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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Capitolo 10<br />

MAGHI DELLA SCIENZA,<br />

DELLA TECNOLOGIA<br />

E DELLA DIPLOMAZIA 1<br />

Harry Martin era immobile sulla pista, affascinato dalla bellezza dell’Oxcart. Con la sua<br />

fusoliera lunga e scintillante l’aeroplano assomigliava a un cobra con le ali. In qualità di<br />

sergente esperto di carburanti, Martin lavorava all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> sin dai primissimi giorni 2 del<br />

progetto Oxcart, quando ancora l’asfalto su cui si trovava in quel momento veniva steso.<br />

Adesso all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> stava succedendo qualcosa di grosso. L’Oxcart era arrivato ed era<br />

quasi pronto ad alzarsi in volo. Per oltre una settimana Martin aveva visto una sfilata di<br />

personalità che arrivavano e se ne andavano a bordo di jet dell’aeronautica militare. I<br />

generali si presentavano immancabilmente 3 all’hangar dove Martin lavorava perché era lì<br />

che tenevano l’aereo.<br />

Era il 25 aprile 1962. A poca distanza da dove si trovava Martin, il pilota collaudatore<br />

Louis Schalk faceva un riposino quando un uomo dell’agenzia gli mise una mano sulla<br />

spalla e disse: «Lou, svegliati!» 4 . L’Oxcart era pronto e Lou Schalk doveva pilotarlo. Due<br />

funzionari della divisione di supporto fisiologico aiutarono Schalk a indossare la tenuta di<br />

volo, che assomigliava a una normalissima tuta da lavoro. Non c’era bisogno di una tuta<br />

pressurizzata perché quel giorno Schalk avrebbe fatto solo una prova di rullaggio. Sulla<br />

pista, un meccanico portò una scaletta metallica e Schalk si arrampicò sullo strano aereo.<br />

Non c’era nessun altro a parte gli addetti ai lavori. John Parangosky, autore di una<br />

monografia segreta intitolata The Oxcart History e declassificata nel 1997, scrisse che un<br />

osservatore esterno sarebbe stato incapace di capire cosa stava succedendo. «Un non<br />

addetto ai lavori sarebbe rimasto sbalordito dall’aspetto del veicolo; forse avrebbe notato<br />

soprattutto la forma estremamente sottile e allungata, i due enormi motori a getto e le<br />

ali arretrate che sembravano troppo corte per sostenere l’aereo in volo.» Era un aereo<br />

rivoluzionario, scrisse Parangosky, in grado di volare a una velocità tre volte superiore a<br />

quella del suono per quasi cinquemila chilometri <strong>senza</strong> bisogno di fare rifornimento:<br />

ovvero di percorrere la distanza tra il Nevada e Washington in meno di un’ora. «Verso la<br />

fine della missione, quando il carburante diminuiva, poteva raggiungere una quota di<br />

quasi 30.000 metri.»<br />

Ma ovviamente non c’era nessun osservatore esterno all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. In quella bella<br />

giornata di aprile del 1962, il velivolo era l’unico A-12 Oxcart che la Lockheed aveva<br />

ultimato per la CIA.

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