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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«Mi piace l’idea che proteggiamo la selvaggina per la selvaggina stessa» disse<br />

Miss Mary. «Ma il resto è robaccia.»<br />

«È tutto molto confuso» dissi io. «Hai mai visto un paese più confuso<br />

dell’Africa?»<br />

«No. Anche tu e la tua banda siete confusi.»<br />

«Lo so.»<br />

«Eppure, in realtà hai tutto chiaro in mente, vero?»<br />

«Non ancora. Andiamo avanti alla giornata, per il momento.»<br />

«Be’, mi piace lo stesso. E dopotutto, non siamo venuti fin qui per mettere<br />

ordine in Africa.»<br />

«No. Siamo venuti a fare delle foto per le quali scrivere le didascalie, e poi a<br />

divertirci e a imparare tutto il possibile.»<br />

«Eppure ci siamo lasciati coinvolgere.»<br />

«Lo so. Ma ti diverti?»<br />

«Non sono mai stata tanto felice.»<br />

Ngui si era fermato per indicare il lato destro della strada. «Simba.»<br />

Ed ecco le grandi orme, troppo grandi per essere vere.<br />

La zampa posteriore sinistra mostrava chiaramente la vecchia cicatrice. Il leone<br />

doveva avere attraversato silenziosamente la strada nel momento in cui Mary aveva<br />

sparato all’impala, per poi addentrarsi nel folto della foresta.<br />

«È lui» disse Ngui. Non c’era nessun dubbio. Se fossimo stati fortunati,<br />

l’avremmo incontrato sulla strada. Ma sarebbe stato prudente e ci avrebbe lasciati<br />

passare. Era un leone molto intelligente e molto cauto. Il sole era quasi calato, e con<br />

le nuvole, di lì a cinque minuti sarebbe stato impossibile sparare.<br />

«Ora le cose non sono poi così complicate» esclamò allegramente Miss Mary.<br />

«Va’ al campo a prendere la macchina» dissi a Ngui. «Noi aspetteremo con<br />

Charo e con la carne.»<br />

Quella notte, quando eravamo a letto ma ancora non dormivamo, sentimmo<br />

ruggire il leone. Era a nord del campo, e il ruggito arrivò prima basso e poi in un<br />

crescendo, per smorzarsi alla fine in un sospiro.<br />

«Vengo da te» disse Miss Mary.<br />

Eravamo vicini nel buio, sotto la zanzariera, e io la cingevo con un braccio,<br />

quando sentimmo di nuovo il ruggito del leone.<br />

«Impossibile scambiarlo per un altro» disse Mary. «Sono contenta di essere<br />

nello stesso letto con te, quando lo sento.»<br />

L’animale si stava spostando verso nordovest, ronfando pesantemente e poi<br />

ruggendo.<br />

«Chiama la leonessa o è arrabbiato? Che sta facendo veramente?»<br />

«Non lo so, tesoro. Credo che sia arrabbiato perché il terreno è bagnato.»<br />

«Ma ruggiva anche quando era asciutto e gli siamo andati dietro fino alla<br />

foresta.»<br />

«Scherzavo, tesoro. So solo che ruggisce.»<br />

«È troppo grosso per scherzarci sopra.»<br />

«Bisogna che scherzi, se devo proteggerti. Non vuoi che cominci a<br />

preoccuparmi di lui, vero?»

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