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24 la Biblioteca di via Senato Milano – maggio 2012 Dettaglio della tavola Entrée des Français dans Moskou, le 14 septembre 1812, contenuta nell’opera di Adolphe Thiers e Carle Vernet, Campagnes des Français sous le consulat & l’empire album de cinquante-deux batailles et cent portraits des maréchaux, généraux et personnages les plus illustres de l’époque et le portrait de Napoléon Ier (Parigi, ca. 1860) dialoghi immaginari che sarebbero avvenuti nel 1516 negli Orti Oricellari tra Cosimo Rucellai, Luigi Alamanni, Zanobi Buondelmonti, Battista della Palla e il famoso condottiere Fabrizio Colonna. Nel Proemio, Machiavelli precisa: “E benché sia cosa animosa trattare di quella materia della quale altri non ne abbia fatto professione, nondimeno io non credo sia errore occupare con le parole uno grado il quale molti, con maggiore presunzione, con le opere hanno occupato; perché gli errori che io facessi, scrivendo, possono essere sanza danno d’alcuno corretti, ma quegli i quali da loro sono fatti, operando, non possono essere, se non con la rovina degli imperii, conosciuti.” Arricchito da disegni dello stesso Machiavelli sulla forma dell’esercito e sull’alloggiamento (esempi che nella princeps sono illustrati da sette figure, ciascuna su due pagine), il testo contiene “la condanna senza appello delle armi mercenarie e la difesa appassionata delle armi proprie – e quindi di una fanteria di leva in opposizione alla cavalleria dei condottieri.” 4 Non è un mistero che Machiavelli dimostri un’incondizionata ammirazione per la strategia e la tattica militare dell’antica Roma repubblicana. Il testo non si svolge però in modo diretto, ma attraverso la mediazione del dialogo, modello stimato e classico, che affronta non soltanto le problematiche belliche ma anche la stessa nozione di battaglia su un set immaginario – una scelta che nella critica ha causato qualche perplessità da parte degli storici militari. Del resto, la modernità del pensiero militare machiavelliano non è affatto da sottovalutare e consiste nella comprensione del fatto che “da una superiorità tattica deri-
maggio 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano Figura che dimostra la forma dell’alloggiamento nell’opera I sette libri dell’Arte della Guerra di Niccolò Machiavelli, Venezia, Giambattista Pasquali, 1769 nella copia appartenuta al conte Giovanni Battista Giovio (1748-1814) va una superiorità strategica e questa trova il suo sostegno e anche le sue limitazioni nel grado di coesione dello Stato. […] Sollevandosi a più alto volo ha ben mostrato come la strategia si leghi alla politica, anzi sia un aspetto di questa, e come quindi la saldezza dello Stato sia alla base di ogni condotta di guerra.” 5 � Quest’idea di vedere la guerra subordinata alla politica e come strumento di essa, prima di essere ripreso e portato alla perfezione nell’Ottocento dal generale e teorico militare prussiano Carl von Clausewitz (1780-1831), 6 che sull’esperienza delle guerre napoleoniche (sotto l’aspetto di rinnovate strategie e manovre) pubblicava il trattato militare Della guerra (Vom Kriege, 1832), viene ripreso tra Sei e Settecento da numerosi testi militari e strategici di varia dimensione e 25 importanza, dei quali vogliamo mettere in risalto soltanto qualche modello. Il principe modenese Raimondo Montecuccoli (1609-1680) per esempio, formato sotto l’istruzione del re svedese Gustavo Adolfo e di Albrecht von Wallenstein, ed emerso con bravura durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), scriveva durante l’imprigionamento a Stettino, fruendo della sua ricchissima biblioteca, il suo celebre Trattato della Guerra (1642), seguito dall’Arte militare (1653) e, dal suo scritto più famoso, Della guerra col Turco in Ungheria (in tre parti, 1665-1670, comprendente i celebri Aforismi sull’arte bellica). I testi si trovano riuniti in una bella edizione a cura di Ugo Foscolo, edita dal 1807 al 1808 in 2 volumi in folio dal milanese Luigi Mussi (noto per le sue edizioni limitate e di lusso), con la copia della nostra biblioteca proveniente dalla raccolta settecentesca del
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Dettaglio della tavola Entrée des Français dans Moskou, le 14 septembre 1812, contenuta nell’opera <strong>di</strong> Adolphe Thiers e<br />
Carle Vernet, Campagnes des Français sous le consulat & l’empire album de cinquante-deux batailles et cent portraits des<br />
maréchaux, généraux et personnages les plus illustres de l’époque et le portrait de Napoléon Ier (Parigi, ca. 1860)<br />
<strong>di</strong>aloghi immaginari che sarebbero avvenuti nel 1516<br />
negli Orti Oricellari tra Cosimo Rucellai, Luigi Alamanni,<br />
Zanobi Buondelmonti, Battista della Palla e il<br />
famoso condottiere Fabrizio Colonna. Nel Proemio,<br />
Machiavelli precisa: “E benché sia cosa animosa trattare<br />
<strong>di</strong> quella materia della quale altri non ne abbia fatto<br />
professione, non<strong>di</strong>meno io non credo sia errore occupare<br />
con le parole uno grado il quale molti, con <strong>maggio</strong>re<br />
presunzione, con le opere hanno occupato; perché<br />
gli errori che io facessi, scrivendo, possono essere<br />
sanza danno d’alcuno corretti, ma quegli i quali da loro<br />
sono fatti, operando, non possono essere, se non con la<br />
rovina degli imperii, conosciuti.” Arricchito da <strong>di</strong>segni<br />
dello stesso Machiavelli sulla forma dell’esercito e<br />
sull’alloggiamento (esempi che nella princeps sono illustrati<br />
da sette figure, ciascuna su due pagine), il testo<br />
contiene “la condanna senza appello delle armi mercenarie<br />
e la <strong>di</strong>fesa appassionata delle armi proprie – e<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una fanteria <strong>di</strong> leva in opposizione alla cavalleria<br />
dei condottieri.” 4 Non è un mistero che Machiavelli<br />
<strong>di</strong>mostri un’incon<strong>di</strong>zionata ammirazione per la<br />
strategia e la tattica militare dell’antica Roma repubblicana.<br />
Il testo non si svolge però in modo <strong>di</strong>retto, ma attraverso<br />
la me<strong>di</strong>azione del <strong>di</strong>alogo, modello stimato e<br />
classico, che affronta non soltanto le problematiche<br />
belliche ma anche la stessa nozione <strong>di</strong> battaglia su un set<br />
immaginario – una scelta che nella critica ha causato<br />
qualche perplessità da parte degli storici militari. Del<br />
resto, la modernità del pensiero militare machiavelliano<br />
non è affatto da sottovalutare e consiste nella comprensione<br />
del fatto che “da una superiorità tattica deri-