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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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Arap Meina di andare all’emporio masai, di comunicare le notizie sui leoni che già<br />

aveva e di raccoglierne di nuove, e di fare lo stesso negli altri locali masai.<br />

Nel negozio del signor Singh c’erano numerosi anziani masai che conoscevo, li<br />

salutai tutti e presentai i miei rispetti alla signora Singh. Il signor Singh e io<br />

conversammo nel mio Swahili da dizionarietto di frasi fatte.<br />

Gli anziani avevano un gran bisogno di una bottiglia di birra e io ne comprai<br />

una, facendo bere a tutti una sorsata simbolica.<br />

Entrò Peter per dire che la macchina sarebbe arrivata subito e io lo mandai a<br />

cercare Arap Meina. La macchina si avvicinò lungo la strada, la tanica legata con le<br />

corde e tre donne masai sedute nel retro. Miss Mary chiacchierava allegra con Charo.<br />

Ngui venne a prendere le casse con Mwengi. Gli detti la bottiglia di birra e loro<br />

bevvero avidamente. Mentre beveva, Mwengi aveva gli occhi che scintillavano di<br />

pura felicità. Ngui ingollò la birra come un pilota da corsa che si plachi la sete<br />

durante una sosta ai box. Ne lasciò metà per Mwengi, poi tirò fuori un’altra bottiglia<br />

perché io e Mthuka ce la dividessimo e aprì una Coca-Cola per Charo.<br />

Arap Meina arrivò con Peter e salì dietro con le donne masai. Tutti avevano una<br />

cassa su cui sedersi. Ngui venne davanti con me, e Miss Mary si sistemò con Charo e<br />

Mwengi dietro la rastrelliera con i fucili. Salutai Peter e proseguimmo sulla strada per<br />

voltare a ovest e immergerci nel bagliore del sole.<br />

«Hai comprato tutto quello che volevi, tesoro?»<br />

«Non c’è proprio niente da comprare. Ma ho trovato un po’ di cose di cui<br />

abbiamo bisogno.»<br />

Pensai all’ultima volta che ero stato là a fare spese, ma era inutile tornarci sopra,<br />

e poi allora Miss Mary era a Nairobi, ed è meglio fare spese a Nairobi che a<br />

Laitokitok. Ma avevo appena imparato a fare spese a Laitokitok e mi piaceva perché<br />

era un po’ come il grande magazzino con annesso ufficio postale di Cooke City, nel<br />

Montana.<br />

A Laitokitok non avevano le scatole di cartone piene di cartucce obsolete che<br />

ogni anno in autunno inoltrato, quando volevano procurarsi la carne per l’inverno, i<br />

veterani compravano a quattro al prezzo di due. Invece vendevano lance. Ma era un<br />

posto dal sapore casalingo dove far spese, e se si viveva da quelle parti, si riusciva a<br />

utilizzare quasi tutto quello che c’era sulle mensole o nei barattoli.<br />

Ma quella era la fine di un altro giorno e l’indomani sarebbe stato un giorno<br />

nuovo e ancora non c’era nessuno che pregasse sulla mia tomba. Nessuno di quelli<br />

che mentre scendevamo dalla Montagna guardavano nel sole o oltre la pianura o<br />

scrutavano il paesaggio. Avevo dimenticato che Mthuka poteva avere sete e mentre<br />

prendevo la bottiglia di birra e pulivo il collo e l’imboccatura, Miss Mary chiese,<br />

molto giustamente: «Le mogli non hanno mai sete?».<br />

«Scusa, tesoro. Ngui può prenderti una bottiglia piena, se vuoi.»<br />

«No. Voglio solo un sorso di quella.»<br />

Gliela passai e lei bevve quello che voleva e poi me la restituì.<br />

Pensai a quanto fosse bello che non esistesse nessuna parola africana per dire<br />

scusa, poi pensai che era meglio non pensarci perché altrimenti la sensazione si<br />

sarebbe insinuata fra di noi. Bevvi una sorsata di birra per purificarla da Miss Mary e

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