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52 la Biblioteca di via Senato Milano – maggio 2012 Da sinistra: frontespizio dei Profili biografici di contemporanei italiani, Palermo, tip. Francesco Lao, 1864, prima opera pubblicata da Pitrè; costume da sposa in Sampiero Niceto tratto dal XXV volume della “Biblioteca” denti al tale o tal altro siciliano che egli conoscea e che voleva usare a tempo e a luogo. Il desiderio mi riusciva gradito, e poiché l’appetito vien mangiando, entrambi ci appassionavamo sempre più in que’ raffronti, egli domandando, io cercando e studiando. Quando glien’ebbi fornito parecchie centinaia, il Bartolomeo (che tale è il nome del mio affettuoso cugino), uomo di mare, imprese un lungo viaggio, ed io rimasi coi miei neonati confronti e col mio Giusti. […] Venne il 1860, e la mia raccoltina siciliana contava oltre a un migliaio di proverbi, dettimi da persone di casa mia e particolarmente dalla mamma, che in queste materie mi è sempre stata consigliera e maestra». 3 E fu proprio alla madre, Maria Stabile, che Pitrè dedicò i primi due volumi della sua “Biblioteca”, Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati […] (1870-1871). Essi presentarono fin da subito la copertina poi comune a tutti i tomi della collezione. 4 Seguirono gli Studi di poesia popolare (1872) 5 e le Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani […] (1875) in quattro volumi che, stampati dal 1873, contenevano novelle, fiabe, fole, facezie espresse in quasi cinquanta parlate dell’isola. Alcuni di questi testi vennero tradotti in fran- cese, inglese, tedesco e portoghese e costituirono per scrittori quali Luigi Capuana (1839-1915) e Giovanni Verga (1840-1922) materiale a cui attingere per i loro lavori. 6 Nel 1880 uscirono i quattro tomi dei Proverbi siciliani raccolti e confrontati con quelli degli altri dialetti d’Italia. Nella raccolta, in quaranta capitoli, ciascun proverbio siciliano era seguito dalle varianti che esso riscontrava in trentasei dialetti e parlate d’Italia. Tutti i proverbi marchigiani e napoletani e molti dei genovesi risultarono inediti. Tale ingente fatica aveva rischiato di andare perduta, come ci raccontò l’autore stes-

maggio 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 53 so nella prefazione all’opera: «Io abitavo allora in una stanza di S. Francesco di Paola, ove a ristoro della salute m’ero condotto; quando il 15 settembre 1866 la plebe di Palermo e dei dintorni, […] sollevavasi con un grido nuovo, ch’essa non comprendeva e la storia siciliana ricorderà quind’innanzi. Al cominciare di quel moto scomposto io riparai, com’è da credere, in casa, abbandonando nella confusione le mie carte. Ma non corse guari che punto dal dolore e dal rimorso dell’abbandono, e più dalle vaghe e confuse voci d’un prossimo assalto a S. Francesco di Paola, deliberai senz’altro di ricuperarle. Devo al coraggio di mio fratello Antonio se, vinta la pietà nella mamma, potei in tempo salvare il frutto di otto anni di sudori […]». 7 Il dodicesimo volume della “Biblioteca”, Spettacoli e feste popolari siciliane […], fece la sua comparsa nel 1881: «Sotto il titolo di Spettacoli vanno in questo volume le sacre rappresentazioni, gli spettacoli tradizionali del basso popolo, le pantomime, le processioni figurate, parlate e mute, i riti drammatici, i canti dialogati; opere non tutte, è vero, d’indole e molto meno d’origine popolare, ma tali da chiamare a prendervi parte il popolo come autore, quando come attore e sempre come spettatore. Nelle Feste è la esposizione di ciò che si fece e si fa, di ciò che si credette e si crede in certi giorni dell’anno dai più solenni e generalmente riconosciuti a’ più comuni e poco considerati, da quelli, cioè, che i Siciliani, al pari d’altri popoli, celebrano con particolari riti, costumi e superstizioni, a quelli che, passando inosservati in tutta l’isola, trovano solo un paese che li guardi legandovi pratiche ed usanze degne di considerazione», 8 come Santa Rosalia in Palermo o Sant’Agata in Catania. 9 Gli Spettacoli furono seguiti, nel 1883, dai Giuochi fanciulleschi siciliani, lavoro dedicato ai bambini di diversi folcloristi, corredato da 10 tavole in fototipia collocate nel testo e 4 a litografia poste in calce al volume illustranti giochi e balocchi. 10 I quattro volumi degli Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano, con dedica al folclorista Salvatore Salomone Marino (1847- 1916), furono stampati tra il 1885 e il 1889. Contengono uno degli studi più belli di Pitrè relativo alle Tradizioni cavalleresche popolari in Sicilia, di cui riporto solo un passo: «Non ho mai visto la Morte de’ paladini senza ricevere una viva impressione del contegno degli spettatori. È raro, estremamente raro, che l’uditorio serbi mai tanto silenzio e tanto raccoglimento quanto in questa sera. La Il carro di Santa Rosalia in Palermo nel 1897 tristezza è sul volto di tutti; le stesse parole che l’un l’altro gli spettatori si barattano sono sommesse per riverenza al luogo ed al momento sacro e solenne. […] All’apparir dell’angelo a Rinaldo, al benedir che fa Turpino il conte Orlando, tutti si scoprono il capo come la sera del Venerdì santo rappresentandosi il Mortorio di Cristo». 11 Seguirono i volumi: Fiabe e leggende popolari siciliane (1888); Medicina popolare siciliana raccolta ed ordinata (1896) contenente varie immagini popolari di notevole interesse etnografico raffiguranti santi; Indovinelli, dubbi, scioglilingua del popolo siciliano […] (1897); 12 Feste patronali in Sicilia (1900); Studi di leggende popolari in Sicilia e nuova raccolta di leggende siciliane(1904), in cui si narra, tra le altre, la leggenda di Cola Pesce; Proverbi, motti, scongiuri del popolo siciliano (1910), con più di mille proverbi inediti; Cartelli, pasquinate, canti, leggende, usi del popolo siciliano […] (1913) dedicato a Palermo e infine La famiglia, la casa e la vita del popolo siciliano (1913) che, pubblicato in memoria del figlio Salvatore, contiene 173 illustrazioni. 13 Pitrè lavorò alla “Biblioteca” per la quasi totalità della sua vita. In parallelo inoltre partecipò ad altre varie iniziative. Collaborò con le “Nuove effemeridi siciliane”, periodico pubblicato tra il 1869 e il 1881 – edizione completa conservata presso la BvS – inizialmente dedicato alle scienze, alle lettere e alla filosofia. Nel 1873 promosse la Società siciliana per la storia patria e nel 1882, insieme a Salvatore Salomone Marino, iniziò la pubblicazione dell’“Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, rivista trimestrale per la quale scrissero

52 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>maggio</strong> 2012<br />

Da sinistra: frontespizio dei Profili biografici <strong>di</strong> contemporanei italiani, Palermo, tip. Francesco Lao, 1864, prima opera<br />

pubblicata da Pitrè; costume da sposa in Sampiero Niceto tratto dal XXV volume della “<strong>Biblioteca</strong>”<br />

denti al tale o tal altro siciliano che<br />

egli conoscea e che voleva usare a<br />

tempo e a luogo. Il desiderio mi riusciva<br />

gra<strong>di</strong>to, e poiché l’appetito<br />

vien mangiando, entrambi ci appassionavamo<br />

sempre più in que’ raffronti,<br />

egli domandando, io cercando<br />

e stu<strong>di</strong>ando. Quando glien’ebbi fornito<br />

parecchie centinaia, il Bartolomeo<br />

(che tale è il nome del mio affettuoso<br />

cugino), uomo <strong>di</strong> mare, imprese<br />

un lungo <strong>via</strong>ggio, ed io rimasi coi<br />

miei neonati confronti e col mio Giusti.<br />

[…] Venne il 1860, e la mia raccoltina<br />

siciliana contava oltre a un migliaio<br />

<strong>di</strong> proverbi, dettimi da persone<br />

<strong>di</strong> casa mia e particolarmente dalla<br />

mamma, che in queste materie mi è<br />

sempre stata consigliera e maestra». 3<br />

E fu proprio alla madre, Maria<br />

Stabile, che Pitrè de<strong>di</strong>cò i primi due<br />

volumi della sua “<strong>Biblioteca</strong>”, Canti<br />

popolari siciliani raccolti ed illustrati<br />

[…] (1870-1871). Essi presentarono<br />

fin da subito la copertina poi comune<br />

a tutti i tomi della collezione. 4<br />

Seguirono gli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> poesia popolare<br />

(1872) 5 e le Fiabe, novelle e racconti<br />

popolari siciliani […] (1875) in<br />

quattro volumi che, stampati dal<br />

1873, contenevano novelle, fiabe,<br />

fole, facezie espresse in quasi cinquanta<br />

parlate dell’isola. Alcuni <strong>di</strong><br />

questi testi vennero tradotti in fran-<br />

cese, inglese, tedesco e portoghese e<br />

costituirono per scrittori quali Luigi<br />

Capuana (1839-1915) e Giovanni<br />

Verga (1840-1922) materiale a cui<br />

attingere per i loro lavori. 6<br />

Nel 1880 uscirono i quattro tomi<br />

dei Proverbi siciliani raccolti e confrontati<br />

con quelli degli altri <strong>di</strong>aletti d’Italia.<br />

Nella raccolta, in quaranta capitoli,<br />

ciascun proverbio siciliano<br />

era seguito dalle varianti che esso riscontrava<br />

in trentasei <strong>di</strong>aletti e parlate<br />

d’Italia. Tutti i proverbi marchigiani<br />

e napoletani e molti dei genovesi<br />

risultarono ine<strong>di</strong>ti. Tale ingente<br />

fatica aveva rischiato <strong>di</strong> andare perduta,<br />

come ci raccontò l’autore stes-

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