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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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giorno in cui avevamo visto per la prima volta le orme dell’enorme leone della Rift<br />

Valley, e poi avevo divagato.<br />

«Miss Mary, che ne dici di uscire a procurarci della carne?»<br />

«Ne abbiamo bisogno, vero?»<br />

«Sì.»<br />

«A che cosa pensavi?»<br />

«Alla carne e ai problemi dei Kamba.»<br />

«Problemi particolarmente gravi?»<br />

«No. In generale.»<br />

«Bene. E cos’hai deciso?»<br />

«Che avevamo bisogno di carne.»<br />

«Andiamo a procurarcela, allora?»<br />

«È un buon momento per cominciare. Se hai voglia di fare una camminata.»<br />

«Camminare mi piace. Quando torniamo, ci facciamo il bagno, e ci sarà il fuoco<br />

acceso.»<br />

Trovammo il branco di impala che di solito se ne stava vicino al punto in cui la<br />

strada incrociava il fiume e Mary uccise un maschio che aveva un solo corno.<br />

L’animale era molto grasso e in buona forma, e io avevo la coscienza tranquilla<br />

all’idea di usarlo come carne, dato che non avrebbe mai fornito al Dipartimento della<br />

Caccia uno di quei trofei di cui il Dipartimento non sapeva che farsene, e anche<br />

perché, essendo stato cacciato dal branco, non sarebbe più servito neanche per coprire<br />

le femmine. Mary aveva sparato molto bene, colpendolo nella spalla esattamente<br />

dove aveva mirato. Charo, molto orgoglioso di lei, era riuscito a macellarlo a velocità<br />

assolutamente legale, con uno scarto di sì e no un centesimo di secondo. Ormai era<br />

evidente che la mira di Mary dipendeva esclusivamente dalla volontà di Dio, e dato<br />

che ognuno di noi aveva un Dio diverso, Charo si assunse tutto il merito del colpo.<br />

Pop, G.C. e io avevamo verificato che in quanto a mira, a volte Miss Mary<br />

raggiungeva una forma perfetta, tanto da mirare con sorprendente precisione. Ora<br />

toccò a Charo accorgersene.<br />

«Memsahib pig mzuri sana» esclamò.<br />

«Mzuri. Mzuri» disse Ngui, rivolto a Miss Mary.<br />

«Grazie» rispose lei. «E fanno tre» aggiunse, guardandomi. «Ormai sono<br />

soddisfatta e sicura di me. È strano, se riferito agli spari, vero?»<br />

Pensavo a quanto fosse realmente strano e dimenticai di rispondere.<br />

«È brutto uccidere degli esseri viventi. Ma è meraviglioso avere della buona<br />

carne per il campo. Quando è successo che la carne è diventata tanto importante per<br />

tutti?»<br />

«Lo è sempre stata. È uno degli elementi più antichi e più importanti. L’Africa<br />

ne sente terribilmente la mancanza. Ma se uccidessero la selvaggina allo stesso modo<br />

degli olandesi in Sud Africa, non ce ne sarebbe più.»<br />

«Ma davvero conserviamo la selvaggina per gli indigeni? Per chi la<br />

proteggiamo, in realtà?»<br />

«Per la selvaggina stessa, per fare quattrini per il Dipartimento della Caccia, per<br />

tenere in piedi il racket dei cacciatori bianchi e per tirare fuori un po’ di denaro da<br />

dare ai Masai.»

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