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Profilassi vaccinale nella trota iridea (Oncorhynchus mykiss) contro ...

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<strong>Profilassi</strong> <strong>vaccinale</strong> <strong>nella</strong> <strong>trota</strong><br />

<strong>iridea</strong> (<strong>Oncorhynchus</strong> <strong>mykiss</strong>)<br />

<strong>contro</strong> la lattococcosi<br />

Dott. Marino PREARO<br />

Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta<br />

Laboratorio di Ittiopatologia e Acquacoltura<br />

Via Bologna, 148 – 10154 TORINO<br />

Workshop “<strong>Profilassi</strong> <strong>vaccinale</strong> in pescicoltura: stato dell’arte e prospettive”<br />

Trieste, 10 luglio 2008


Argomenti trattati:<br />

* 1 - INTRODUZIONE – La lattococcosi <strong>nella</strong> <strong>trota</strong> <strong>iridea</strong><br />

* 2 - CENNI STORICI SULLA VACCINAZIONE IN ITALIA<br />

* 3 - PREPARAZIONI VACCINALI<br />

* 4 - MODALITA’ DI VACCINAZIONE<br />

* 5 - PRODUZIONE DI UN VACCINO


1<br />

INTRODUZIONE<br />

La lattococcosi <strong>nella</strong> <strong>trota</strong> <strong>iridea</strong>


STREPTOCOCCOSI ITTICHE<br />

Streptococcosi d’acqua calda:<br />

15° C<br />

Lactococcus garvieae<br />

Streptococcus iniae<br />

Streptococcus agalactiae<br />

Streptococcus parauberis<br />

Streptococcosi d’acqua fredda:<br />

Vagococcus salmoninarum<br />

Lactococcus piscium<br />

Carnobacterium piscicola


STREPTOCOCCOSI ITTICHE<br />

SP<br />

SP<br />

L<br />

V C C<br />

L<br />

V<br />

C<br />

L<br />

V<br />

L<br />

L<br />

C<br />

L L<br />

L<br />

SA<br />

SI<br />

L


STREPTOCOCCOSI ITTICHE<br />

II° livello di diagnosi<br />

I° livello di diagnosi<br />

La sintomatologia in vasca permette di<br />

formulare un sospetto di streptococcosi ittica.<br />

Il quadro anatomopatologico può far formulare un<br />

sospetto di malattia con eziologia ben precisa<br />

(lattococcosi, streptococcosi o vagococcosi).<br />

IV° livello di diagnosi<br />

Le prove sierologiche e<br />

maggiormente quelle<br />

biomolecolari (PCR) permettono<br />

di confermare l’eziologia<br />

(diagnosi specifica)<br />

III° livello di diagnosi<br />

Le prove colturali, fenotipiche e<br />

biochimiche permettono di<br />

formulare con buon livello di<br />

attendibilità l’eziologia della<br />

malattia.


STREPTOCOCCOSI ITTICHE<br />

Tutte le patologie sostenute dalle specie afferenti a<br />

questa grande categoria, presentano delle<br />

caratteristiche comuni, abbastanza peculiari rispetto<br />

alle altre malattie che colpiscono le specie ittiche:<br />

causano una precoce anoressia dei<br />

soggetti colpiti;<br />

i pesci si presentano letargici, con<br />

evidente melanosi e marcato esoftalmo<br />

mono o bilaterale;<br />

vengono colpiti soprattutto pesci prossimi<br />

alla taglia commerciale, risparmiando in parte<br />

i soggetti giovani (novellame).


1 bis<br />

LA LATTOCOCCOSI<br />

(Lactococcus garvieae)


LATTOCOCCOSI - 1<br />

La lattococcosi rappresenta la patologia maggiormente<br />

diffusa in troticoltura di pianura. E’ da considerarsi la<br />

patologia preminente durante la stagione primaverileestivo-autunnale<br />

<strong>nella</strong> maggior parte degli impianti che<br />

utilizzano acque superficiali.<br />

Presenta una diffusione cosmopolita e colpisce<br />

sia specie dulciacquicole che marine; è stata<br />

descritta in Nord-America, Australia, Asia,<br />

Sudafrica ed Europa.<br />

Tale patologia colpisce elettivamente<br />

soggetti subadulti ed adulti, di taglia<br />

superiore agli 20 g., allevati in acque con<br />

temperature intorno ai 16-18° C.


LATTOCOCCOSI - 2<br />

La Lattococcosi dà luogo ad una infezione a<br />

carattere iperacuto-acuto, con perdite annue<br />

che possono raggiungere il 80-90%.<br />

E’ caratterizzata da un andamento a macchia<br />

d’olio, in cui l’infezione si propaga molto<br />

velocemente a tutti gli individui presenti <strong>nella</strong><br />

vasca e nelle vasche vicine alimentate con la<br />

stessa fonte idrica.


LATTOCOCCOSI - 3<br />

La virulenza del germe per la <strong>trota</strong> <strong>iridea</strong> è<br />

stata valutata mediante prove di infezione<br />

sperimentale e calcolo della DL 50 .<br />

L’inoculazione tramite iniezione<br />

intraperitoneale ha permesso di valutare la<br />

virulenza del ceppo che è presente sul<br />

territorio nazionale, con una DL 50 di poco<br />

superiore a 10 2 ufc/pesce.<br />

La mortalità del 50% dei soggetti inoculati con tale<br />

concentrazione, è completa al 4-5° giorno<br />

post-inoculazione, con manifestazioni cliniche<br />

evidentissime; dapprima insorge una completa anoressia già<br />

in prima giornata, seguita dalle manifestazioni<br />

sintomatologiche tipiche quali esoftalmo e melanosi dopo<br />

36-48 ore p.i.; la mortalità compare già in 3° giornata<br />

(mortalità 25-30%).


LATTOCOCCOSI - 4<br />

La sintomatologia in vasca è tipica delle<br />

streptococcosi ittiche, con anoressia, letargia,<br />

melanosi, esoftalmo bilaterale evidente,<br />

spesso con completa protrusione oculare e<br />

complicato dalla rottura dei globi oculari.


LATTOCOCCOSI - 5<br />

L’esame necroscopico mostra il caratteristico<br />

quadro di protrusione oculare con cheratite e<br />

molto spesso rottura dei globi stessi.<br />

Non appare l’anemia branchiale; anzi le<br />

branchie appaiono di un rosso brillante.<br />

Inoltre è presente una evidentissima<br />

congestione cerebrale, idropericardio,<br />

splenomegalia ed evidentissime<br />

emorragie al fegato ed alle sierose.


LATTOCOCCOSI - 6


LATTOCOCCOSI - 7


LATTOCOCCOSI - 8<br />

La terapia risulta essere molto spesso inefficace.<br />

Questo è in parte dovuto alla precoce anoressia che<br />

porta ad una mancata assunzione dell’alimento<br />

medicato ed alle continue ricadute per l’inquinamento<br />

ambientale.<br />

Da studi recenti la ipotizzata antibiotico-resistenza che<br />

si sarebbe sviluppata negli allevamenti, non ha trovato<br />

nessuna conferma da ricerche condotte sulle MIC<br />

utilizzando i farmaci consentiti in acquacoltura e quelli<br />

normalmente usati in farmaco-sorveglianza.


LATTOCOCCOSI - 9<br />

La terapia si basa sull’uso di mangime medicato con<br />

eritromicina, antibiotico d’elezione<br />

Nel tempo la terapia in campo è risultata sempre meno<br />

efficace e tali insuccessi sono stati ascritti a diversi<br />

fattori:<br />

elevata patogenicità del germe<br />

frequenti fenomeni di reinfezione<br />

precoce e totale anoressia dei<br />

soggetti colpiti<br />

antibioticoresistenza


Per quasi tutti i ceppi di L. garvieae isolati negli ultimi cinque anni sul territorio<br />

nazionale, i responsi agli antibiogrammi forniscono dati sempre più scoraggianti,<br />

tanto da far intraprendere da parte dei produttori, una campagna <strong>vaccinale</strong> che<br />

però ha stentato a decollare.


Sensibilità agli antibiotici<br />

Determinazione delle Minime Concentrazioni Inibenti (MIC)<br />

Le 13 molecole antibiotiche saggiate comprendono sia<br />

quelle impiegate in acquacoltura che quelle solitamente<br />

inserite nei programmi di sorveglianza<br />

dell’antibioticoresistenza europei<br />

• E-test (AB BIODISK)<br />

Benzilpenicillina (PG), Amoxicillina (AC),<br />

Cefalotina (CE), Eritromicina (EM),<br />

Ciprofloxacina (CI), Cloramfenicolo (CL),<br />

Gentamicina (GM), Streptomicina (SM),<br />

Tetraciclina (TC), Rifampicina (RI),<br />

Vancomicina (VA) Trimethoprim-sulfametossazolo(TS)<br />

• MIC in agar<br />

Flumequine (AR)


E-test<br />

Diffusione in agar<br />

Fornisce valori di MIC


Considerando l’andamento delle MIC 90 degli isolati<br />

raggruppati per triennio, ad eccezione della Ciprofloxacina<br />

e del Trimethoprim-sulfametossazolo che hanno mostrato<br />

una evidente riduzione del valore dopo il 1994, non sono<br />

state registrate variazioni di rilievo<br />

L’andamento della sensibilità agli antibiotici ottenuto,<br />

indica una bassa pressione di selezione nel lungo periodo<br />

considerato, ascrivibile probabilmente ad un corretto uso<br />

del farmaco in acquacoltura e all’utilizzo di presidi vaccinali<br />

per il <strong>contro</strong>llo della lattococcosi e di altre patologie ittiche.


2<br />

CENNI STORICI SULLA<br />

VACCINAZIONE IN ITALIA


Specie<br />

Trota <strong>iridea</strong><br />

Rombo<br />

chiodato<br />

Trota <strong>iridea</strong><br />

Trota <strong>iridea</strong><br />

Rombo<br />

chiodato<br />

Ricciola<br />

Trota <strong>iridea</strong><br />

Prove sperimentali di vaccinazione<br />

Peso<br />

in g<br />

50<br />

45<br />

150<br />

1360<br />

150<br />

30-260<br />

150-700<br />

Via di<br />

somministrazione<br />

Iniezione<br />

Iniezione<br />

Immersione o<br />

iniezione<br />

Iniezione<br />

Iniezione<br />

Orale<br />

Iniezione<br />

Protezione<br />

> 5 mesi<br />

12 mesi<br />

2.5 mesi<br />

> 5 mesi<br />

RPS<br />

89<br />

89<br />

70<br />

> 80<br />

80<br />

55<br />

> 90<br />

Autore<br />

Ghittino e coll.<br />

1994<br />

Toranzo e coll.<br />

1995<br />

Sakai 1996<br />

Ceschia e coll.<br />

1997<br />

Romalde e coll.<br />

1997<br />

Sano e coll.<br />

1997<br />

Manfrin e coll.,<br />

2004


Gli studi vaccinali <strong>contro</strong> Lactococcus garvieae<br />

hanno avuto inizio in Italia nel 1994<br />

Vaccini inattivati a base di cellule batteriche<br />

intere (bacterin) con titolo 1,5 x 10 10<br />

cellule/ml<br />

Durata minore – circa 3 mesi<br />

Vaccini adiuvati con oli minerali a diversa formulazione<br />

(w/o e w/o/w) con titolo rispettivamente di 2,5 x 10 9 e<br />

7,5 x 10 9 cellule/ml<br />

Durata superiore – circa 6 mesi


L’efficacia della vaccinazione è stata valutata<br />

ricorrendo a challenge endoperitoneale mensile,<br />

utilizzando dosi di 2 x 10 4 ufc Lg/pesce ed esposizione<br />

naturale all’infezione, direttamente in vasca


Nei primi anni di sperimentazione, sono stati utilizzati esclusivamente vaccini<br />

inattivati senza adiuvante<br />

Con tale utilizzo non si avevano incidenti vaccinali,<br />

mortalità nei primi 4-5 giorni dall’inoculazione e<br />

l’insorgenza dell’immunità era evidente già in seconda<br />

settimana. L’efficacia però risultava ridotta nel tempo, tale<br />

però da coprire la maggior parte del periodo in cui si<br />

manifestava la malattia<br />

Successivamente l’adattamento della patologia alle<br />

nostre condizioni e al conseguente allargamento del<br />

periodo di maggiore mortalità, il vaccino bacterin ha<br />

dimostrato scarsa utilità <strong>nella</strong> gestione della malattia


Lo studio di formulazioni variamente adiuvate, ha<br />

portato ad un netto miglioramento della durata<br />

dell’immunità, con scarse ricadute verso fine<br />

stagione<br />

Comparsa di mortalità<br />

significativa nei primi giorni<br />

dopo l’inoculazione (anche 5%)<br />

L’uso di oli minerali per potenziare l’azione<br />

immunizzante del vaccino, ha portato comunque<br />

all’insorgenza di numerosi incidenti di percorso, che<br />

a seconda delle partite, potevano essere anche<br />

decisamente importanti<br />

Pesci che faticavano a<br />

riprendere le normali<br />

funzioni vitali<br />

Insorgenza in un numero elevato di soggetti di tenaci<br />

aderenze dei visceri, particolarmente problematica<br />

per i trasformatori


Oltre alle aderenze dei visceri, in un numero inferiore di<br />

soggetti, si aveva la comparsa di aree di necrosi nel punto di<br />

inoculo, che a volte si espandevano lungo la parete ventrale<br />

Questo portava ad un’evidente perdita economica, in quanto<br />

nei casi più eclatanti doveva essere distrutto l’intero pesce,<br />

mentre i quelli meno colpiti, bisognava operare una profonda<br />

toelettatura, con perdite di resa e dispendio di tempo degli<br />

operatori<br />

Risulta molto difficile far combaciare le esigenze di<br />

allevamento e quelle della trasformazione


Nel corso degli ultimi anni è stata studiata una<br />

nuova formulazione adiuvante, utilizzando prodotti<br />

del commercio ma usati per altre specie<br />

L’efficacia risulta essere paragonabile a quella<br />

dimostrata dal vaccino adiuvato con oli minerali,<br />

ma si sono ottenuti dati confortanti dal punto di<br />

vista della produzione e della trasformazione.


3<br />

PREPARAZIONI VACCINALI


I vari isolati di L. garvieae costituiscono<br />

un gruppo geneticamente omogeneo.<br />

Nonostante l’alta omologia genetica<br />

(oltre il 90%), la diversificazione<br />

fenotipica è alta.<br />

Da un’indagine epidemiologica, svolta mediante RFLP<br />

ribotyping, si è potuto dimostrare che l’evoluzione dei<br />

ceppi italiani e spagnoli ha seguito dei percorsi<br />

autonomi. Per quanto riguarda invece i ceppi francesi,<br />

la situazione è alquanto eterogenea.


Ecco perché appare importante utilizzare, per la<br />

situazione italiana, ceppi autoctoni. Infatti, la scarsa<br />

efficacia dimostrata negli anni passati di vaccini<br />

sperimentali provenienti da ditte europee in cui erano<br />

stati utilizzati ceppi diversi da quelli presenti sul<br />

nostro territorio, hanno portato ad insuccessi totali.<br />

E’ per tale motivo che l’utilizzo di vaccini stabulogeni,<br />

oltre che previsti dalla nostra legislazione, hanno<br />

presentato un successo sempre maggiore rispetto alle<br />

sperimentazioni effettuate dalle sopraccitate ditte.


Attualmente, sono a disposizione degli allevatori due<br />

formulazioni vaccinali distinte, entrambi iniettabili<br />

per via intraperitoneale:<br />

VACCINO NON ADIUVATO o BACTERIN<br />

VACCINO ADIUVATO CON OLI MINERALI<br />

La dose iniettabile per soggetto varia da 0,1 a<br />

0,2 ml/capo, in base alle richieste<br />

dell’allevatore.


Dai dati sperimentali condotti <strong>nella</strong> seconda metà degli<br />

anni ’90, si è potuto evincere come la quantità di batteri<br />

presenti all’interno della dose <strong>vaccinale</strong> di un vaccino<br />

bacterin, debba essere molto elevata (all’incirca 60 g/litro<br />

per 10.000 dosi iniettabili).<br />

Per quanto riguarda invece la quantità di batteri presenti<br />

all’interno della dose <strong>vaccinale</strong> di un vaccino adiuvato di<br />

ultima generazione, questa può essere notevolmente più<br />

bassa (da 1/4 a 1/10 rispetto la dose per il bacterin).


L’utilizzo di una formulazione piuttosto che<br />

un’altra deve essere basato su una corretta<br />

gestione dell’allevamento e di un oculato<br />

management.<br />

Infatti, non sempre l’uso di un vaccino adiuvato<br />

può essere la mossa vincente.<br />

La scelta del tipo di vaccino deve essere fatta valutando, la<br />

movimentazione del pesce alla lavorazione, l’andamento<br />

climatico, il regime idrico, ecc.


Ad esempio in allevamenti dove l’approvvigionamento idrico<br />

è parzialmente dovuto ad acqua di pozzo, l’uso di vaccini<br />

adiuvati potrebbe risultare uno spreco sia in termini di<br />

denaro, ma soprattutto in termini di perdite iniziali.<br />

Anche in allevamenti in cui si debbano trattare<br />

riproduttori, dove anche una minima aderenza può<br />

causare delle perdite notevoli, è importante<br />

pianificare una vaccinazione con bacterin, magari in<br />

due cicli successivi o con un richiamo con vaccini ad<br />

uso orale che sono attualmente allo studio.


VACCINAZIONE DI CAMPO<br />

L’IZS IZS di Torino presentava una potenzialità potenzialit di<br />

produzione di bacterin di circa 250.000-300.000 250.000 300.000 dosi<br />

fino dalla fine degli anni ’90. 90.<br />

Nel 2004 ottenuta l’autorizzazione lautorizzazione<br />

ad importare<br />

l’anestetico anestetico MS 222.<br />

Nel 2005 IZSVE ha ottenuto l’autorizzazione lautorizzazione<br />

a<br />

produrre un vaccino stabulogeno con adjuvante<br />

oleoso vegetale, mentre l’IZS l IZS Torino ha potenziato la<br />

sua capacità capacit produttiva.<br />

Nel 2005-2006 2005 2006 sono state prodotte in totale (IZSPLVA,<br />

IZSVE e UNIUd) circa 5.000.000 dosi di vaccino<br />

stabulogeno.<br />

stabulogeno


Allevamento<br />

A<br />

G<br />

A<br />

G<br />

H<br />

I<br />

J<br />

K<br />

N. Pesci<br />

vaccinati<br />

50.000<br />

20.000<br />

70.000<br />

10.000<br />

10.000<br />

30.000<br />

30.000<br />

20.000<br />

RISULTATI IZSPLVA 2004<br />

Mortalità Mortalit nei<br />

primi 15 gg. (%)<br />

-<br />

3<br />

RISULTATI IZSPLVA 2005<br />

> 1<br />

-<br />

1<br />

nd<br />

nd<br />

nd<br />

Mortalità Mortalit finale<br />

(%)<br />

2<br />

7-8 8<br />

1-2<br />

1<br />

1-2<br />

nd<br />

nd<br />

nd<br />

Note<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

nd<br />

nd<br />

nd


Allevamento<br />

A<br />

D<br />

F<br />

G<br />

H<br />

I<br />

J<br />

K<br />

L<br />

N. Pesci vaccinati<br />

200.000<br />

220.000<br />

250.000<br />

120.000 (no utiliz.)<br />

130.000 (no ritirati)<br />

10.000<br />

10.000<br />

70.000<br />

30.000<br />

20.000<br />

10.000<br />

RISULTATI IZSPLVA 2006<br />

Mortalità Mortalit nei<br />

primi 15 gg. (%)<br />

-<br />

-<br />

n.d.<br />

Mortalità Mortalit<br />

elevata<br />

-<br />

1<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

Mortalità Mortalit finale<br />

(%)<br />

2-3<br />

n.d.<br />

Mortalità Mortalit<br />

elevata<br />

-<br />

2-4<br />

< 1<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

Note<br />

RTGE<br />

n.d.<br />

Episodio di<br />

VHS<br />

-<br />

-<br />

-<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.<br />

n.d.


4<br />

MODALITA’ DI VACCINAZIONE


La sedazione preventiva del pesce avviene al<br />

fine di limitarne i movimenti e viene effettuata<br />

mediante l’uso di anestetici per acquacoltura<br />

(ad es. clorobutanolo 0,7 g/l d’acqua)


Il sistema manuale consiste nell’impiego di<br />

tavoli di lavoro appositamente approntati,<br />

tali da consentire una rapida<br />

manipolazione del pesce


Il sistema semiautomatico invece<br />

consiste nell’impiego di macchine<br />

vaccinatrici a 2 o 4 vie, in cui<br />

l’operatore inserisce il pesce in<br />

appositi scomparti, nei quali i<br />

soggetti vengono bloccati


Sistema manuale<br />

Sistema operativo 40.000 pesci/giorno<br />

Vantaggi Svantaggi<br />

Vaccinazione soggetti con taglia<br />

disomogenea<br />

Bassa presenza di pesci non<br />

vaccinati<br />

Possibili incidenti vaccinali al<br />

pesce con bassa incidenza<br />

Numero elevato di personale<br />

addetto (4 al banco + 3 prebanco)<br />

Necessita di personale esperto<br />

per le operazioni di iniezione<br />

Possibili incidenti vaccinali al<br />

personale


Sistema semiautomatico<br />

Sistema operativo 40.000 pesci/giorno<br />

Vantaggi<br />

Numero ridotto di personale addetto<br />

(2 al banco + 2 prebanco)<br />

Necessita di personale non esperto<br />

per le operazioni di iniezione<br />

Scarsi incidenti vaccinali al<br />

personale<br />

Svantaggi<br />

Vaccinazione soggetti con taglia il<br />

più omogenea possibile<br />

Alta presenza di pesci non vaccinati<br />

Possibili incidenti vaccinali al pesce<br />

con alta incidenza


RIEPILOGO<br />

N° personale<br />

Tipologia personale<br />

Taglia pesce<br />

Presenza pesci non<br />

vaccinati<br />

Presenza incidenti<br />

vaccinali pesci<br />

Presenza incidenti<br />

vaccinali personale<br />

Sistema operativo 40.000 pesci/giorno<br />

MANUALE<br />

4 + 3<br />

Esperto<br />

Disomogenea<br />

Bassa<br />

Bassa<br />

SI<br />

SEMIAUTOMATICO<br />

2 + 2<br />

Non esperto<br />

Omogenea<br />

Alta<br />

Alta<br />

NO


INCIDENTI


INCIDENTI


La vaccinazione intraperitoneale in Italia non è una pratica<br />

ancora diffusamente utilizzata dagli operatori d’acquacoltura……<br />

… in parte per la difficoltà di operazione, per il costo …<br />

… ma soprattutto per la mancanza di vaccini registrati <strong>contro</strong> tali patologie.<br />

E’ possibile comunque utilizzare tale metodica, impiegando vaccini<br />

stabulogeni prodotti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.


5<br />

PRODUZIONE DI UN VACCINO


Per la produzione di un vaccino stabulogeno, si deve<br />

assolutamente partire da una diagnosi effettuata in laboratorio<br />

della malattia oggetto della richiesta e da un isolamento batterico.


Una volta isolato il germe, previa richiesta di un<br />

veterinario, si procede alla preparazione<br />

dell’intermedio di produzione a base di cellule<br />

batteriche morte.<br />

* Preparazione del master seed<br />

* Inoculazione del master seed nel biofermentatore<br />

* Controllo specie batterica, grado di purezza e conta batterica<br />

* Inattivazione del prodotto alla 18-20 a ora di crescita<br />

mediante formalina<br />

* Controllo di avvenuta inattivazione<br />

INTERMEDIO DI PRODUZIONE


INTERMEDIO DI PRODUZIONE<br />

* Prima filtrazione<br />

* 0,4% formalina<br />

* Controllo di sterilità<br />

* 3 lavaggi (centrifugazione e lavaggio con PBS)<br />

* Imbottigliamento<br />

VACCINO DA CONTROLLARE<br />

* Aggiunta adiuvante<br />

* Controllo di sterilità * Controllo di innocuità


* Etichettatura<br />

VACCINO CONTROLLATO<br />

* Confezionamento<br />

* Emissione ricetta, bolla e fattura<br />

VACCINO CONSEGNATO


Tutte le fasi di produzione di un vaccino<br />

stabulogeno vengono <strong>contro</strong>llate e certificate<br />

all’interno del Sistema Qualità dell’Istituto.<br />

Per ogni attività inerente la produzione di un<br />

vaccino viene compilata una apposita scheda<br />

operativa che attesti tutte le operazioni svolte.


La produzione di un vaccino stabulogeno, in<br />

base alle dosi richieste, necessita di una<br />

tempistica notevole, variabile<br />

dalle 3 alle 10 settimane.


Grazie per l’attenzione!

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