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Uscii a controllare il tempo. Sopra le Chulu le nuvole erano aumentate, ma il fianco<br />
della Montagna era pulito. Mentre guardavo, pensai di sentire l’aereo. Poi ne fui<br />
sicuro e gridai di portare la camionetta. Venne fuori anche Mary. Corremmo alla<br />
macchina e uscimmo dal campo, in mezzo alla nuova erba verde, e seguimmo le<br />
vecchie tracce dei veicoli, diretti verso la pista di decollo. La selvaggina trottava e poi<br />
galoppava per allontanarsi da noi. L’aereo ronzò sul campo e cominciò a scendere,<br />
azzurro e argento, le belle ali che luccicavano, i grandi flap abbassati, e per un attimo<br />
riuscimmo quasi a precederlo prima che, sorridendoci attraverso il plexiglas, mentre<br />
l’azzurro del muso ci superava, Willie portasse giù l’aereo, che atterrò procedendo<br />
con leggerezza, simile a una gru, per poi girare su se stesso e arrivare fino noi,<br />
investendoci d’aria.<br />
Willie aprì il portello, sorridendo. «Salve, amici.» Cercò Mary e chiese: «L’hai<br />
preso il leone, Miss Mary?».<br />
Parlava con alti e bassi di voce, ritmicamente, con lo stesso ritmo del grande<br />
pugile che saltella avanti e indietro facendo movimenti perfetti, misurati. La sua voce<br />
aveva una dolcezza che era sincera, ma sapevo che riusciva a dire le cose più<br />
micidiali senza cambiare di tono.<br />
«Non ho potuto ucciderlo, Willie» rispose Miss Mary. «Non è ancora venuto<br />
giù.»<br />
«Peccato» disse lui. «Devo scaricare un po’ di cose. Potrebbe darmi una mano<br />
Ngui. C’è un sacco di corrispondenza per te, Miss Mary. Papa ha solo qualche conto.<br />
Ecco la posta.»<br />
Lanciò verso di me la grande sacca marrone, e io la presi al volo.<br />
«È bello vedere che hai ancora qualche riflesso condizionato» esclamò. «G.C. vi<br />
manda il suo affetto. È in viaggio.»<br />
Consegnai la posta a Mary e cominciammo a scaricare l’aereo, mettendo i<br />
pacchi e le scatole sulla camionetta.<br />
«È meglio se non fai del vero e proprio lavoro fisico, Papa» disse Willie. «Non<br />
devi stancarti. Ricordati che ti teniamo in serbo per il Grande Evento.»<br />
«Ho sentito dire che è stato annullato.»<br />
«Credo che ci sarà. Non che pagherei per vederlo.»<br />
«Finitela, voi due» disse Mary. E poi, a Willie: «Vieni, andiamo al campo».<br />
«Arrivo, Miss Mary» rispose Willie. Scese dall’aereo, la camicia bianca con le<br />
maniche arrotolate, i calzoncini di tela azzurra, le scarpe basse traforate. Sorrise con<br />
affetto a Miss Mary, mentre le prendeva la mano. Era bello, con i suoi gradevoli<br />
occhi azzurri, la faccia abbronzata e vivace, i capelli neri. Ed era timido, ma privo di<br />
goffaggine. Era la persona più spontanea e più beneducata che avessi mai conosciuto<br />
e possedeva la sicurezza assoluta del grande pilota. Era modesto, e faceva ciò che<br />
amava nel paese che amava.