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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«L’ho visto per prima» disse Mary. «Non era mai capitato che vedessi qualcosa<br />

per prima. L’ho visto prima di voi, anche se tu e Mthuka eravate davanti. L’ho visto<br />

prima anche di Ngui, di Mwengi e di Charo.»<br />

«L’hai visto prima di Arap Meina» dissi io.<br />

«Lui non conta perché stava guardando le donne masai. Io e Charo l’abbiamo<br />

braccato da soli e quando il kongoni si è voltato a guardarci l’ho colpito esattamente<br />

dove volevo.»<br />

«In basso nella spalla sinistra, prendendolo al cuore.»<br />

«È là che ho mirato.»<br />

«Piga mazuri» disse Charo. «Mazuri mazuri sana.»<br />

«Lo caricheremo dietro. Le donne possono viaggiare davanti.»<br />

«Non è bello» disse Mary, «ma se devo procurare la carne, preferisco sparare a<br />

qualcosa che non sia bello.»<br />

«Lui è splendido e tu sei splendida.»<br />

«Be’, avevamo bisogno di carne e io ho visto il miglior tipo di carne che<br />

potessimo trovare, un animale grasso e per mole secondo solo all’antilope, e l’ho<br />

visto io e insieme a Charo l’ho braccato e gli ho sparato personalmente. Ora, mi<br />

amerai e la smetterai di assentarti chiudendoti in te stesso?»<br />

«Siediti davanti, adesso. Non sparerai più.»<br />

«Posso avere un po’ della mia birra? Mi è venuta sete a braccare il kongoni.»<br />

«Puoi averla anche tutta, la birra.»<br />

«No, bevine un po’ anche tu per celebrare il fatto che l’ho visto per prima e che<br />

siamo di nuovo amici.»<br />

La cena fu gradevole e andammo a letto presto. Quella notte feci dei brutti sogni<br />

ed ero in piedi e vestito prima che Mwindi arrivasse con il tè.<br />

Quel pomeriggio facemmo un giro in macchina per il paese e dalle tracce<br />

scoprimmo che i bufali erano tornati nella foresta vicino alla palude. Erano arrivati<br />

durante la mattina e le tracce, larghe e profonde come orme di bestiame, ormai erano<br />

fredde, e gli stercorari erano indaffarati ad arrotolare in palle gli escrementi. I bufali<br />

erano entrati nella foresta, dove le radure e gli spiazzi erano pieni di ricca erba fresca.<br />

Mi era sempre piaciuto vedere gli stercorari al lavoro, e dato che avevo saputo<br />

che erano gli scarabei sacri dell’Egitto in una forma lievemente modificata, pensavo<br />

di trovare un posto per loro nella nostra religione. Ora lavoravano sodo e cominciava<br />

a farsi tardi per gli escrementi di quel giorno. Guardandoli, pensai alle parole per un<br />

inno sugli stercorari.<br />

Ngui e Mthuka mi osservavano perché sapevano che ero in un momento di<br />

pensieri profondi. Ngui prese le macchine fotografiche di Miss Mary, in caso lei<br />

volesse fare fotografie agli stercorari, ma lei non ne aveva voglia e disse: «Papa,<br />

quando ti stanchi di guardare gli stercorari, pensi che possiamo andare a vedere<br />

qualcos’altro?».<br />

«Certo, se t’interessa, possiamo trovare un rinoceronte, e ci sono in giro due<br />

leonesse e un leone.»<br />

«Come fai a saperlo?»

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