Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Arap Meina di andare all’emporio masai, di comunicare le notizie sui leoni che già<br />
aveva e di raccoglierne di nuove, e di fare lo stesso negli altri locali masai.<br />
Nel negozio del signor Singh c’erano numerosi anziani masai che conoscevo, li<br />
salutai tutti e presentai i miei rispetti alla signora Singh. Il signor Singh e io<br />
conversammo nel mio Swahili da dizionarietto di frasi fatte.<br />
Gli anziani avevano un gran bisogno di una bottiglia di birra e io ne comprai<br />
una, facendo bere a tutti una sorsata simbolica.<br />
Entrò Peter per dire che la macchina sarebbe arrivata subito e io lo mandai a<br />
cercare Arap Meina. La macchina si avvicinò lungo la strada, la tanica legata con le<br />
corde e tre donne masai sedute nel retro. Miss Mary chiacchierava allegra con Charo.<br />
Ngui venne a prendere le casse con Mwengi. Gli detti la bottiglia di birra e loro<br />
bevvero avidamente. Mentre beveva, Mwengi aveva gli occhi che scintillavano di<br />
pura felicità. Ngui ingollò la birra come un pilota da corsa che si plachi la sete<br />
durante una sosta ai box. Ne lasciò metà per Mwengi, poi tirò fuori un’altra bottiglia<br />
perché io e Mthuka ce la dividessimo e aprì una Coca-Cola per Charo.<br />
Arap Meina arrivò con Peter e salì dietro con le donne masai. Tutti avevano una<br />
cassa su cui sedersi. Ngui venne davanti con me, e Miss Mary si sistemò con Charo e<br />
Mwengi dietro la rastrelliera con i fucili. Salutai Peter e proseguimmo sulla strada per<br />
voltare a ovest e immergerci nel bagliore del sole.<br />
«Hai comprato tutto quello che volevi, tesoro?»<br />
«Non c’è proprio niente da comprare. Ma ho trovato un po’ di cose di cui<br />
abbiamo bisogno.»<br />
Pensai all’ultima volta che ero stato là a fare spese, ma era inutile tornarci sopra,<br />
e poi allora Miss Mary era a Nairobi, ed è meglio fare spese a Nairobi che a<br />
Laitokitok. Ma avevo appena imparato a fare spese a Laitokitok e mi piaceva perché<br />
era un po’ come il grande magazzino con annesso ufficio postale di Cooke City, nel<br />
Montana.<br />
A Laitokitok non avevano le scatole di cartone piene di cartucce obsolete che<br />
ogni anno in autunno inoltrato, quando volevano procurarsi la carne per l’inverno, i<br />
veterani compravano a quattro al prezzo di due. Invece vendevano lance. Ma era un<br />
posto dal sapore casalingo dove far spese, e se si viveva da quelle parti, si riusciva a<br />
utilizzare quasi tutto quello che c’era sulle mensole o nei barattoli.<br />
Ma quella era la fine di un altro giorno e l’indomani sarebbe stato un giorno<br />
nuovo e ancora non c’era nessuno che pregasse sulla mia tomba. Nessuno di quelli<br />
che mentre scendevamo dalla Montagna guardavano nel sole o oltre la pianura o<br />
scrutavano il paesaggio. Avevo dimenticato che Mthuka poteva avere sete e mentre<br />
prendevo la bottiglia di birra e pulivo il collo e l’imboccatura, Miss Mary chiese,<br />
molto giustamente: «Le mogli non hanno mai sete?».<br />
«Scusa, tesoro. Ngui può prenderti una bottiglia piena, se vuoi.»<br />
«No. Voglio solo un sorso di quella.»<br />
Gliela passai e lei bevve quello che voleva e poi me la restituì.<br />
Pensai a quanto fosse bello che non esistesse nessuna parola africana per dire<br />
scusa, poi pensai che era meglio non pensarci perché altrimenti la sensazione si<br />
sarebbe insinuata fra di noi. Bevvi una sorsata di birra per purificarla da Miss Mary e