Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

Seconda guerra mondiale, con il contorno di immancabile eroismo 21 . Nel corso di un
bombardamento sull’isola di Kyushu, in Giappone, l’aereo che pilotava fu attaccato da
alcuni caccia giapponesi che colpirono sia il velivolo sia gli uomini a bordo. Il motorista di
Ledford, il sergente maggiore Harry C. Miller, fu ferito alla testa. Il medico di bordo curò
Miller e cercò di somministrare degli oppiacei a Ledford 22 , anche lui ferito, il quale rifiutò
perché voleva rimanere lucido. Mentre l’aeroplano precipitava, Ledford e il medico
aprirono un paracadute, tagliarono le corde e legarono la calotta al motorista esanime,
quindi calarono l’uomo dall’alloggiamento del carrello. Poi si lanciò anche Ledford,
ritardando l’apertura del paracadute in modo da essere al fianco di Miller quando fossero
arrivati al suolo. Dato che Miller era svenuto, senza l’aiuto di Ledford probabilmente si
sarebbe rotto la spina dorsale. Il medico raccontò in seguito quanto fosse rimasto stupito
di veder funzionare l’arrischiato piano di Ledford.
Vent’anni dopo, alla tavola rotonda convocata per la crisi dei missili, Ledford diede
prova della stessa lungimiranza nel prevenire una situazione potenzialmente letale. La
prima cosa che fece fu sottoporre alla CIA e all’aeronautica un’analisi dettagliata delle
possibilità che l’U-2 venisse abbattuto in volo. Le probabilità erano di una a sei, disse
Ledford 23 . Spinse perché si attuasse la missione, sostenendo che era meglio sapere
subito se c’erano davvero dei missili a testata nucleare a Cuba piuttosto che desiderare di
averlo saputo in seguito, quando sarebbe potuto essere troppo tardi. Una volta messi sul
tavolo quei freddi fatti, il nodo della discussione divenne chiaro. La materia del
contendere non era se autorizzare o meno la missione di spionaggio dal cielo; si trattava
invece di stabilire chi l’avrebbe condotta, se l’aeronautica o l’agenzia. Si scoprì che
volevano farlo tutt’e due. Kennedy voleva che ai comandi dell’aereo ci fosse un pilota con
indosso l’uniforme azzurra dell’aeronautica americana; il presidente aveva l’impressione
che se un aereo spia della CIA 24 fosse stato abbattuto nei cieli di Cuba le conseguenze
avrebbero potuto essere molto gravi, rinfocolando l’ostilità sorta riguardo all’incidente di
Gary Powers. Ma il generale Ledford sapeva una cosa che il presidente ignorava, ovvero
che gli U-2 della CIA era aerei più avanzati, che difficilmente avrebbero potuto essere
abbattuti. Gli U-2 dell’agenzia volavano 1.500 metri più alti delle controparti
dell’aeronautica, che erano appesantiti da sistemi di ricognizione aggiuntivi. Gli aerei
della CIA avevano anche migliori sistemi di contromisure elettroniche, vale a dire mezzi
più sofisticati per mandare fuori rotta i missili SA-2 lanciati contro di loro. E così Ledford
fece un capolavoro diplomatico e convinse la CIA a prestare all’aeronautica i suoi preziosi
U-2. Dato che era in gioco il destino del mondo libero, le due parti concordarono di
lavorare insieme per risolvere la crisi.
Il 14 ottobre un pilota dell’aeronautica ai comandi di un U-2 della CIA 25 riportò in patria
un filmato di Cuba che la Casa Bianca doveva vedere. I fotogrammi mostravano missili a
testata nucleare 26 forniti dall’Unione Sovietica e l’installazione di rampe missilistiche a
Cuba. Quegli otto rotoli di pellicola riportati dall’aereo spia della CIA scatenarono la crisi
dei missili di Cuba, portando il mondo più vicino a un conflitto atomico di quanto fosse
mai stato. Diedero altresì una spinta decisiva ai lavori in corso all’Area 51. Il Pentagono
disse all’agenzia che voleva immediatamente un Oxcart da usare per sorvolare Cuba. Un
rapporto della CIA relativo a Oxcart declassificato nel 2007 lo dice chiaramente: «Il