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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Con l’aereo spia U-2 e i missili SA-2, gli americani e i sovietici avevano giocato al gatto<br />

con il topo: inseguimenti continui, apparenti catture e ripetute fughe. Adesso il gioco era<br />

finito. Powers, come il topo, era stato preso. Ma c’era una seconda catastrofe, anche<br />

peggiore. Quando lo staff della Casa Bianca aveva saputo che l’U-2 di Powers era stato<br />

abbattuto, tutti pensarono che fosse morto. Si trattava di un’assuzione basata su “fatti”<br />

d e l l a CIA. Richard Bissell aveva assicurato personalmente al presidente che<br />

nell’improbabile eventualità che un missile SA-2 fosse riuscito a raggiungere un U-2 e ad<br />

abbatterlo, il pilota non sarebbe sopravvissuto. «Credevamo che se un U-2 fosse stato<br />

abbattuto 19 in territorio sovietico, tutto ciò su cui i russi avrebbero potuto mettere le mani<br />

sarebbe stato il rottame di un aereo» spiegò in seguito Bissell. E così, convinti che Gary<br />

Powers fosse morto, la Casa Bianca negò che l’aeroplano stesse compiendo una missione<br />

di spionaggio, contraddicendo le accuse lanciate pubblicamente da Chrušcëv. Per cinque<br />

giorni, la Casa Bianca affermò 20 che Gary Powers stava raccogliendo dati meteorologici<br />

ad alta quota per conto del National Advisory Committee for Aeronautics, o NACA.<br />

Ma Chrušcëv aveva le prove 21 , che presto avrebbe reso pubbliche. Con un gesto<br />

teatrale 22 , il 5 maggio riunì tutti i 1.300 membri del Soviet Supremo nella sala conferenze<br />

del Cremlino e si rivolse loro da un palco. Gli Stati Uniti si stanno prendendo gioco della<br />

Madre Russia, dichiarò. Avevano mandato aerei spia sull’Unione Sovietica per quasi<br />

quattro anni. Per sottolineare la gravità di ciò che era accaduto, Chrušcëv fece<br />

un’analogia pregnante. «Immaginate che cosa sarebbe successo se un aereo sovietico<br />

fosse comparso sopra New York, Chicago o Detroit. Avrebbe significato lo scoppio di una<br />

guerra!» Tra mormorii di orrore, Chrušcëv spiegò come l’Unione Sovietica avesse<br />

inizialmente usato canali diplomatici per protestare contro i voli dell’aereo spia. Disse che<br />

aveva chiesto al Consiglio di sicurezza dell’ONU di prendere provvedimenti, ma che non<br />

era stato fatto nulla. Solo quattro giorni prima, continuò, il Primo Maggio, si era verificata<br />

un’altra missione di spionaggio illegale. Solo che questa volta i sovietici erano riusciti ad<br />

abbattere l’aereo. Il pubblico ruppe in esclamazioni di giubilo. Poi arrivò al nocciolo della<br />

questione, formulando una domanda che era anche una provocazione, com’era nel suo<br />

stile. «Chi ha inviato questo aereo oltre la frontiera sovietica?» chiese. «È stato il<br />

comandante in capo americano che, come tutti sanno, è il presidente? Oppure i<br />

responsabili di questo atto di aggressione sono stati i militaristi del Pentagono <strong>senza</strong> che<br />

il presidente ne fosse a conoscenza? Se i militari americani possono intraprendere simili<br />

azioni di loro iniziativa, il mondo dovrebbe cominciare a preoccuparsi seriamente.» A quel<br />

punto il pubblico di Chrušcëv stava battendo i piedi sul pavimento.<br />

Dall’altra parte dell’oceano, il presidente Eisenhower continuava a ignorare che Gary<br />

Powers fosse vivo e che stesse parlando con gli uomini che lo avevano catturato. Tutto<br />

quello che la Casa Bianca e la CIA sapevano era che i sovietici erano in possesso del<br />

rottame di un U-2. Chrušcëv aveva architettato una trappola pericolosa, e il presidente<br />

Eisenhower ci finì dritto dentro. <strong>La</strong> Casa Bianca mandò nella sala stampa il suo addetto<br />

Walter Bonney, il quale salutò i giornalisti e raccontò una menzogna alla nazione. L’aereo<br />

per le ricerche meteorologiche di Gary Powers avrebbe dovuto sorvolare la Turchia, e<br />

invece era finito fuori rotta. Due giorni dopo, il 7 maggio, Chrušcëv fece scattare la<br />

trappola. «Compagni» disse al Soviet, riunito per un secondo discorso rivelatore. «Devo

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