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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«D’accordo, resteranno fuori.»<br />

«Bwana, per venire a questo campo devono attraversare pianura aperta. Tutti li<br />

vedono.»<br />

«Io e Ngui abbiamo attraversato il campo tre volte, da un’estremità all’altra, e<br />

nessuno ci ha visti.»<br />

«Io sì.»<br />

«Davvero?»<br />

«Due volte.»<br />

«E perché non l’hai detto?»<br />

«Non devo dire tutto quello che vedo che tu e Ngui fate.»<br />

«Grazie. Ora sai come organizzare la guardia. Se io e la Memsahib siamo via e<br />

tu devi lasciare la tenda, fa’ venire qualcuno. Se la Memsahib è qui da sola, e tu devi<br />

assentarti, fa’ venire qualcuno.»<br />

«Ndio» disse. «Non bevi tè? Si raffredda.»<br />

«Stasera costruirò delle trappole da mettere attorno alla tenda e lascerò una<br />

lampada accesa su quell’albero.»<br />

«Mzuri. Accenderemo anche grosso fuoco. Keiti manda ora gli uomini a<br />

prendere legna, così autista di camion resta libero. Va in uno degli Shamba. Ma<br />

quelle persone che dicono che vengono qui non vengono qui.»<br />

«Come fai a esserne tanto sicuro?»<br />

«Perché venire qui, dentro una trappola, è stupido. E loro non sono stupidi. Loro<br />

sono Mau Mau wakamba.»<br />

Rimasi vicino al fuoco con una nuova brocca di tè e bevvi lentamente. I Masai<br />

erano un popolo di pastori e di guerrieri. Non di cacciatori. Cacciatori erano i<br />

Wakamba, i migliori cacciatori e battitori che avessi mai conosciuto. E ora che nelle<br />

loro riserve tutta la selvaggina era stata uccisa dall’uomo bianco e da loro stessi,<br />

l’unico posto in cui potevano cacciare erano le riserve masai. Le loro, di riserve,<br />

erano sovrappopolate e troppo coltivate, e quando mancava la pioggia non c’erano<br />

pascoli per il bestiame e il raccolto andava perduto.<br />

Mentre me ne stavo seduto a bere il tè, pensai che nel campo la spaccatura, una<br />

spaccatura amichevole ma pur sempre una spaccatura, fra spirito e sostanza, non era<br />

fra i credenti e i miscredenti, né fra i buoni e i cattivi, né fra il vecchio e il nuovo, ma<br />

fondamentalmente fra i cacciatori attivi e i guerrieri, e gli altri. Keiti era stato un<br />

combattente, un guerriero, un grande cacciatore e un grande battitore, ed era lui a<br />

tenere insieme tutto attraverso la sua esperienza, la sua conoscenza e la sua<br />

autorevolezza. Ma Keiti era un uomo in possesso di considerevoli ricchezze e di<br />

considerevoli proprietà gestite con spirito conservatore, e con i tempi che cambiavano<br />

come stavano cambiando, i conservatori avevano un ruolo difficile. Gli uomini che<br />

erano stati troppo giovani per combattere in guerra o che non avevano mai imparato a<br />

cacciare perché nel loro paese non c’era più selvaggina, ed erano troppo orgogliosi e<br />

troppo inesperti per diventare bracconieri e non abbastanza abili per diventare ladri di<br />

bestiame, facevano riferimento a Ngui e ai cattivi elementi che erano avanzati<br />

combattendo attraverso l’Abissinia e poi ancora attraverso la Birmania. Erano sempre<br />

con noi, ma la loro lealtà andava a Keiti, a Pop e al lavoro. Keiti e Pop non avevano<br />

fatto nessun tentativo per reclutarli o per convertirli o per corromperli. Erano tutti

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