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«Sentilo» disse Mary.<br />
Restammo ad ascoltarlo. È impossibile descrivere il ruggito di un leone<br />
arrabbiato. Si può solo dire che noi ascoltiamo e il leone ruggisce. Non ha niente a<br />
che vedere con il rumore che emette il leone all’inizio dei film della Metro Goldwin<br />
Mayer. Quando lo si sente, lo si sente prima nello scroto, da dove saetta su per tutto il<br />
corpo.<br />
«Mi dà la sensazione di essere vuota dentro» disse Miss Mary. «È davvero il re<br />
della notte.»<br />
Ascoltammo e lui ruggì ancora, spostandosi di nuovo verso nordovest. Questa<br />
volta il ruggito finì con una specie di colpo di tosse.<br />
«Spera solo che ammazzi una preda» dissi. «Non pensare a lui e dormi bene.»<br />
«Devo pensare a lui e voglio pensarci. È il mio leone, e io gli voglio bene e lo<br />
rispetto e devo ucciderlo. Per me ha più importanza di qualunque cosa, all’infuori di<br />
te e della nostra gente. Sai che cosa significa.»<br />
«Lo so maledettamente bene. Ma devi dormire, tesoro. Forse ruggisce per tenerti<br />
sveglia.»<br />
«Lascia che mi tenga sveglia, allora. Se dovrò ucciderlo, ha il diritto di farlo.<br />
Amo qualunque cosa faccia e qualunque cosa sia.»<br />
«Ma dovresti dormire un po’, tesoro. A lui non piacerebbe, se non dormissi.»<br />
«Non gliene importa un bel niente di me. A me, invece, importa di lui, ed è per<br />
questo che lo ucciderò. Dovresti capire.»<br />
«Capisco. E tu dovresti dormire sul serio, gattina mia. Perché domani mattina si<br />
comincia.»<br />
«Dormirò. Ma voglio sentirlo parlare un’altra volta.»<br />
Aveva molto sonno, e io pensai che quella ragazza aveva vissuto tutta la vita<br />
senza mai desiderare di uccidere qualcosa, finché si era trovata impegolata con dei<br />
cattivi soggetti e ora dava la caccia ai leoni da troppo tempo e scopertamente, la qual<br />
cosa, senza un professionista che le coprisse le spalle, rappresentava un mestiere o<br />
un’occupazione ben poco sicuri, e per una sola persona poteva essere addirittura<br />
molto pericoloso, come evidentemente lo era in quel momento. Poi il leone ruggì di<br />
nuovo e tossì tre volte.<br />
«Adesso dormo» disse Miss Mary. «Spero che non abbia tossito perché non ne<br />
ha potuto fare a meno. I leoni prendono il raffreddore?»<br />
«Non lo so, tesoro. Vuoi metterti a dormire, adesso?»<br />
«Dormo già. Ma tu devi svegliarmi molto prima dell’alba, non importa quanto<br />
sonno ho. Promesso?»<br />
«Promesso.» Poi si addormentò sul serio e io mi ritirai contro la parete della<br />
tenda ad ascoltare il suo respiro leggero, e quando cominciò a farmi male il braccio<br />
sinistro lo tirai via di sotto la sua testa, sentendo che lei stava comoda. Occupavo solo<br />
una piccola parte della grande branda e aspettavo di sentire il leone, che rimase<br />
silenzioso fin verso le tre, quando uccise. Dopo di che tutte le iene cominciarono a<br />
parlare e il leone mangiò, e di tanto in tanto parlò anche lui, brusco. Le leonesse non<br />
si sentirono. Una che conoscevo stava per avere i cuccioli e non voleva certo avere a<br />
che fare con lui, e l’altra era la sua ragazza. Pensai che il terreno era ancora troppo<br />
umido per trovarlo quando ci fosse stata la luce. Ma c’era sempre una possibilità.