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La mattina faceva freddo, con nuvole pesanti sopra tutta la Montagna. Si era alzato di<br />
nuovo un forte vento e la pioggia cadeva a scrosci, ma non era più una solida cortina<br />
compatta. Andai fuori a parlare con Keiti e lo trovai molto allegro. Indossava<br />
l’impermeabile e un cappello di feltro. Disse che probabilmente dal giorno dopo il<br />
tempo sarebbe stato bello, e io gli comunicai che avremmo aspettato il risveglio della<br />
Memsahib, prima di picchiare sui paletti delle tende e di allentare le corde bagnate.<br />
Lui era compiaciuto che i fossati fossero risultati così ben fatti che né la tenda dove<br />
dormivamo né la tenda pranzo si fossero allagate. Aveva già ordinato di accendere un<br />
fuoco, e tutto sembrava più bello. Gli raccontai di aver sognato che su alla riserva<br />
aveva piovuto molto forte. Era una bugia, ma pensavo che fosse utile buttarne là una<br />
grossa, in caso ci arrivassero buone notizie da Pop. Se vogliamo fare una profezia, è<br />
meglio farla con le probabilità in nostro favore.<br />
Keiti ascoltò tutto il mio sogno con attenzione, simulando rispetto. Poi mi disse<br />
di aver sognato che aveva piovuto forte su fino al fiume Tana, ai margini del deserto,<br />
e che sei safari erano rimasti isolati e non sarebbero stati in grado di muoversi per<br />
settimane. Questo, così com’era stato calcolato che fosse, rese il mio sogno del tutto<br />
insignificante. Sapevo che il mio sogno era stato registrato e sarebbe stato controllato,<br />
ma decisi di rafforzarlo. E così raccontai, ed era vero, che avevo sognato di impiccare<br />
l’Informatore. Il resoconto fu completo dell’intera procedura seguita: dove, come,<br />
perché. Come l’aveva presa lui e come poi l’avevamo portato via sulla camionetta per<br />
lasciarlo in pasto alle iene.<br />
Keiti odiava l’Informatore, lo odiava da molti anni, e il mio sogno gli piacque,<br />
ma ci tenne a chiarire che lui non aveva assolutamente sognato l’Informatore.<br />
Sapendo che per lui era importante, gli fornii qualche altro particolare<br />
dell’esecuzione. Ne fu entusiasta e commentò con rammarico, ma giudiziosamente:<br />
«Non puoi fare questo».<br />
«Io non posso. Ma forse il mio sogno può.»<br />
«Non devi fare uchawi.»<br />
«Non faccio uchawi. Mi hai mai visto fare del male a un uomo o a una donna?»<br />
«Non ho detto che sei mchawi. Ho detto che non devi diventarlo e che non può<br />
essere di impiccare l’Informatore.»<br />
«Se vuoi salvarlo, posso dimenticare il sogno.»<br />
«È un buon sogno» disse Keiti. «Ma può creare troppi guai.»<br />
Il giorno dopo una pioggia abbondante è un giorno splendido per predicare la<br />
religione, mentre finché piove sembra che la mente dell’uomo si allontani dalla<br />
bellezza della fede. Ormai non cadeva più neanche una goccia ed ero seduto davanti<br />
al fuoco a bere il tè e a guardare il paesaggio imbevuto d’acqua. Miss Mary dormiva<br />
ancora profondamente perché non c’era il sole a svegliarla. Mwindi venne al tavolo<br />
vicino al fuoco con una teiera di tè caldo e me ne versò una tazza.<br />
«Molta pioggia» disse. «Ora finita.»