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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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confidarvi un segreto.» Sorrise. «Quando vi ho parlato due giorni fa, ho deliberatamente<br />

evitato di dirvi che abbiamo i resti dell’aeroplano e abbiamo anche il pilota che è<br />

piuttosto vivo e vegeto» disse Chrušcëv. Per gli Stati Uniti era un disastro diplomatico<br />

della peggior specie.<br />

Il presidente era in trappola. Se avesse negato di sapere cosa stavano facendo i suoi<br />

“militaristi”, sarebbe sembrato disinformato riguardo al proprio esercito. Se avesse<br />

ammesso di aver autorizzato personalmente il volo di Powers, sarebbe apparso chiaro<br />

che aveva mentito dicendo che l’aereo abbattuto faceva ricerche meteorologiche e non<br />

spionaggio. Il comandante in capo era talmente demoralizzato dalla posizione<br />

insostenibile in cui si trovava che quando entrò nella Sala Ovale, due giorni dopo, disse<br />

alla sua segretaria Ann Whitman: «Vorrei tanto potermi dimettere» 23 . Spiare la Russia e<br />

violare lo spazio aereo sovietico era una cosa; mentire dopo esser stato colto con le mani<br />

nel sacco avrebbe fatto apparire il presidente americano come un bugiardo agli occhi del<br />

mondo. Nel 1960, ci si aspettava che i presidenti americani dicessero la verità; non c’era<br />

alcun precedente di menzogne.<br />

Chrušcëv pretese delle scuse dalla sua nemesi. Eisenhower non avrebbe ceduto 24 .<br />

Scusarsi non avrebbe fatto altro che scoperchiare il vaso di Pandora. C’erano troppe<br />

missioni di spionaggio perché si potessero rendere pubbliche: gli U-2 avevano sorvolato la<br />

Russia in almeno ventiquattro occasioni e poi c’erano le centinaia di voli dei bombardieri<br />

del generale LeMay. Rivelare il pericoloso gioco del gatto con il topo che era andato<br />

avanti in segreto – in un’epoca in cui le armi termonucleari di ambedue le parti erano<br />

pronte a essere usate – avrebbe verosimilmente scioccato e spaventato la popolazione<br />

molto più del fatto di avere un presidente bugiardo. Un sondaggio nazionale rivelò che<br />

oltre la metà degli americani adulti erano convinti di avere più probabilità di morire in<br />

una guerra atomica contro la Russia che di vecchiaia. Così Eisenhower prese la decisione<br />

di concentrare l’attenzione solo sulla missione di Gary Powers e di confessare di averla<br />

autorizzata personalmente. Fu «la prima volta che una nazione ammetteva<br />

pubblicamente 25 di essere impegnata nello spionaggio» osservò il massimo esperto di<br />

foto scattate dagli U-2 dell’epoca, Dino Brugioni.<br />

Anche Chrušcëv poteva giocare al gatto con il topo. E lo fece mettendo a segno una<br />

pericolosa mossa offensiva. Nell’estate del 1960 aveva autorizzato l’installazione di una<br />

base militare sovietica 26 a Cuba. L’isola, a sole 90 miglia dalla costa della Florida, era alle<br />

porte dell’America. Il piano di Chrušcëv era di mettere testate nucleari a distanza di tiro<br />

da Washington. In quel modo, i missili sovietici potevano essere lanciati dall’Avana e<br />

cancellare dalla faccia della Terra la capitale degli Stati Uniti in soli 25 minuti 27 . Chrušcëv<br />

stava dimostrando a Eisenhower che anche lui sapeva giocare al gatto con il topo.<br />

Subito dopo essere stato abbattuto e recuperato dai sovietici, Gary Powers fu portato in<br />

aereo da Sverdlovsk a Mosca e rinchiuso in una cella della Lubjanka, la prigione che<br />

fungeva anche da quartier generale del KGB. Qui iniziarono gli interrogatori. Powers aveva<br />

già deciso una tattica: avrebbe detto ai russi la verità, ma «con limiti precisi». Il KGB<br />

voleva sapere dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. Dov’era stato addestrato a pilotare gli U-2? chiesero a Powers.<br />

Secondo le sue memorie, disse al KGB che l’addestramento si era svolto in una base della

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