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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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4<br />

Uscii a controllare il tempo. Sopra le Chulu le nuvole erano aumentate, ma il fianco<br />

della Montagna era pulito. Mentre guardavo, pensai di sentire l’aereo. Poi ne fui<br />

sicuro e gridai di portare la camionetta. Venne fuori anche Mary. Corremmo alla<br />

macchina e uscimmo dal campo, in mezzo alla nuova erba verde, e seguimmo le<br />

vecchie tracce dei veicoli, diretti verso la pista di decollo. La selvaggina trottava e poi<br />

galoppava per allontanarsi da noi. L’aereo ronzò sul campo e cominciò a scendere,<br />

azzurro e argento, le belle ali che luccicavano, i grandi flap abbassati, e per un attimo<br />

riuscimmo quasi a precederlo prima che, sorridendoci attraverso il plexiglas, mentre<br />

l’azzurro del muso ci superava, Willie portasse giù l’aereo, che atterrò procedendo<br />

con leggerezza, simile a una gru, per poi girare su se stesso e arrivare fino noi,<br />

investendoci d’aria.<br />

Willie aprì il portello, sorridendo. «Salve, amici.» Cercò Mary e chiese: «L’hai<br />

preso il leone, Miss Mary?».<br />

Parlava con alti e bassi di voce, ritmicamente, con lo stesso ritmo del grande<br />

pugile che saltella avanti e indietro facendo movimenti perfetti, misurati. La sua voce<br />

aveva una dolcezza che era sincera, ma sapevo che riusciva a dire le cose più<br />

micidiali senza cambiare di tono.<br />

«Non ho potuto ucciderlo, Willie» rispose Miss Mary. «Non è ancora venuto<br />

giù.»<br />

«Peccato» disse lui. «Devo scaricare un po’ di cose. Potrebbe darmi una mano<br />

Ngui. C’è un sacco di corrispondenza per te, Miss Mary. Papa ha solo qualche conto.<br />

Ecco la posta.»<br />

Lanciò verso di me la grande sacca marrone, e io la presi al volo.<br />

«È bello vedere che hai ancora qualche riflesso condizionato» esclamò. «G.C. vi<br />

manda il suo affetto. È in viaggio.»<br />

Consegnai la posta a Mary e cominciammo a scaricare l’aereo, mettendo i<br />

pacchi e le scatole sulla camionetta.<br />

«È meglio se non fai del vero e proprio lavoro fisico, Papa» disse Willie. «Non<br />

devi stancarti. Ricordati che ti teniamo in serbo per il Grande Evento.»<br />

«Ho sentito dire che è stato annullato.»<br />

«Credo che ci sarà. Non che pagherei per vederlo.»<br />

«Finitela, voi due» disse Mary. E poi, a Willie: «Vieni, andiamo al campo».<br />

«Arrivo, Miss Mary» rispose Willie. Scese dall’aereo, la camicia bianca con le<br />

maniche arrotolate, i calzoncini di tela azzurra, le scarpe basse traforate. Sorrise con<br />

affetto a Miss Mary, mentre le prendeva la mano. Era bello, con i suoi gradevoli<br />

occhi azzurri, la faccia abbronzata e vivace, i capelli neri. Ed era timido, ma privo di<br />

goffaggine. Era la persona più spontanea e più beneducata che avessi mai conosciuto<br />

e possedeva la sicurezza assoluta del grande pilota. Era modesto, e faceva ciò che<br />

amava nel paese che amava.

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