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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«Sentilo» disse Mary.<br />

Restammo ad ascoltarlo. È impossibile descrivere il ruggito di un leone<br />

arrabbiato. Si può solo dire che noi ascoltiamo e il leone ruggisce. Non ha niente a<br />

che vedere con il rumore che emette il leone all’inizio dei film della Metro Goldwin<br />

Mayer. Quando lo si sente, lo si sente prima nello scroto, da dove saetta su per tutto il<br />

corpo.<br />

«Mi dà la sensazione di essere vuota dentro» disse Miss Mary. «È davvero il re<br />

della notte.»<br />

Ascoltammo e lui ruggì ancora, spostandosi di nuovo verso nordovest. Questa<br />

volta il ruggito finì con una specie di colpo di tosse.<br />

«Spera solo che ammazzi una preda» dissi. «Non pensare a lui e dormi bene.»<br />

«Devo pensare a lui e voglio pensarci. È il mio leone, e io gli voglio bene e lo<br />

rispetto e devo ucciderlo. Per me ha più importanza di qualunque cosa, all’infuori di<br />

te e della nostra gente. Sai che cosa significa.»<br />

«Lo so maledettamente bene. Ma devi dormire, tesoro. Forse ruggisce per tenerti<br />

sveglia.»<br />

«Lascia che mi tenga sveglia, allora. Se dovrò ucciderlo, ha il diritto di farlo.<br />

Amo qualunque cosa faccia e qualunque cosa sia.»<br />

«Ma dovresti dormire un po’, tesoro. A lui non piacerebbe, se non dormissi.»<br />

«Non gliene importa un bel niente di me. A me, invece, importa di lui, ed è per<br />

questo che lo ucciderò. Dovresti capire.»<br />

«Capisco. E tu dovresti dormire sul serio, gattina mia. Perché domani mattina si<br />

comincia.»<br />

«Dormirò. Ma voglio sentirlo parlare un’altra volta.»<br />

Aveva molto sonno, e io pensai che quella ragazza aveva vissuto tutta la vita<br />

senza mai desiderare di uccidere qualcosa, finché si era trovata impegolata con dei<br />

cattivi soggetti e ora dava la caccia ai leoni da troppo tempo e scopertamente, la qual<br />

cosa, senza un professionista che le coprisse le spalle, rappresentava un mestiere o<br />

un’occupazione ben poco sicuri, e per una sola persona poteva essere addirittura<br />

molto pericoloso, come evidentemente lo era in quel momento. Poi il leone ruggì di<br />

nuovo e tossì tre volte.<br />

«Adesso dormo» disse Miss Mary. «Spero che non abbia tossito perché non ne<br />

ha potuto fare a meno. I leoni prendono il raffreddore?»<br />

«Non lo so, tesoro. Vuoi metterti a dormire, adesso?»<br />

«Dormo già. Ma tu devi svegliarmi molto prima dell’alba, non importa quanto<br />

sonno ho. Promesso?»<br />

«Promesso.» Poi si addormentò sul serio e io mi ritirai contro la parete della<br />

tenda ad ascoltare il suo respiro leggero, e quando cominciò a farmi male il braccio<br />

sinistro lo tirai via di sotto la sua testa, sentendo che lei stava comoda. Occupavo solo<br />

una piccola parte della grande branda e aspettavo di sentire il leone, che rimase<br />

silenzioso fin verso le tre, quando uccise. Dopo di che tutte le iene cominciarono a<br />

parlare e il leone mangiò, e di tanto in tanto parlò anche lui, brusco. Le leonesse non<br />

si sentirono. Una che conoscevo stava per avere i cuccioli e non voleva certo avere a<br />

che fare con lui, e l’altra era la sua ragazza. Pensai che il terreno era ancora troppo<br />

umido per trovarlo quando ci fosse stata la luce. Ma c’era sempre una possibilità.

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