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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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della EG&G durante i test nucleari. In seguito, gli venne insegnata l’arte di cablare le<br />

bombe atomiche. Negli anni Cinquanta Freedman prese parte a decine di test nucleari<br />

insieme ad Al O’Donnell, in qualità di membro della squadra che armava e faceva<br />

detonare le bombe sia al poligono dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> sia al Pacific Proving Ground. «Sono<br />

persino sopravvissuto allo schianto di un elicottero nelle isole Marshall» aggiunge<br />

Freedman. Nel 1957 la EG&G venne a sapere che Freedman aveva studiato fotografia dopo<br />

la scuola superiore e lo assegnò a una squadra incaricata di fotografare le esplosioni<br />

nucleari. Ma nel 1960 era entrato in vigore il trattato sul bando dei test nucleari e le<br />

esplosioni erano state spostate nel sottosuolo, sicché la vita di Freedman subì quella che<br />

lui stesso definì «una svolta <strong>senza</strong> chiasso».<br />

Un pomeriggio era seduto in un magazzino della EG&G di <strong>La</strong>s Vegas, intento a pulire<br />

l’attrezzatura fotografica. «Pensavo a quanto in fretta diventasse noioso il lavoro d’ufficio<br />

quando entrò il mio capo e disse: “Ehi, Jim, vuoi andare a lavorare a un progetto<br />

segreto?”.» Freedman non esitò. «Risposi di sì, perché sembrava interessante, e mi<br />

ritrovai all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. Non ne avevo mai sentito parlare prima. Non avevo idea che si<br />

trovasse proprio al di là della collina del Nevada Test Site dove avevo lavorato per così<br />

tanti anni. Nessuno per cui non fossero informazioni strettamente necessarie ne<br />

conosceva l’esistenza.» Quando Freedman arrivò all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, ebbe la sensazione di<br />

«mettere piede sulla faccia oscura della luna. Si conosce la parte illuminata della luna;<br />

be’, in termini relativi, era così per il poligono nucleare. L’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> era l’altra faccia, quella<br />

nascosta». Il lavoro che era iniziato con un contratto a breve termine nel dicembre del<br />

1960 sarebbe durato per i quattordici anni successivi.<br />

Un giorno, alla fine dell’estate del 1961, solo due mesi dopo che la Baia dei Porci era<br />

diventata di dominio pubblico, Jim Freedman stava camminando per la base con in mano<br />

una lista di lavori da svolgere. Era rimasto colpito dalla banalità e dallo scarso contenuto<br />

tecnico del compito più importante che gli era stato assegnato quella settimana. In un<br />

mondo dominato da scienza e apparecchi tecnologici all’avanguardia legati allo<br />

spionaggio, il supervisore voleva che Freedman aiutasse i carpentieri dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> a<br />

trovare maggiori quantità di assi di legno. «Gli operai stavano trasformando dei gradini in<br />

una rampa» spiega. «Succedeva ovunque nella base. Un sacco di scalini stavano<br />

diventando un sacco di rampe e ricordo di aver pensato che stavano spendendo un<br />

mucchio di soldi per consentire a qualcosa di basso e su ruote di muoversi per la base.»<br />

Freedman sapeva di non dover fare domande. «Ma quando atterrò un piccolo aereo e ne<br />

emerse un uomo in sedia a rotelle, vidi il mio capo, Werner Weiss della CIA, avvicinarsi al<br />

velivolo sulla pista. E guardandoli mentre si salutavano capii quanto quell’uomo fosse<br />

importante per la CIA. Aveva i capelli color argento. Una figura davvero memorabile su<br />

una sedia a rotelle. Per anni lo cercai alla tv.» Freedman non lo vide mai in televisione,<br />

ma l’uomo era Lyman Kirkpatrick, ispettore generale dell’agenzia. Mandato all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> per<br />

ordine del presidente, a quanto si sa Kirkpatrick è l’unico ispettore generale della CIA ad<br />

aver mai visitato la base. Nonostante il fatto che fosse confinato su una sedia a rotelle,<br />

Kirkpatrick riuscì a ispezionare meticolosamente l’irregolare terreno desertico. Dopo che<br />

ebbe esaminato i vari edifici chiese di essere portato in automobile ai confini più lontani<br />

della base, dove individuò ciò che ritenne una falla nella sicurezza. «Il perimetro elevato

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