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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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Al buio, con il rumore intenso della pioggia, bevvi un sorso. Il gin aveva un<br />

sapore pulito e amichevole, che dissolse la paura dell’incubo. L’incubo era stato uno<br />

dei peggiori che si possano avere, e sì che nella mia vita ne avevo avuti di orribili.<br />

Sapevo di non poter bere mentre davamo la caccia al leone di Miss Mary, ma con un<br />

tempo così, il giorno dopo non saremmo usciti. Per qualche ragione, quella era una<br />

brutta notte. Ero stato viziato da troppe notti buone, tanto da arrivare a pensare che<br />

non avrei più avuto incubi. Be’, ora sapevo che non era così. Forse dipendeva dal<br />

fatto che la tenda, appesantita com’era dalla pioggia, non permetteva un’aerazione<br />

sufficiente. O forse era stato perché ero rimasto inattivo per tutta la giornata.<br />

Bevvi un’altra sorsata di gin, e il sapore fu anche meglio e più simile al vecchio<br />

Giant Killer. In fondo, pensai, non era stato un incubo eccezionale. Ne avevo avuti di<br />

peggiori. Ma per molto tempo avevo pensato di averla finita con gli incubi, quelli veri<br />

che ricoprono di sudore, e avevo fatto solo bei sogni o brutti sogni, ma per lo più<br />

belli. Poi sentii Mary che diceva: «Papa, stai bevendo?».<br />

«Sì. Perché?»<br />

«Posso averne un goccio?»<br />

Le porsi la fiaschetta da sotto la zanzariera, e lei allungò la mano per prenderla.<br />

«Hai dell’acqua?»<br />

«Sì» risposi, e le detti anche l’acqua. «Hai la tua, vicino al letto.»<br />

«Ma tu mi dici sempre di stare attenta a non rovesciarla, e non volevo svegliarti<br />

accendendo la lampada.»<br />

«Povera gattina. Non hai dormito?»<br />

«Sì. Ma ho fatto dei sogni orribili. Troppo brutti per raccontarli prima di<br />

colazione.»<br />

«Anch’io ho fatto dei brutti sogni.»<br />

«Ti restituisco la fiaschetta Jinny» disse Miss Mary. «In caso tu ne abbia<br />

bisogno. Ti prego, stringimi forte la mano. Tu non sei morto e G.C. non è morto e<br />

Pop non è morto.»<br />

«No. Stiamo tutti bene.»<br />

«Ti ringrazio molto. E cerca di dormire anche tu. Non ami nessun’altra, vero?<br />

Una bianca, voglio dire.»<br />

«No. Né bianca né nera né rossa dalla testa ai piedi.»<br />

«Dormi bene, amore mio adorato. E grazie per la gradevole bevuta notturna.»<br />

«Grazie a te per aver ucciso gli incubi.»<br />

«È una delle cose per le quali ti servo.»<br />

Pensai a lungo a ciò che aveva detto, ricordando i molti luoghi e i momenti<br />

veramente brutti, e immaginando come sarebbe stato meraviglioso ora, dopo la<br />

pioggia, e chiedendomi che cosa fossero gli incubi, e mi addormentai per svegliarmi<br />

di nuovo coperto di sudore, in compagnia degli orrori, ma ascoltai attentamente e<br />

sentii Miss Mary respirare piano e con regolarità, e tentai di nuovo di rimettermi a<br />

dormire.

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