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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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problema non era criticare come gli altri avevano ucciso o avrebbero ucciso i leoni,<br />

ma trovare e far trovare a Miss Mary, perché lo abbattesse, quel leone intelligente,<br />

devastatore e braccato da tempo, e che lo abbattesse nel modo che era stato stabilito,<br />

se non dalla nostra religione, quantomeno da certi principi etici. Ormai erano molti<br />

mesi che Miss Mary cacciava rispettando questi principi. Erano principi molto rigidi<br />

e Charo, che le voleva bene, non li approvava. Un paio di volte che gli era andata<br />

male, era stato aggredito da due leopardi, e considerava i principi etici che imponevo<br />

a Mary troppo rigidi e anche un po’ omicidi. Ma non li avevo inventati io. Li avevo<br />

imparati da Pop e Pop, dopo la sua ultima caccia al leone e il suo ultimo safari, aveva<br />

detto che le cose dovevano restare come ai vecchi tempi, prima che la caccia agli<br />

animali feroci venisse corrotta e resa facile da quelle che lui definiva regolarmente<br />

“le maledette macchine”.<br />

Il leone ci aveva sconfitti due volte, e tutt’e due le volte avevo avuto la<br />

possibilità di abbatterlo facilmente, ma non l’avevo fatto perché apparteneva a Mary.<br />

L’ultima volta era stato Pop a commettere un errore, e l’aveva commesso, come<br />

capita a chiunque s’incaponisca, perché era troppo ansioso di vedere Miss Mary<br />

uccidere il leone prima della sua partenza.<br />

Dopo ci eravamo seduti attorno al fuoco, di sera, con Pop che fumava la pipa e<br />

Miss Mary che scriveva sul diario al quale affidava tutte le cose che non voleva dire a<br />

noi, tutti i suoi dolori e le sue delusioni e la nuova consapevolezza che non le andava<br />

di esibirsi in una conversazione sui suoi successi, perché riteneva che parlandone li<br />

avrebbe sminuiti. Scriveva vicino alla lampada a gas nella tenda pranzo e Pop e io<br />

eravamo seduti vicino al fuoco con addosso il pigiama, la vestaglia e gli stivali<br />

antizanzare.<br />

«È un leone maledettamente intelligente» aveva detto Pop. «Se Mary fosse un<br />

po’ più alta, avremmo potuto ucciderlo oggi. È stata colpa mia.»<br />

Avevamo evitato di parlare dell’errore che conoscevamo bene tutti e due.<br />

«Mary lo ammazzerà. Ma ricordati questo. Non penso che il leone sia molto<br />

coraggioso. È solo molto intelligente. Ma al momento giusto, se sarà ferito, troverà<br />

anche il coraggio. Non fare arrivare quel momento.»<br />

«Ora sparo bene.»<br />

Per qualche secondo, Pop aveva ignorato la mia frase. Stava pensando. Poi<br />

aveva detto: «Più che bene, in realtà. Ma non sentirti troppo sicuro di te, resta sicuro<br />

come lo sei adesso. Il leone commetterà un errore, e sarà vostro. Se solo qualche<br />

leonessa andasse in calore... allora sì che sarebbe facile beccarlo. Ma ormai stanno<br />

per partorire».<br />

«Che tipo di errore commetterà?»<br />

«Oh, uno qualsiasi. Lo vedrai. Come vorrei non dover andare via prima che<br />

Mary lo abbatta. Prenditi molta cura di lei. Fa’ in modo che dorma a sufficienza. È<br />

impegnata in questa storia da molto tempo. Falla riposare e fa’ riposare quel<br />

maledetto leone. Non dargli la caccia con troppa insistenza. Lascia che acquisti un<br />

po’ di sicurezza.»<br />

«C’è altro?»<br />

«Lascia che sia Mary a sparare per procurare la carne per il campo, e se puoi<br />

infondile fiducia.»

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