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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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un mio vecchio cardigan perché lo indossasse sulla pelle e un giubbotto da sci<br />

impermeabile, e gli cacciai due bottiglie di birra nella tasca posteriore. Lui bevve un<br />

sorso e si mise in moto. Era un brav’uomo. Mi rammaricai di non conoscerlo da<br />

sempre e di non aver trascorso la vita con lui. Per un attimo pensai a come sarebbero<br />

state curiose le nostre esistenze in certi posti, e questo mi rese felice.<br />

Eravamo stati tutti viziati dal tempo troppo perfetto, e la pioggia rendeva i<br />

vecchi più intolleranti e più irascibili dei giovani. Tra l’altro, essendo maomettani,<br />

non bevevano, e non gli si poteva offrire un sorso che li riscaldasse quando erano<br />

inzuppati fradici.<br />

Avevano discusso a lungo per stabilire se la pioggia poteva essere caduta anche<br />

sui territori dov’erano le loro tribù, nella zona di Machakos, e l’opinione generale fu<br />

che non era caduta. Ma quando la pioggia continuò ininterrotta per tutta la notte, si<br />

rallegrarono all’idea che probabilmente pioveva anche a nord. Era gradevole stare<br />

nella tenda pranzo con l’intenso crepitio delle gocce sulla tela. Bevvi un po’ e lessi,<br />

senza preoccuparmi di niente. Tutto era stato sottratto al mio controllo, e come al<br />

solito accolsi con piacere la mancanza di doveri e la splendida inattività priva<br />

dell’obbligo di uccidere, di braccare, di proteggere, di intrigare, di difendere o<br />

partecipare, e fui felice di avere la possibilità di leggere. Stavamo raggiungendo il<br />

fondo della sacca dei libri, ma restava ancora qualche tesoro nascosto, inclusi venti<br />

romanzi di Simenon in francese che non avevo ancora aperto. Se siete bloccati dalla<br />

pioggia mentre siete accampati in Africa, non c’è niente di meglio di Simenon. Con<br />

lui, non m’importava di quanto sarebbe durata. I Simenon buoni sono magari tre su<br />

cinque, ma quando piove un drogato della lettura si accontenta anche di quelli brutti,<br />

e io li avrei cominciati tutti, dividendo i buoni dai cattivi. Con Simenon non esistono<br />

vie di mezzo, e allora selezionai cinque o sei libri e scelsi le pagine che sarei stato<br />

felice di leggere, in modo da far ricadere tutti i miei problemi su Maigret. Mi sentii<br />

solidale con lui durante i suoi incontri con l’idiozia e con il Quai des Orfèvres, e<br />

provai grande soddisfazione per la sua sagacia e per la sua reale comprensione dei<br />

francesi, impresa che solo uno della sua nazionalità poteva compiere, dato che<br />

qualche legge oscura impedisce ai francesi di comprendere se stessi sous peine des<br />

travaux forcés à la perpétuité.<br />

Miss Mary sembrava rassegnata alla pioggia, che ora batteva regolare ma non<br />

meno abbondante. Aveva smesso di scrivere lettere e stava leggendo qualcosa che la<br />

interessava, Il Principe di Machiavelli. Mi chiesi che cos’avrei fatto, se avesse<br />

piovuto tre o addirittura quattro giorni. Con la quantità di libri di Simenon che<br />

possedevo, se fra un libro e l’altro, o fra un capitolo e una pagina, sospendevo la<br />

lettura per mettermi a pensare, potevo andare avanti un mese. Spinto dalla pioggia<br />

ininterrotta avrei potuto addirittura mettermi a pensare a ogni paragrafo. Non pensare<br />

a Simenon, ma ad altro, ed ero convinto che avrei retto facilmente e con profitto per<br />

un mese anche se non ci fosse stato niente da bere e fossi arrivato a usare il tabacco<br />

da fiuto di Arap Meina o a provare i vari estratti fermentati degli alberi e delle piante<br />

medicinali che avevamo imparato a conoscere. E guardando Miss Mary che leggeva,<br />

la sua postura esemplare, la bella faccia serena, mi chiesi che cosa sarebbe potuto<br />

accadere a una persona che fin dall’adolescenza si era nutrita dei disastri riportati<br />

quotidianamente dai giornali, dei problemi della vita sociale di Chicago, della

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