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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«Mwindi, sai che cos’ha detto il Mahdi. “Vediamo chiaramente nelle leggi della<br />

natura che la pioggia scende dal cielo nei momenti di bisogno. La freschezza e la<br />

fertilità della terra dipendono dalle piogge del cielo. Se per un certo tempo cessa<br />

l’acqua negli strati superiori, la terra si essicca gradualmente. E così vediamo che<br />

esiste una relazione fra le acque del cielo e quelle della terra. La rivelazione sta alla<br />

ragione umana come l’acqua del cielo sta all’acqua della terra.”»<br />

«Troppa pioggia per il campo. Molto buona per lo Shamba» annunciò Mwindi.<br />

«“Con la cessazione dell’acqua del cielo, l’acqua della terra comincia ad<br />

asciugarsi gradualmente; altrettanto accade con la ragione umana, che senza la<br />

rivelazione del cielo perde la sua purezza e la sua forza.”»<br />

«Come so che è il Mahdi?» chiese Mwindi.<br />

«Chiedi a Charo.»<br />

Mwindi sbuffò. Sapeva che Charo era credente, ma non un teologo.<br />

«Se impicchi l’Informatore anche polizia impicca» esclamò Mwindi. «Keiti<br />

chiede a me di dirlo.»<br />

«È stato solo un sogno.»<br />

«Sogni possono essere molto forti. Possono uccidere come bunduki.»<br />

«Parlerò del sogno con l’Informatore, così perderà qualunque potere.»<br />

«Uchawi. Uchawi kubwa sana.»<br />

«Hapana uchawi.»<br />

Mwindi cambiò discorso, chiedendomi quasi bruscamente se volevo dell’altro<br />

tè. Osservai il suo vecchio profilo cinese, mentre guardava con insistenza verso i<br />

bordi del campo, e capii che cosa voleva farmi vedere. L’Informatore.<br />

L’Informatore era arrivato zuppo di pioggia e per niente felice. Non aveva perso<br />

lo stile e la nobiltà di modi, ma sembrava depresso. Emise subito il suo solito colpo di<br />

tosse, che era il suo modo di farsi riconoscere.<br />

«Buongiorno, fratello mio. Come avete sopportato il maltempo, tu e la signora<br />

mia?»<br />

«Qui ha piovuto parecchio.»<br />

«Fratello, sono malato.»<br />

«Hai la febbre?»<br />

«Sì.»<br />

Non mentiva. Aveva il polso a centoventi.<br />

«Siediti, bevi qualcosa e prendi un’aspirina. Ti darò una cura. Poi va’ a casa e<br />

mettiti a letto. La camionetta riuscirebbe a passare dalla strada?»<br />

«Sì. La terra per lo Shamba è di sabbia e la macchina può girare intorno alle<br />

pozzanghere.»<br />

«Come vanno le cose allo Shamba?»<br />

«Non aveva bisogno della pioggia perché è irrigato. È uno Shamba triste, con il<br />

freddo che arriva dalla Montagna. Perfino le galline sono tristi. Con me è venuta una<br />

ragazza che ha il padre bisognoso di medicina per il petto. La conosci.»<br />

«Manderò la medicina.»<br />

«È infelice perché non sei venuto.»<br />

«Ho i miei doveri, qui. Sta bene?»<br />

«Sta bene, ma triste.»

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