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18 la Biblioteca di via Senato Milano – maggio 2012 Due tavole di Norman Wilkinson tratte dall’edizione Chatto & Windus di Virginibus Puerisque & Other Papers del 1921 giovanissimo, era l’interlocutore privilegiato durante la stesura dell’Isola del Tesoro. Alla morte del patrigno, per un certo periodo di tempo Lloyd sarà vice-console americano nelle isole Samoa. Nell’anno in cui esce il Master of Ballantrae, Stevenson si reca con la moglie nelle Hawaii per avere notizie di prima mano su un personaggio molto discusso in quel periodo, il missionario belga padre Damien De Veuster che aveva soccorso i lebbrosi di Molokai e che pochi mesi prima era morto dello stesso morbo. Le testimonianze che raccoglie parlano del grande coraggio e della grande umanità di padre Damien e contraddicono le male lingue che volevano si fosse ammalato di lebbra per aver abusato sessualmente di alcune donne contagiate. Stevenson scrive così Father Damien: An Open Letter to the Reverend Dr. Hyde of Honolulu (1889) per ristabilire la verità sul personaggio. Da Tahiti si imbarca sulla goletta Equator per trasferirsi ad Apia, sull’isola di Upolu, la più grande delle Samoa. Nel gennaio 1890 firma il contratto d’acquisto per la tenuta di Vailima dove si stabilisce definitivamente. Il nome del villaggio ha una doppia traduzione plausibile: vuol dire “acqua [vai] nella mano [lima]” – molto più probabile e in accordo con una leggenda delle isole Samoa –, ma anche “cinque [lima, che vuol dire “mano” ma anche “cinque”] fiumi [vai]”. Da Upolu si reca alcune volte in Australia, visitando Auckland e la Nuova Zelanda, le isole Cooks, la Nuova Caledonia, le Nuove Ebridi e Naumea. Le memorie del suo vagabondare tra le isole del Pacifico verranno raccolte e edite postume nel 1896 con il titolo In the South Seas 22 . Nel raccogliere il materiale per il libro, fatto di attente osservazioni sugli usi e costumi delle varie popolazioni indigene, egli si accorge che queste non sono composte solo da cannibali selvaggi assetati di san-

maggio 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 19 gue, ma da uomini che hanno la loro storia e i loro diritti. Nel 1890 pubblica Ballads 23 , una raccolta di poemi che narrano le leggende delle isole del Pacifico, accanto a quelle delle “colline di casa”, della sua Scozia, dove ha passato la gioventù e con le quali mantiene un rapporto strettissimo nonostante la lontananza. La raccolta contiene: The Song of Rahero: A Legend of Tahiti 24 , The Feast of Famine: Marquesan Manners 25 , Ticonderoga: A Legend of the West Highlands 26 , Heather Ale: A Galloway Legend 27 , Christmas at Sea. Le prime due ballate riguardano le isole dei mari del Sud e il folclore dei loro abitanti, mentre le altre riguardano usi e costumi scozzesi. Chiude il libro la ballata Natale al mare, amara accettazione del destino di chi parte solitario, lasciando la propria terra e i propri affetti per luoghi lontani. Vivendo a stretto contatto con gli abitanti delle isole avverte ancora di più la ricchezza e la molteplicità delle loro diverse culture e nota con timore i tentativi di assoggettarle e di approfittarne da parte dei “rapaci” bianchi. Si schiera ovviamente con gli indigeni, cercando di aiutarli nello sventare ogni tentativo messo in atto dalle varie potenze presenti – l’americana, l’inglese e la tedesca –, per controllare politicamente e militarmente il vasto arcipelago e scomporlo in protettorati che ne avrebbero permesso meglio lo sfruttamento. Nella speranza di poter ripristinare il vecchio sistema politico samoano, scri- NOTE 1 R.L. Stevenson, La casa ideale, in RLS, Romanzi racconti e saggi, I Meridiani, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982. 2 The Treasure Island, apparso a puntate sulla rivista “Young Folks” dall’ottobre 1881 al gennaio 1882, sotto lo pseudonimo di Capitano George North; rivisto e raccolto in volume nel 1883 per l’editore Cassell & Co. di Londra; 20 cm, p. VIII, 292. 3 “The Idler”, agosto 1894. 4 «A S.L.O., gentiluomo americano. Questo racconto è stato ideato in armonia con il suo gusto classico, ed è oggi dedicato a lui, in cambio delle numerose ore piacevoli e con gli auguri più cari, dal suo affezionatissimo amico l’autore» 5 Gli “uomini del patto” – Covenant – per difendere la religione, martiri presbiteriani caduti sotto la mannaia di Carlo II nella seconda metà del XVII secolo. 6 London, Chatto & Windus, 1883; 254 p., 20 cm. 7 London, Chatto & Windus, 1885; VIII, 300 p., 20 cm. 8 A. H. Hawkins, The Prisoner of Zenda, London, 1894. 9 London, Longmans Green & Co., 1885; VI, 207 p., 18 cm. 10 London, Chatto & Windus, 1882; la BvS lo ha nella ristampa del 1913; p. X, 329, 20 cm. 11 Story of the Young Man with the Cream Tarts, Story of the Physician and the Saratoga Trunk, The Adventure of the Hansom Cabs. 12 Story of the Bandbox, Story of the Young Man in Holy Orders, Story of the House ve e pubblica A Footnote to History: Eight Years of Trouble in Samoa 28 dove narra gli avvenimenti che si stanno svolgendo sotto i suoi occhi, mettendo in risalto i problemi che la “civilizzazione” comporta, sottolineando le discordie dei nativi, nate sia tra di loro, sia con i bianchi, per fare chiarezza sul presente, promuovere pacifici compromessi tra le varie fazioni, cercare una nuova giustizia per il futuro. «La vicenda che sto per narrare è ancora in corso mentre scrivo […] è un pezzo di storia contemporanea nel senso più esatto del termine» 29 . A quel tempo Stevenson lavora a Weir of Hermiston, romanzo uscito postumo e incompiuto nel 1896 30 . In una lettera inviata da Upolu a S.R. Crockett, Stevenson scrive: «Non vedrò più Auld Reekie 31 . […] Qui starò fin che morirò e qui sarò sepolto. La parola è detta e il destino è scritto». Weir of Hermiston, quasi presagendo la fine vicina, manifesta la sua profonda nostalgia verso la Scozia. Con il tema della ribellione filiale, l’evocazione dei paesaggi, della lingua e delle tradizioni scozzesi, ne fa una delle opere migliori e più mature di Stevenson, sicuramente la migliore dichiarazione d’amore verso la sua terra. Incomincia a scriverlo nel 1892; ad esso sta lavorando anche la mattina dell’ultimo giorno, il 3 dicembre 1894. Alla sera, mentre sta parlando con la moglie e aprendo una bottiglia di vino, lo coglie un’emorragia with the Green Blinds, The Adventure of Prince Florizel and a Detective. 13London, Chatto & Windus, 1887; 296 p., 20 cm. 14 London, Longmans Green & Co. 1886 . 15 London, Chatto & Windus, 1887; X, 299 p., 20 cm; contiene: Preface, by Way of Criticism; Victor Hugo’s Romances (1874); Some Aspects of Robert Burns (1879); The Gospel According to Walt Whitman (1878); Henry David Thoreau: His Character and Opinions (1880); Yoshida-Torajiro (1880); François Villon, Student, Poet, Housebreaker (1877), Charles of Orleans (1876); Samuel Pepys (1881); John Knox and his Relations to Women (1875) 16 London, Chatto & Windus, 1887; XV, 137 p., 19 cm.

18 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>maggio</strong> 2012<br />

Due tavole <strong>di</strong> Norman Wilkinson tratte dall’e<strong>di</strong>zione Chatto & Windus <strong>di</strong> Virginibus Puerisque & Other Papers del 1921<br />

giovanissimo, era l’interlocutore privilegiato durante la<br />

stesura dell’Isola del Tesoro. Alla morte del patrigno, per<br />

un certo periodo <strong>di</strong> tempo Lloyd sarà vice-console americano<br />

nelle isole Samoa.<br />

Nell’anno in cui esce il Master of Ballantrae, Stevenson<br />

si reca con la moglie nelle Hawaii per avere notizie<br />

<strong>di</strong> prima mano su un personaggio molto <strong>di</strong>scusso<br />

in quel periodo, il missionario belga padre Damien De<br />

Veuster che aveva soccorso i lebbrosi <strong>di</strong> Molokai e che<br />

pochi mesi prima era morto dello stesso morbo. Le testimonianze<br />

che raccoglie parlano del grande coraggio<br />

e della grande umanità <strong>di</strong> padre Damien e contrad<strong>di</strong>cono<br />

le male lingue che volevano si fosse ammalato <strong>di</strong> lebbra<br />

per aver abusato sessualmente <strong>di</strong> alcune donne contagiate.<br />

Stevenson scrive così Father Damien: An Open<br />

Letter to the Reverend Dr. Hyde of Honolulu (1889) per ristabilire<br />

la verità sul personaggio.<br />

Da Tahiti si imbarca sulla goletta Equator per trasferirsi<br />

ad Apia, sull’isola <strong>di</strong> Upolu, la più grande delle Samoa.<br />

Nel gennaio 1890 firma il contratto d’acquisto per<br />

la tenuta <strong>di</strong> Vailima dove si stabilisce definitivamente. Il<br />

nome del villaggio ha una doppia traduzione plausibile:<br />

vuol <strong>di</strong>re “acqua [vai] nella mano [lima]” – molto più probabile<br />

e in accordo con una leggenda delle isole Samoa –,<br />

ma anche “cinque [lima, che vuol <strong>di</strong>re “mano” ma anche<br />

“cinque”] fiumi [vai]”.<br />

Da Upolu si reca alcune volte in Australia, visitando<br />

Auckland e la Nuova Zelanda, le isole Cooks, la Nuova<br />

Caledonia, le Nuove Ebri<strong>di</strong> e Naumea.<br />

Le memorie del suo vagabondare tra le isole del Pacifico<br />

verranno raccolte e e<strong>di</strong>te postume nel 1896 con il<br />

titolo In the South Seas 22 . Nel raccogliere il materiale per il<br />

libro, fatto <strong>di</strong> attente osservazioni sugli usi e costumi delle<br />

varie popolazioni in<strong>di</strong>gene, egli si accorge che queste non<br />

sono composte solo da cannibali selvaggi assetati <strong>di</strong> san-

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