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icchi, ed erano guerrieri professionisti, ma da molto tempo non combattevano più.<br />
Erano sempre stati tossicodipendenti, e ora stavano diventando alcolizzati.<br />
I Masai non uccidevano mai la selvaggina. Si occupavano solo del loro<br />
bestiame. I dissidi fra i Masai e i Wakamba nascevano sempre per qualche furto di<br />
bestiame, mai per l’uccisione di qualche animale.<br />
I Wakamba odiavano i Masai, li consideravano ricchi esibizionisti protetti dal<br />
governo. Li disprezzavano come uomini le cui donne erano profondamente<br />
miscredenti e quasi sempre sifilitiche, e anche come uomini incapaci di cacciare<br />
perché avevano gli occhi distrutti da sudice malattie portate dalle mosche; e perché le<br />
loro lance si piegavano dopo essere state usate una sola volta; e alla fine, ed era la<br />
cosa più importante, perché sapevano essere coraggiosi solo quando erano sotto<br />
l’influenza di qualche droga.<br />
I Wakamba amavano combattere, combattere veramente, non in scaramucce<br />
come i Masai, che in genere si riducevano a un isterismo di massa prodotto<br />
dall’effetto delle droghe, e vivevano al di sotto del livello di sussistenza. Avevano<br />
sempre avuto i loro cacciatori, e ora non esistevano più luoghi in cui andare a caccia.<br />
Amavano bere, e il bere era rigidamente controllato dalle leggi tribali. Ma non erano<br />
ubriaconi, e l’ubriachezza veniva punita severamente. La carne era sempre stata la<br />
base della loro alimentazione, e ora non ce n’era più, e andare a caccia era proibito. I<br />
loro cacciatori illegali erano popolari come un tempo lo erano stati in Inghilterra i<br />
contrabbandieri o negli Stati Uniti quelli che durante il Proibizionismo facevano<br />
entrare nel paese del buon liquore.<br />
Quando ero andato là, molti anni prima, la situazione non sembrava così brutta,<br />
anche se bella non era mai stata. Tutti i Wakamba dimostravano una profonda lealtà<br />
per gli inglesi, persino i giovani e i cattivi soggetti. Ma i giovani erano disorientati, e<br />
le cose non erano per niente semplici. I Mau Mau venivano regolarmente sospettati<br />
perché la loro era un’organizzazione kikuyu, e i Wakamba odiavano i giuramenti<br />
segreti, anche se alcuni di loro si erano infiltrati fra i Mau Mau. Non c’era niente di<br />
tutto questo nel Regolamento per la Protezione delle Bestie Feroci. G.C. mi aveva<br />
detto di usare il buonsenso, ammesso che l’avessi, perché solo i coglioni si cacciano<br />
nei guai. Sapendo bene che a volte potevo rientrare in questa categoria, mi sforzavo<br />
di usare il buonsenso, mettendocela tutta, e di evitare il più possibile di fare<br />
coglionate. Per molto tempo mi ero quasi identificato con i Wakamba, e adesso che<br />
avevo superato l’ultima importante barriera, l’identificazione era completa. Non<br />
esiste altro modo per raggiungere questa identificazione. L’alleanza fra tribù è valida<br />
solo a senso unico.<br />
Ora, con la pioggia, sapevo che gli uomini sarebbero stati meno preoccupati per<br />
le loro famiglie, e se ci procuravamo della carne, ne sarebbero stati felici. La carne<br />
rendeva i maschi più virili. Ne erano convinti perfino i vecchi. Pensavo che fra gli<br />
anziani del campo l’unico a poter essere impotente era Charo, ma non ne ero sicuro.<br />
Avrei potuto chiederlo a Ngui, e lui me l’avrebbe detto. Ma non era una cosa da<br />
chiedere, e io e Charo eravamo amici da molto tempo. I Kamba, se hanno carne con<br />
cui nutrirsi, mantengono la capacità di fare l’amore fino a ben oltre i settant’anni. Ma<br />
esistono tipi di carne che vanno bene per alcuni e non per altri. Non so perché mi ero<br />
messo a pensare a queste cose. Avevo cominciato con l’uccisione del kongoni, il