Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

Paperclip, sviluppati a partire dal V2 tedesco. A Fort Bliss, Barnes lesse articoli scientifici
scritti dagli ex scienziati nazisti e qualche volta i tedeschi facevano lezione. «Nessuno
pensava sul serio che fossero ex nazisti» dice Barnes. «Erano gli esperti. Adesso
lavoravano per noi e noi imparavamo da loro.» All’inizio del 1960 Barnes era un vero
esperto di missili. Talvolta, quando un missile non partiva al White Sands Missile Range,
mandavano lui a disarmarlo. «Mi avvicinavo al missile, toglievo il pannello e scollegavo i
cavi dell’innesco» ricorda Barnes. «Quando si è giovani, non si pensa mai a quanto siano
pericolose certe cose.» Tra la formazione accademica e l’esperienza sul campo, Barnes
sviluppò un eccezionale talento in un campo esoterico che la CIA stava appena iniziando a
esplorare: ELINT. Ecco perché a ventitré anni fu reclutato dall’agenzia 41 per partecipare a
un “gioco del pollo” * top-secret con i russi che faceva parte del progetto Palladium.
Sebbene Barnes all’epoca non lo sapesse, il lavoro che stava facendo riguardava sistemi
di contromisure elettroniche che in seguito sarebbero stati installati a bordo dell’A-12
Oxcart.
L’aviazione militare americana ebbe le sue origini alla base di Fort Bliss nel 1916,
quando la prima squadriglia aerea la usò come postazione temporanea mentre dava la
caccia a Pancho Villa nel vicino Messico. Adesso, quasi mezzo secolo dopo, la base,
chiamata Biggs, apparteneva allo Strategic Air Command e ospitava bombardieri pesanti
come i B-52 Stratofortress. A partire dal 1960, l’installazione divenne anche una base
temporanea per le missioni segrete della CIA facenti parte del progetto Palladium, e
quello stesso anno T.D. Barnes si ritrovò in piedi sull’asfalto del campo d’aviazione di
Biggs a guardare un gruppo di uomini dell’aeronautica che caricavano con delicatezza un
missile Hawk nella stiva di un aereo. Credevo che le armi stessero nell’alloggiamento
apposito, pensò Barnes. Ma il progetto a cui partecipava era insolito, pericoloso e topsecret.
Per Barnes le informazioni relative al quadro generale non erano strettamente
necessarie e sapeva che era meglio non fare domande. Così, si arrampicò nella stiva e
sedette di fianco al missile. «Avevamo tolto la punta e anche parte dell’involucro. Il
missile era appoggiato su un banco all’interno dell’aereo. Il mio compito consisteva
nell’osservare la risposta elettronica» spiega Barnes. L’aeroplano e l’equipaggio
decollarono dalla base e fecero rotta verso Cuba. Il piano prevedeva di volare lungo il
confine dello spazio aereo cubano senza entrarvi. Alcuni istanti prima di sconfinare, il
pilota avrebbe rapidamente invertito la rotta e sarebbe tornato alla base. A quel punto,
gli esperti radar russi che lavoravano nelle postazioni cubane avrebbero attivato i loro
sistemi per seguire l’aereo americano e dei caccia MIG si sarebbero alzati in volo per
reagire. Il compito del progetto Palladium era raccogliere dati di intelligence elettronica
dai segnali emessi dalle stazioni radar e dai MIG. Si trattava del primo passo per scoprire
come creare un sistema di interferenza per l’A-12 all’Area 51.
I cubani e i loro patroni russi non sapevano se gli americani stessero facendo un altro
gioco del pollo o se si trattasse di un atto di guerra. «I MIG sovietici si sarebbero lanciati
contro di noi» racconta Barnes. «All’epoca la tecnologia ECM [Electronic countermeasure,
“contromisure elettroniche”] e ECCM [Electronic counter-countermeasure, “controcontromisure
elettroniche”] era ancora nuova sia per l’aereo sia per il missile. Avremmo
trasmesso un segnale Doppler da un simulatore radar che avrebbe detto ai loro piloti di