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Scolò la birra, salutò, uscì e cominciò a sbraitare per chiamare il suo autista.<br />
Mary entrò nella tenda con l’aspetto fresco di chi ha riposato bene e<br />
l’espressione radiosa. «Quello non era il ragazzo della polizia? Che problemi ci<br />
sono?»<br />
Le raccontai della banda evasa dalla prigione di Machakos e tutto il resto.<br />
Rimase dovutamente colpita.<br />
Mentre facevamo colazione, chiese: «Non pensi che sia terribilmente costoso far<br />
venire l’aereo?».<br />
«Ho bisogno di avere quella posta da Nairobi e gli eventuali telegrammi. E<br />
dobbiamo controllare dove sono i bufali, se vogliamo scattare quelle fotografie.<br />
Ormai non sono certo più alla palude. Abbiamo anche bisogno di sapere che cosa sta<br />
succedendo verso le colline Chulu. In tutta questa follia, l’aereo mi sarà molto utile.»<br />
«Non posso approfittarne per tornare a Nairobi a prendere le cose di Natale,<br />
perché non ho ancora ucciso il leone.»<br />
«Se facciamo le cose con calma e lasciamo riposare te e lui, ho la sensazione che<br />
lo uccideremo presto, il leone. Secondo Arap Meina sta venendo da questa parte.»<br />
«Non ho nessun bisogno di riposo» disse Miss Mary. «Non è stata una cosa<br />
gentile da dire.»<br />
«Okay. Voglio che il leone acquisti fiducia e commetta un errore.»<br />
«Magari lo commettesse.»<br />
Verso le quattro mandai a chiamare Ngui e quando arrivò gli dissi di andare a<br />
prendere Charo, le carabine e un fucile e di chiedere a Mthuka di portare la<br />
camionetta. Mary stava scrivendo delle lettere. Le comunicai che avevo fatto venire<br />
la macchina e poi arrivarono Charo e Ngui, che tirarono fuori di sotto le brande le<br />
lunghe casse di legno con le armi, e Ngui montò il grosso .557. Presero i proiettili e li<br />
contarono, e controllarono insieme lo Springfield e il Mannlicher. Era il primo dei bei<br />
preparativi per la caccia.<br />
«Da che parte andiamo?» chiese Miss Mary.<br />
«Dobbiamo procurarci la carne. Tenteremo un esperimento del quale ho parlato<br />
con Pop, una specie di allenamento per il leone. Voglio che uccidi un’antilope da<br />
venti metri. Le starete addosso tu e Charo.»<br />
«Non so se riusciremo ad avvicinarci tanto.»<br />
«Ce la farete. Non indossare il maglione. Portalo con te e mettilo solo se farà<br />
freddo quando torni indietro. E se hai intenzione di tirarti su le maniche, fallo adesso.<br />
Ti prego, tesoro.»<br />
Miss Mary aveva l’abitudine di arrotolarsi la manica destra del giaccone di tela<br />
un attimo prima di sparare. Magari ripiegava solo il polsino, ma il gesto spaventava<br />
gli animali anche a cento metri e più di distanza.<br />
«Lo sai che non lo faccio più» disse.<br />
«Bene. Ho accennato al maglione perché potrebbe intralciarti i movimenti.»<br />
«D’accordo. Ma che succede se la mattina in cui troviamo il leone fa freddo?»<br />
«Voglio solo vedere come spari senza maglione. Per stabilire che differenza fa.»<br />
«Tutti sperimentano, con me. Perché non posso semplicemente andare là fuori,<br />
sparare e uccidere come tutti?»<br />
«Certo che puoi, tesoro. E lo farai.»