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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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Non risposi. Era inutile cercare di prenderlo in giro. Se gli avessi mentito, non<br />

me l’avrebbe mai perdonato.<br />

«E la zampa?» chiesi. «Qualcuno che è andato a caccia in macchina di notte. Ma<br />

potrebbe anche trattarsi di qualcos’altro.»<br />

«Da quanto tempo pensi che fosse ferito?»<br />

«Due giorni. La zampa era già infetta.»<br />

«Qualcuno sulla collina, allora. Stanotte non abbiamo sentito macchine. Lo gnu<br />

è stato costretto a scendere a valle. Certo non poteva salire, con la zampa in quelle<br />

condizioni.»<br />

«Non è né te né me» disse G.C. «È uno gnu.»<br />

Eravamo fermi sotto il grande albero al confine del campo. Scendemmo dal<br />

camion, e G.C. spiegò al capo scout del Dipartimento della Caccia e agli altri scout<br />

che erano venuti con lui dove volevamo che fosse legata l’esca. Doveva essere<br />

semplicemente trascinata lungo la strada fino all’albero e poi essere appesa fuori<br />

portata dalle iene. Se i leoni la raggiungevano, l’avrebbero tirata giù. Doveva essere<br />

trascinata oltre il punto in cui la sera prima il leone aveva ucciso la zebra. Era meglio<br />

che andassero subito, l’appendessero e tornassero immediatamente al campo. I miei<br />

uomini avevano appeso come esche anche i babbuini, e io dissi a Mthuka di lavare<br />

bene la macchina. Rispose che era passato dal fiume e l’aveva già lavata.<br />

Ci facemmo tutti il bagno, Mary per prima. Poi l’aiutai a strofinarsi con un<br />

grosso asciugamano e a infilarsi gli stivali antizanzare. Indossò un accappatoio sul<br />

pigiama e andò vicino al fuoco a bere qualcosa con G.C., prima che cominciassero a<br />

cucinare. Rimasi con loro finché Mwindi uscì dalla tenda per dire: «Bathi Bwana» e<br />

poi portai il bicchiere con me nella tenda, mi spogliai, mi adagiai nella tinozza di tela<br />

e m’insaponai e mi rilassai nell’acqua calda.<br />

«Che cosa dicono gli anziani? Che cosa farà il leone, stanotte?» chiesi a<br />

Mwindi, che stava piegando i miei abiti e preparando il pigiama, la vestaglia e gli<br />

stivali antizanzare.<br />

«Keiti dice che leone della Memsahib forse mangia esca forse no. Che cosa dice<br />

Bwana?»<br />

«Lo stesso di Keiti.»<br />

«Keiti dice tu mganga con leone.»<br />

«No. Per scoprire quando morirà ho bisogno solo di un po’ di buona medicina.»<br />

«Quando morirà?»<br />

«Nel giro di tre giorni. Non sono riuscito a scoprire in quale giorno.»<br />

«Mzuri. Forse muore domani.»<br />

«Non credo. Ma potrebbe.»<br />

«Anche Keiti pensa uguale.»<br />

«Quando crede che il leone morirà?»<br />

«Fra tre giorni.»<br />

«Mzuri. Per favore, portami l’asciugamano.»<br />

«Asciugamano vicino tue dita. Porta tu se vuoi.»<br />

«Scusa» dissi. In Swahili la parola scusa non esisteva.<br />

«Hapana scusa. Ho detto solo dov’era. Vuoi che massaggio schiena?»<br />

«No, grazie.»

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