verso di me e si fermò. Nel retro del pickup c’era il tettuccio
dell’Oxcart.»