Scarica l'edizione di maggio - Biblioteca di via Senato
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<strong>maggio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 51<br />
BvS: il Fondo Sicilia<br />
�<br />
La “<strong>Biblioteca</strong> popolare”<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Pitrè<br />
Turpe est in patria vivere et patriam non cognoscere<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a statura,<br />
dalle forme<br />
«Uomo<br />
asciutte ed agili:<br />
fronte ampia sopra due occhi vivi,<br />
mobili, nerissimi: barba breve e piena,<br />
in cui il nero e il bianco cozzavano<br />
senza mescolarsi e fondersi nel grigio<br />
dell’età che lenta decade; e tutta<br />
la faccia e la persona denotava, ancora<br />
sui sessant’anni, un vigore gagliardo<br />
<strong>di</strong> spirituale giovinezza ribelle<br />
agli abiti e ai gusti dell’incipiente<br />
vecchiaia. Breve ed arguta come la<br />
barba era la sua parlata; e anch’essa<br />
mista <strong>di</strong> due forme fortemente <strong>di</strong>stinte,<br />
poiché egli, dopo aver usato la<br />
lingua italiana con i forestieri e con le<br />
persone che gli venivano presentate<br />
per la prima volta, passava d’un tratto<br />
al suo siciliano: al siciliano <strong>di</strong> Palermo,<br />
con le sue intense nasalità,<br />
con le sue erre sonanti e coi suoi forti<br />
accenti, guizzante <strong>di</strong> frizzi e motti<br />
proverbiali. Ma era conversazione<br />
gentile, <strong>di</strong> uomo che parla con gli occhi<br />
negli occhi, e ha il cuore caldo e<br />
affettuoso». 1 Questa la descrizione<br />
che Giovanni Gentile (1875-1944)<br />
fece del me<strong>di</strong>co, storico, filologo e<br />
poeta Giuseppe Pitrè (1841-1916),<br />
fondatore in Italia della scienza folcloristica,<br />
da lui in seguito definita<br />
demopsicologia.<br />
Pitrè nacque a Palermo nel<br />
BEATRICE PORCHERA<br />
Ritratto <strong>di</strong> Giuseppe Pitrè<br />
1841 da una famiglia <strong>di</strong> pescatori residente<br />
in uno dei sobborghi più popolari<br />
della città. Nonostante le umili<br />
origini dei genitori, riuscì a frequentare<br />
l’università laureandosi in<br />
me<strong>di</strong>cina e chirurgia. La professione<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>co gli permise <strong>di</strong> continuare a<br />
mantenere un contatto <strong>di</strong>retto e<br />
concreto con quella parte <strong>di</strong> popolo<br />
che tanto lo incuriosiva e affascinava;<br />
egli de<strong>di</strong>cò infatti la sua intera vita allo<br />
stu<strong>di</strong>o delle tra<strong>di</strong>zioni popolari<br />
italiane, in particolar modo siciliane,<br />
raccogliendo instancabilmente do-<br />
cumenti e testimonianze. Frutto <strong>di</strong><br />
questo faticoso lavoro furono i 25<br />
volumi della “<strong>Biblioteca</strong> delle tra<strong>di</strong>zioni<br />
popolari siciliane” pubblicati<br />
nella sua città natale tra il 1870 e il<br />
1913, impareggiabile contributo alla<br />
conoscenza della cultura e della civiltà<br />
siciliane – sono conservati presso<br />
la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> sia alcuni<br />
volumi della monumentale opera<br />
in e<strong>di</strong>zione originale, sia l’intera e<strong>di</strong>zione<br />
anastatica realizzata a Bologna<br />
da Forni tra il 1968 e il 1969 –. 2<br />
Pitrè manifestò un forte interesse<br />
nei confronti del folclore fin da<br />
fanciullo. Nella prefazione ai Proverbi<br />
(ottavo volume della “<strong>Biblioteca</strong>”)<br />
scrisse: «L’anno 1858 io ero in un istituto<br />
d’istruzione e <strong>di</strong> educazione.<br />
Avevo appena <strong>di</strong>ciassett’anni, e tra’<br />
pochi miei libri contavo la Raccolta <strong>di</strong><br />
proverbi toscani <strong>di</strong> G. Giusti. Quel libro<br />
mi occupava <strong>di</strong> continuo, principalmente<br />
pei riscontri che io trovavo<br />
coi proverbi siciliani […]; e non passava<br />
giorno che io non vi stu<strong>di</strong>assi sopra<br />
un poco imparandone qualche<br />
pagina. Un mio cugino, amante anche<br />
lui dei proverbi, venivami allo<br />
spesso a visitare, e <strong>di</strong>scorrendo del<br />
più e del meno toccava dell’argomento<br />
pre<strong>di</strong>letto, e mi pregava <strong>di</strong> volergli<br />
scrivere quando uno quando un<br />
altro dei proverbi toscani corrispon-