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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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dell’addestramento all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, quando gli U-2 non avevano il seggiolino eiettabile.<br />

All’epoca uscire dall’aereo era una faccenda che toccava al pilota, non a un dispositivo<br />

meccanico. Powers allungò la mano verso l’alto e sganciò la calotta dell’abitacolo che volò<br />

via perdendosi nell’oscurità. <strong>La</strong> forza centrifuga dell’aeroplano in vite lo risucchiò<br />

all’istante nell’atmosfera. Perlomeno era libero; adesso doveva aprire il paracadute. In<br />

quel momento si rese conto con orrore di essere ancora attaccato all’aereo con i tubi<br />

dell’ossigeno. Powers cercò di riflettere sul da farsi, ma la forza di gravità era troppo<br />

grande. Non c’era niente che potesse fare. Il suo destino non era più nelle sue mani.<br />

Svenne.<br />

A 3.200 chilometri di distanza, alla postazione di ascolto della National Security Agency<br />

in Turchia, gli operatori intercettarono la conversazione degli operatori radar sovietici di<br />

Kyshtym 40 che cercavano di abbattere l’U-2 di Powers. L’ NSA aveva già partecipato a<br />

molte missioni dell’aereo spia: era loro compito equipaggiare gli U-2 della CIA con sistemi<br />

di ascolto, registratori speciali che raccoglievano informazioni di intelligence, o ELINT. Gli<br />

operatori dell’NSA capirono che qualcosa non andava nel momento stesso in cui udirono un<br />

pilota sovietico di MIG, quello che stava dando la caccia a Powers da una quota inferiore,<br />

parlare con gli addetti ai missili di Kyshtym 40. «Sta virando a sinistra» 15 disse il pilota<br />

russo, aiutando gli uomini della difesa aerea a individuare con esattezza la posizione di<br />

Powers. Alcuni istanti dopo, gli uomini dell’NSA sentirono 16 Kyshtym 40 dire che l’U-2 era<br />

scomparso dai loro schermi.<br />

L’NSA mandò immediatamente un messaggio alla Casa Bianca contrassegnato come<br />

CRITICO. Nel frattempo, al comando di Mosca, il colonnello Orlov ricevette un rapporto<br />

urgente dalla Siberia: l’aereo spia americano era stato abbattuto. Era stato lanciato un<br />

missile e l’U-2 era scomparso dagli schermi radar. <strong>La</strong> notizia era stata trasmessa a<br />

Chrušcëv per telefono, e il leader sovietico aveva chiesto prove concrete. <strong>La</strong> Casa Bianca<br />

inviò una nota alla CIA che fu ricevuta dall’assistente speciale di Bissell, Bob King. «Bill<br />

Bailey non è tornato a casa» 17 , le parole in codice con cui Richard Bissell seppe<br />

dell’accaduto.<br />

Sopra Sverdlosk, Francis Gary Powers era in caduta libera. In qualche modo, era<br />

riuscito a staccarsi dall’aereo che precipitava. Mentre scendeva fluttuando verso terra,<br />

Powers notò una piccola automobile che percorreva una strada sterrata nella sua stessa<br />

direzione, come se lo seguisse. Finalmente toccò il suolo. L’auto si fermò e ne scesero<br />

degli uomini che si misero ad aiutarlo. Uno si occupò del paracadute, un altro gli diede<br />

una mano a rimettersi in piedi. Una terza persona prese il pacco di sopravvivenza di<br />

Powers e ne estrasse la pistola. Attorno a lui si affollavano circa cinquanta persone. Gli<br />

uomini fecero cenno a Powers di seguirli. Lo fecero sedere sul sedile del passeggero di un<br />

camion e partirono.<br />

Sembravano amichevoli. Uno di loro gli offrì una sigaretta. L’emblema sul pacchetto<br />

raffigurava un cane. Prendendolo, Powers si rese conto dell’incredibile ironia di tutto<br />

quanto. <strong>La</strong> marca era <strong>La</strong>ika 18 e l’emblema era quello della cagnetta mandata nello<br />

spazio. <strong>La</strong>ika aveva volato a bordo dello Sputnik 2, il secondo satellite russo lanciato dal<br />

cosmodromo di Tyuratam, l’obiettivo della CIA che Powers aveva fotografato meno di<br />

un’ora prima.

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