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Scarica l'edizione di maggio - Biblioteca di via Senato

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<strong>maggio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 5<br />

Regione del Peloponneso,<br />

nella Grecia continentale,<br />

l’Arca<strong>di</strong>a è più un’utopia<br />

mentale che un luogo geografico.<br />

Antico posse<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Pan, secondo<br />

i racconti della mitologia, questa<br />

terra è percorsa da lussureggianti boschi,<br />

attraversati da limpi<strong>di</strong> e placi<strong>di</strong><br />

torrenti, e da prati ver<strong>di</strong> e ubertosi.<br />

Luogo eletto dai pastori per il pascolo<br />

degli armenti, l’Arca<strong>di</strong>a ha avuto<br />

grande fortuna letteraria. Sullo sfondo<br />

<strong>di</strong> questa “quinta teatrale”, Teocrito<br />

ha ambientato gli I<strong>di</strong>lli. Virgilio<br />

poi le Bucoliche, storie pastorali <strong>di</strong> vita<br />

semplice e incorrotta, fra amori, suoni <strong>di</strong> flauto e poesie.<br />

Le <strong>di</strong>eci egloghe (in una delle quali si annuncia la<br />

nascita <strong>di</strong> un puer <strong>di</strong>vino, presto identificato in Gesù Cristo)<br />

ebbero grande influenza sulla produzione dei secoli<br />

successivi, tanto da <strong>di</strong>ventare uno dei topoi più ripresi e citati,<br />

a volte palesemente, a volte cripticamente, <strong>di</strong> tutta la<br />

storia della letteratura europea.<br />

Il nome dell’Arca<strong>di</strong>a <strong>di</strong>venne presto sinonimo <strong>di</strong><br />

luogo i<strong>di</strong>llico, <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so preservato alla corruzione<br />

operata dalla civilizzazione (che allontana l’uomo dal<br />

rapporto semplice e <strong>di</strong>retto con la natura). A <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> altre utopie che vedono nel progresso della civiltà la<br />

A sinistra: frontespizio inciso dell’Arca<strong>di</strong>a nell’e<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Giovanni Tommaso Masi, 1781. Sopra: ritratto <strong>di</strong><br />

Iacopo Sannazzaro, <strong>di</strong>segnato e inciso da P. Caronni, e<br />

contenuto nella Bibliografia od elenco ragionato delle opere<br />

contenute nella collezione de’ Classici Italiani (Milano, 1814)<br />

L’Utopia: prìncipi e princìpi<br />

�<br />

L’UTOPIA PASTORALE:<br />

L’ARCADIA DI SANNAZARO<br />

La fine dell’Umanesimo fra poesia, storia e morte<br />

GIANLUCA MONTINARO<br />

<strong>via</strong> per raggiungere la perfezione, in<br />

Arca<strong>di</strong>a la <strong>di</strong>mensione utopica (assimilabile<br />

a una Età dell’oro) si realizza<br />

nella purezza della vita primor<strong>di</strong>ale.<br />

Nel 1504, un umanista napoletano,<br />

Jacopo Sannazaro (1458-<br />

1530), pubblica un prosimetro significativamente<br />

intitolato Arca<strong>di</strong>a.<br />

Di certo non immaginava il successo<br />

che la sua opera avrebbe riscosso, <strong>di</strong>venendo<br />

uno dei libri più stampati<br />

nei tre secoli successivi, testo <strong>di</strong> riferimento<br />

assoluto, assieme al Cortegiano<br />

<strong>di</strong> Baldassarre Castiglione,<br />

della nobiltà cortigiana europea.<br />

La vicenda, tanto semplice quanto <strong>di</strong> oscura interpretazione,<br />

si sviluppa su sei giorni. Sullo sfondo si susseguono<br />

albe, tramonti e notti. In primo piano la storia, focalizzata<br />

sulla figura <strong>di</strong> Sincero (ipostasi dell’autore stesso)<br />

il quale, dopo aver abbandonato Napoli a causa <strong>di</strong> una<br />

delusione d’amore, si rifugia nella tranquillità dell’Arca<strong>di</strong>a.<br />

Qui prende parte alla normale vita dei pastori, fra<br />

giochi, amori, cacce e scherzi (ma anche, significativamente,<br />

furti e invi<strong>di</strong>e) fintanto che, in seguito a un sogno,<br />

rientra a Napoli (attraverso un passaggio sotterraneo)<br />

ove viene a sapere del decesso dell’amata.<br />

Le vicende e<strong>di</strong>toriali dell’Arca<strong>di</strong>a sono piuttosto<br />

complesse perché l’opera non ricevette mai dal suo autore,<br />

nel frattempo impegnato in altre imprese letterarie,<br />

una revisione definitiva. Furono i primi stampatori (con<br />

e<strong>di</strong>zioni non autorizzate) ad affidare le curatele. Tralasciando<br />

l’impressione pirata del 1503 (Libro pastorale nominato<br />

Arca<strong>di</strong>o, stampato a Venezia da Bernar<strong>di</strong>no da Ver-

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