Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

sovietici stessero preparando una trappola mortale usando i missili. Ma non c’era alcuna
prova decisiva della presenza di missili, ribatterono i militari. (Il Pentagono non dubitava
che i sovietici volessero installare missili nucleari a Cuba; soltanto, non pensavano che
l’avessero già fatto.) McCone partì per la sua luna di miele a Parigi 15 .
Il mese successivo, settembre, le condizioni meteorologiche impedirono di avere
informazioni fotografiche utili. Continuava a piovere oppure l’isola era nascosta da una
pesante copertura nuvolosa. Finalmente, il 29 settembre una missione U-2 sull’Isola dei
Pini (oggi Isola della Gioventù) e sulla Baia dei Porci rivelò la presenza di un sito
missilistico di cui si ignorava ancora l’esistenza. Furono convocati i massimi consiglieri del
presidente: la CIA li avvertì che a Cuba potevano esserci altri pericoli e insistette perché
fossero autorizzate ulteriori missioni con l’aereo spia per ottenere maggiori informazioni
sulle installazioni militari dell’isola. Il segretario alla Difesa Robert McNamara e il
segretario di stato Dean Rusk si opposero: non volevano un altro incidente come quello di
Gary Powers 16 , sostennero. Ma il 5 e il 7 ottobre la CIA ottenne l’approvazione di
Kennedy 17 per due missioni aggiuntive. Le informazioni ottenute erano difficili da
ignorare: adesso su Cuba c’erano un totale di diciannove basi missilistiche, il che
significava che sull’isola si trovava qualcosa di molto importante che i russi intendevano
difendere. Il Pentagono non cedette: non c’era alcuna prova della presenza di missili,
dissero McNamara e Rusk. A complicare ulteriormente le cose, il capo dello stato
maggiore congiunto, il generale LeMay, stava facendo pressioni per essere autorizzato a
compiere attacchi preventivi 18 contro Cuba. Era una situazione instabile e incredibilmente
pericolosa: se la CIA aveva ragione e sull’isola c’erano già missili a testata nucleare, allora
i cosiddetti attacchi preventivi di LeMay avrebbero scatenato una guerra atomica invece
di evitarla.
L’agenzia aveva disperatamente bisogno di un mago della diplomazia, qualcuno in
grado di convincere le istituzioni rivali a mettersi d’accordo per collaborare e costringere i
sovietici a fare marcia indietro. La CIA e l’aeronautica militare avevano idee
completamente diverse su quale fosse il passo successivo da fare: l’agenzia voleva
raccogliere ulteriori informazioni con l’U-2 e l’aviazione voleva prepararsi alla guerra. Ci
voleva una persona capace di mettersi nei panni di entrambe le parti con relativa
oggettività, qualcuno in grado di vedere con chiarezza ambedue i lati del dilemma. In un
raro momento di accordo, la CIA e l’aeronautica decisero che l’uomo giusto era il generale
Jack Ledford. Solo poche settimane prima, McCone gli aveva offerto 19 il ruolo di direttore
dell’Office of Special Activities (Ufficio delle attività speciali), il che significava che
sarebbe stato il collegamento del Pentagono con la CIA all’Area 51. Ledford si era appena
laureato all’Industrial College of the Armed Forces (Istituto industriale delle forze armate)
e stava pensando di trasferirsi a ovest, quando il suo vecchio superiore durante la
Seconda guerra mondiale, il generale LeMay, lo aveva incoraggiato ad accettare l’incarico
della CIA 20 .
LeMay conosceva Ledford dai tempi della guerra nel Pacifico, quando Ledford era un
pilota ai suoi ordini. Ex tuffatore olimpico, Ledford era alto, carismatico e affascinante.
«Aveva un carisma contagioso. Era impossibile non esserne attratti» dice Wheelon.
Naturalmente c’è la leggenda dell’incidente aereo di Ledford nel Pacifico durante la