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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«Facciamo più problemi di Amleto. E non sono mai stato un bambino<br />

problematico. Ero un bambino simpatico e felice, solo leggermente troppo grasso.»<br />

«Mary sperava che arrivassi presto» dissi.<br />

«Brava ragazza.»<br />

Li vedemmo avvicinarsi attraverso la radura, sul verde brillante dell’erba nuova.<br />

Erano della stessa altezza, Charo nero come di più non si poteva, con il vecchio<br />

turbante sporco avvolto attorno alla testa e la giacca azzurra, e Mary con i capelli<br />

biondi illuminati dal sole, l’abito da caccia verde, scuro contro il verde lucido<br />

dell’erba. Chiacchieravano allegramente, e Charo portava il fucile di Mary e il grosso<br />

libro degli uccelli. Insieme sembravano usciti da una scenetta del Circo Medrano.<br />

G.C. si era lavato e arrivò senza camicia addosso. Il biancore della pelle<br />

contrastava con il marrone rosato della faccia e del collo.<br />

«Guardali» disse. «Che coppia graziosa.»<br />

«Immagina di incontrarli non avendoli mai visti prima.»<br />

«Fra una settimana, l’erba gli arriverà sopra la testa. Ce l’hanno già all’altezza<br />

delle ginocchia.»<br />

«Non criticare l’erba. Ha solo tre giorni.»<br />

«Salve, Miss Mary» gridò G.C.<br />

«Che cos’avete combinato, voi due?»<br />

Mary si eresse con aria orgogliosa.<br />

«Ho ucciso uno gnu.»<br />

«E chi ti ha dato il permesso?»<br />

«Charo. Me l’ha detto Charo di ucciderlo. Aveva una zampa rotta. Rotta in<br />

modo grave.»<br />

Charo si passò nell’altra mano il grosso libro e mosse mollemente il braccio per<br />

dimostrare com’era la zampa.<br />

«Pensavamo che voleste un’esca» disse Miss Mary. «La volevate, vero? È<br />

vicino alla strada. Dopo ti abbiamo sentito arrivare, G.C., ma non siamo riusciti a<br />

vederti.»<br />

«Hai fatto benissimo a ucciderlo e avevamo veramente bisogno di un’esca. Ma<br />

che ci facevi a caccia da sola?»<br />

«Non ero a caccia. Identificavo gli uccelli e li elencavo. Charo non mi<br />

porterebbe mai dove ci sono gli animali cattivi. Poi ho visto lo gnu, che se ne stava là<br />

ed era molto triste, e aveva la zampa in condizioni terribili, con l’osso che fuorusciva.<br />

Charo mi ha detto di ucciderlo e io l’ho fatto.»<br />

«Memsahib piga. Kufa!»<br />

«Gli ho sparato subito dietro l’orecchio.»<br />

«Piga! Kufa!» disse Charo, e lui e Mary si guardarono con orgoglio.<br />

«È stata la prima volta che mi sono assunta la responsabilità di sparare senza<br />

avere vicino te, Papa o Pop.»<br />

«Posso baciarti, Miss Mary?» chiese G.C.<br />

«Certo che puoi. Ma sono molto sudata.»<br />

Si baciarono, e poi ci baciammo noi, e Mary disse: «Vorrei baciare anche Charo,<br />

ma so che non devo. Sapete, gli impala ci hanno abbaiato contro proprio come dei<br />

cani. Nessuno ha paura di Charo e di me».

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