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mi rendeva felice. Ed eccomi là, con una moglie che amavo e che mi amava e<br />
tollerava i miei errori e si riferiva a quella ragazza come alla mia fidanzata, e per certi<br />
versi mi sopportava perché ero un buon marito e per altri perché era dotata di<br />
generosità e gentilezza e tolleranza e perché voleva che di quel paese scoprissi più di<br />
quanto non avevo il diritto di scoprire. Eravamo felici almeno per la maggior parte di<br />
ogni giornata e quasi sempre di notte e quella notte, a letto insieme, eravamo molto<br />
felici sotto la zanzariera, con il telo della tenda aperto in modo da poter vedere i<br />
lunghi ceppi inceneriti del grande fuoco e la meravigliosa oscurità che sembrava<br />
recedere a zigzag quando il vento notturno sferzava il fuoco per poi richiudersi in<br />
fretta quando il vento calava.<br />
«Siamo fin troppo fortunati» disse Mary. «Amo molto l’Africa. Non so come<br />
potremo mai lasciarla.»<br />
La notte era fredda per il vento proveniente dalla Montagna innevata e noi ce ne<br />
stavamo al riparo sotto le coperte. Cominciavano i rumori notturni, e avevamo già<br />
sentito la prima iena e poi le altre. A Mary piaceva ascoltarle di notte. Se si ama<br />
l’Africa, le iene emettono un rumore gradevole. Ridemmo insieme mentre giravano<br />
attorno al campo e vicino alla tenda del cuoco, dove la carne era appesa a un albero.<br />
Non riuscivano a raggiungere la carne ma continuavano a parlarne.<br />
«Sai, se tu dovessi morire e io fossi tanto sfortunata da non morire insieme a te,<br />
e se qualcuno mi chiedesse che cosa ricordo di più di mio marito, direi tutto il posto<br />
che riuscivi a lasciare a tua moglie in una brandina di tela. Si può sapere dov’è che ti<br />
metti?»<br />
«Di fianco, sul bordo. Ho un sacco di spazio.»<br />
«Se fa abbastanza freddo, riusciamo a dormire comodi in un letto in cui non<br />
starebbe comoda una persona sola.»<br />
«È questo il segreto. Deve fare freddo.»<br />
«Possiamo fermarci in Africa più a lungo e non tornare a casa fino alla<br />
primavera?»<br />
«Certo. Diciamo finché non abbiamo più un soldo.»<br />
Poi sentimmo il brontolio cupo di un leone che arrivava dal fiume attraverso la<br />
radura verde.<br />
«Ascolta» disse Mary. «Tienimi stretta e ascolta.»<br />
«È tornato» bisbigliò dopo un po’.<br />
«Non puoi essere sicura che sia lui.»<br />
«Invece lo sono. È lui. L’ho sentito fin troppe notti. È sceso dal Manyatta dove<br />
ha ucciso le due mucche. Arap Meina l’aveva detto che sarebbe tornato.»<br />
Sentivamo il ruggito irregolare mentre il leone si spostava per la radura verso il<br />
punto in cui avevamo costruito la pista per il piccolo aeroplano.<br />
«Lo sapremo domani mattina se è lui» dissi. «Io e Ngui sappiamo riconoscere le<br />
sue tracce.»<br />
«Anch’io le so riconoscere.»<br />
«Okay, allora andrai tu a cercarlo.»<br />
«No. Volevo solo dire che so riconoscere le sue tracce.»<br />
«Sono terribilmente grandi.» Avevo sonno e pensavo che se la mattina dovevo<br />
andare a dare la caccia al leone con Miss Mary bisognava che dormissi un po’. Da